LE
COMETE SUICIDE (SUNGRAZER COMETS)
di Toni Scarmato
Associazione Astronomica San
Costantino di Briatico
Oltre 500 comete
sono state scoperte nelle immagini delle camere LASCO C2 e C3 della sonda SOHO dal
1995 quando è stata lanciata ed è entrata in orbita.
La
sonda fotogfrafa il sole 24 su 24 ed ha permesso di studiarne molte
caratteristiche che prima erano state supposte solo teoricamente.
Il
lavoro fatto dal satellite nell’ambito delle comete non era previsto all’inizio
della missione, ma in seguito, quando il numero di comete aumentava al passare
dei mesi ed in particolare veniva riscontrato che le comete appartenevano per
la maggior parte alla famiglia di Kreutz, il lavoro di indagine e di sorveglianza
delle immagini in tempo reale e di quelle archiviate ha dato ottimi risultati
grazie anche all’apporto degli astronomi non professionisti.
Era il 1986,
quando mi trovavo ancora a Bologna per laurearmi in astrofisica, ma era anche
l’anno del passaggio della cometa di Haley. Mi ricordo che le notizie su quel passaggio
furono date da tutti i mass media. Dopo
circa 76 anni la cometa forse più famosa si avvicinava ancora una volta alla
Terra è poteva essere osservata anche con un binocolo. A quel tempo le mie conoscenze
sull’osservazione del cielo si limitavano alla lettura delle riviste
astronomiche quindi, dal punto di vista pratico, ero del tutto ignorante.
Una
sera un mio amico con cui giovavo a
calcio ci invitò nella sua casa di campagna a circa 30 Km da Bologna. Guardando il cielo mi accorsi che era una di
quelle serate invernali eccezionali, con un cielo splendidamente terso. Decisi
quindi di portarmi dietro un binocolo sperando che la posizione della casa mi
permettesse di osservare la cometa che, se non ricordo male, si trovava un po’
bassa sull’orizzonte SUD.
Appena
arrivati, mi resi conto che la terrazza della casa era una ottima postazione
che mi consentiva di vedere il cielo a EST-SUD-OVEST senza impedimenti. Non fu difficile trovare la cometa di Haley
con il binocolo 10x50. Naturalmente avevo letto alcune informazioni sulla sua
posizione.
Mi
ricordo che aveva una chioma la cui magnitudine era attorno alla 6 e con una
piccola coda.
Devo
dire che a quel tempo non avrei mai immaginato di ritrovarmi dopo 15 anni a
scrivere un articolo sulle comete che “cadono” sul Sole dopo averne scoperte
fino ad ora 12 nelle immagini riprese dalla camera LASCO
C2 e LASCO C3 della sonda SOHO (Solar Heliospheric
Observatory).
Infatti,
l’evento che mi convinse a portare avanti la ricerca di comete con tutti i
mezzi che la tecnologia poteva mettere a disposizione fu il passaggio della
Hyakutake 10 anni dopo, nel 1996. Anche
allora devo dire che le mie conoscenze sulla fotografia astronomica non erano
tali da potermi permettere di ottenere grandi risultati, ma armato di buona
volontà, di un binocolo e di una reflex con cavalletto, la sera del 23 Marzo
del 1996 dopo aver invitato i miei concittadini ad una osservazione guidata, ci
recammo a S.Irene una località sul Golfo di S.Eufemia a 10 Km da Tropea. Alle 9 di sera ci ritrovammo circa 50 persone
con il naso all’insù per ammirare quell’oggetto non molto luminoso ma con una
coda lunghissima e alto nel cielo. Non
c’era inquinamento luminoso e potemmo osservare
la cometa per circa 3 ore.
L’applicazione delle mie scarse conoscenze di fotografia astronomica mi
hanno consentito di ottenere il risultato (fortuna dei principianti), visibile
nell’ immagine (fig. 1).
Fig. 1
Con
una esposizione di circa 30 secondi su pellicola 400 ISO con un obiettivo da 50
mm, f/1.7, sono riuscito ad immortalare la cometa.
Nel
frattempo che la Hyakutake solcava i cieli dell’emisfero NORD, la notizia che
un’altra cometa avrebbe dato spettacolo circolava già sui mass media e su
internet.
A
quel tempo decisi di trovare tutti i siti riguardanti le comete e naturalmente
il primo fu il CBAT e poi quello di Charles Morris.
Per
la cometa Hale-Bopp, mi attrezzai meglio alla luce dei risultati ottenuti con la
Hyakutake ed infatti la lunga serie di osservazioni, da Luglio 1996 a Maggio
1997, mi permisero di ottenere dei buoni risultati anche con
teleobiettivi. (vedi figura 2 e 3).
Figs. 2 e 3
Dopo queste
esperienze cominciai a dedicarmi alla ricerca sistematica di comete, asteroidi,
novae e supernovae. Il programma avviato
è ora sostenuto anche dall’acquisto di uno SC da 203 mm, f/10 al quale verrà
accoppiata al più presto una camera CCD. Nel frattempo lavoro con le pellicole,
che a mio avviso restano comunque uno strumento da non sottovalutare.
La
ricerca di comete però implica un fatto molto importante; il successo è
strettamente legato al numero di ore di osservazione. Un calcolo fatto da esperti dimostra che dopo
circa 600 ore di osservazione si può sperare di scoprire un astro chiomato,
tenendo anche conto di altri aspetti come i campi spazzolati e la magnitudine
limite raggiunta con gli strumenti.
Certo tutto ciò può scoraggiare anche i più entusiasti. E allora come
fare? Cosa escogitare?
Nel
1999 sono venuto a conoscenza della scoperta delle comete da parte della sonda SOHO e attraverso internet cercai di capire come
funzionava questo tipo di ricerca.
Mi
resi conto di aver trovato la risposta alle domande precedenti. Infatti, quando il tempo non permette di
osservare direttamente il cielo, ci si può collegare ad internet e scaricare le
immagini riprese dalle camere LASCO C2 e C3 della sonda SOHO e
cercare comete comodamente seduti su una poltrona davanti al computer. Si può così ovviare ai tempi morti dovuti al
cattivo tempo o alla presenza della Luna.
Nel
seguito di questo articolo parleremo proprio della famiglia di comete che le
immagini della sonda hanno contribuito ad aumentare, grazie anche ad un buon
numero di osservatori che quotidianamente guardano le immagini. Di tanto
intanto però anche le comete che non fanno parte della famiglia delle suicide,
entrano nel campo di vista sia della camera C2 che C3. In particolare nel 1996 fu la Hyakutake a
dare spettacolo nelle immagini della camera LASCO C3 quando si trovava al
perielio. (vedi fig.4)
Fig. 4
Le
comete radenti il Sole (sungrazing comets) sono state osservate per centinaia
d’anni. Tra la fine del 1880 e l’inizio
del 1890, Henrich Kreutz studiò le possibili
comete radenti il sole che erano state osservate fino ad allora e riuscì a
determinare che alcune potevano essere considerate appartenenti alla famiglia
ed altre no.
Kreutz
trovò anche che tutte le comete sungrazers, seguivano la stessa orbita. Ciò indusse a pensare che potevano essere
frammenti di una singola grande cometa che avvicinandosi al Sole ha perso dei
pezzi. E’ anche possibile che la cometa
madre e i suoi figliocci hanno più volte raggiunto il sistema solare interno
viaggiando su un’orbita con un periodo di circa 800 anni. In onore di questo interessante lavoro questo
gruppo di comete è denominato KREUTZ SUNGRAZER.
Fino ad oggi
sembrava che tutte le comete che passano radenti al Sole appartenessero alla
famiglia KREUTZ. Ma questa non è la
definizione propria della famiglia.
Inoltre, nessuna cometa e nessun asteroide sono stati visti mentre
attraversavano la fotosfera solare. Le
comete della famiglia di KREUTZ, hanno un perielio di 0.005 U.A. (~750.000 KM).
Le comete quindi passano attraverso
l’atmosfera solare. Per la precisione tutte le comete passano attraverso
l’atmosfera solare che si estende fino a Plutone.
Infatti,
l’estensione dell’attività solare può essere messa in stretta relazione con il
fatto che le comete diventano attive proprio per l’interazione con il vento
solare. Questo è anche responsabile del
tipo di coda che si forma dall’interazione vento-cometa. Le comete sungrazing
sono state osservate fin dall’anno 371 a.c.
Brian Marsden ha supposto che anche la cometa vista da Aristotele e
Ephorus potesse essere una del gruppo di KREUTZ. Tuttavia, fino al 1979 solo 9 comete di
questo tipo sono state osservate. In quell’anno, infatti, sono entrati in gioco
gli osservatori spaziali che hanno incominciato ad osevare le comete radenti il
sole. La SOLWIND ha scoperto 6 comete
tra il 1979 e il 1984, la SMM (Solar Maximum Mission )
ha scoperto 10 comete dal 1987 al 1989.
Finalmente, nel 1995 entra in azione LASCO
(Large Angle Spectrometric Coronagraph) sul satellite SOHO (Solar Heliospheric Observatory), e la musica
cambia radicalmente. Dal 1995 ad oggi, (mentre sto scrivendo questo articolo),
SOHO ha scoperto 528 comete quasi tutte del gruppo di KREUTZ più alcune non sungrazings. Il bottino è veramente eccellente.
La
maggior parte delle comete che raggiungono la distanza di 750.000 Km dalla
superficie solare non resistono all’ intensa forza gravitazionale del sole ed
alla interazione con il vento solare, e sono destinate a sciogliersi.
Quelle
più grosse, però, prima di fare la fine del topo, come si suol dire, danno
spettacolo. Come se volessero per
l’ultima volta lasciare un ricordo.
Questo
è il caso della cometa SOHO 6 (vedi fig.
5). La coda visibile nella foto è lunga
circa 5 milioni di Km e dalla curvatura si intuisce che è composta
prevalentemente da polvere (che pesa di più e sente maggiormente la gravità del
Sole.
Dopo la SOHO 6 poche altre comete hanno dato un così grande
spettacolo prima di suicidarsi, ma chi osserva le immagini spera che prima o
poi altre comete mostrino tutta la loro bellezza prima di ritornare a chi le ha
generate.
Fig. 6
Sono
passati ormai due anni da quando cominciai a dedicarmi alla ricerca di comete
nelle immagini SOHO e fino ad ora ne ho scoperte 12. Ogni volta è una forte emozione vedere questi
pezzi di ghiaccio che improvvisamente compaiono nelle immagini e si muovono su orbite
che le portano ad avvicinarsi pericolosamente al Sole.
M. Oates, un altro
cacciatore di comete SOHO ha prodotto una serie di grafici che riproducono le
orbite apparenti delle comete Kreutz Sungrazer relativamente al mese dell’anno.
(Fig. 7)
Fig. 7 Traiettorie apparenti delle comete di Kreutz
per ogni mese dell’anno. Al centro c’è il Sole
In
questo modo si ha l’opportunità di sapere anticipatamente in quale zona delle
immagini guardare per osservare oggetti che si muovono compatibilemente con i
tempi, le velocità e l’orbita prevista.
Dal 1995 le camere C2 e C3 hanno ripreso moltissime immagini nelle quali
sono state indivisuate 528 comete (al 14 Ottobre 2002).
Come
si può notare nei grafici alcune comete seguono traiettorie che non sono
compatibili con quelle delle comete di Kreutz. Questo fatto non aveva destato sospetti, anche
perché il numero di comete non appartenenti alla famiglia di Kreutz era
piccolo.
Nel
Gennaio del 2002 M. Meyer dopo avere annotato
gli elementi orbitali della cometa C/2001 X8 (SOHO),
pubblicati nella circolare MPEC 2002-B01, si
accorse che nel suo data base c’era un’altra cometa la C/1997
L2 (SOHO) che aveva quasi gli stessi elementi orbitali. Comunicava così a B. Marsden la sua
osservazione e il direttore dell’ MPC era d’accordo sul fatto che si poteva
trattare di due comete che seguivano la stessa orbita e separate tra di loro di
circa 4.5 anni.
Meyer
incoraggiato dalla conferma di Marsden, cercò ulteriormente nel suo archivio e
scoprì che anche la cometa C/2001 E1 (SOHO)
aveva gli stessi elementi orbitali delle prime due. A questo punto non c’erano molti dubbi sul
fatto che si trattasse di tre comete che avevano seguito la stessa orbita e non
appartenenti alla famiglia di Kreutz, anche se il calcolo degli elementi orbitali
delle comete che arrivano così vicino al Sole risente del fatto che il numero
di osservazioni e quindi di posizioni astrometriche sono così poche da rendere
le orbite molto approssimate.
Un
altro gruppo di comete oltre quello di Kreutz fu così confermato nella
circolare MPC 44504.
Alla
luce di questi fatti anche B. Marsden cercò nel data base dell’MPC e trovò che c’erano altre comete che
avevano orbite simili tra di loro ma diverse da quelle del gruppo di Kreutz e
del nuovo gruppo di Meyer.
Erano
così due i nuovi gruppi di comete identificati grazie alle scoperte nelle
immagini SOHO.
Sembrò
logico a tutti i cacciatori di comete SOHO riguardare le immagini archiviate
alla ricerca di comete appartenenti ai gruppi di Marsden e Meyer. Il più attivo tra di noi è stato R. Kracht il
quale nell’arco di un anno ha trovato 65 comete quasi tutte nelle immagini
archiviate e inoltre notò che altre quattro comete avevavo elementi orbitali
uguali tra di loro ma diversi dagli altri gruppi. B. Marsden verificando il tutto ha
confermato un altro nuovo gruppo chimato gruppo di Kracht.
Anche
quest’ultimo come aveva fatto M. Oates ha prodotto dei grafici con le orbite
apparenti che seguono le comete appartenenti ai nuovi gruppi durante i mesi
dell’anno.
Negli
ultimi tempi la mia attenzione si è rivolta quindi a nuovi gruppi e dopo aver
scoperto un’altra cometa di Kreutz nel Giugno 2002
(C/2002 L5 – SOHO-461), il 30 Settembre ho individuato la più luminosa
delle comete appartenenti al gruppo di Kracht nelle immagini C3 che è stata
visibile anche nelle immagini C2 la C/2002 S11 SOHO-526
(vedi fig. 8).
Fig. 8
I valori medi
dei parametri orbitali dei tre gruppi sono i seguenti:
Gruppo |
q
in U.A. |
Peri |
Nodo |
i |
L |
B |
Meyer |
0.0360 |
57.51 |
72.10 |
72.67 |
97.13 |
53.60 |
Marsden |
0.0478 |
23.54 |
81.10 |
26.27 |
102.45 |
10.11 |
Kracht |
0.0469 |
54.75 |
46.75 |
13.36 |
100.76 |
10.79 |
Attulamnete
il gruppo di Meyer è costituito da 33 membri, quello di Marsden da 14 membri e
quello di Kracht da 14 membri con la mia ultima scoperta. Da una analisi di parametri orbitali ed in
particolare dei valori di L (Longitudine del perielio)
e B (Latitudine del perielio) si può notare che
il gruppo di Marsden e quello di Kracht sembra siano legati in qualche modo in quanto
i valori sono sostanzialmente uguali.
Le comete
appartenenti ai nuovi gruppi viaggiano su orbite che le rendono potenzialmente
visibili dalla Terra ed in particolare dall’emisfero Nord. E’ quindi possibile che in passato qualche
cometa molto luminosa ed appartenente ad uno di questi gruppi sia stata
osservata così come le luminose appartenenti al gruppo di Kreutz. Si sta cercando di individuarne qualcuna nei
report passati e si spera ne arrivi qualcuna osservabile da Terra per
effettuare studi più approfonditi.
Altri
aspetti sono la frequenza temporale non ben definita, l’apparente non attività
e la distribuzione degli elementi orbitali. Inoltre è possibile supporre che le
comete con bassa inclinazione (gruppi di Marsden e Kracht) siano in relazione
con le meteore chiamate Arietidi che sono
visibili di giorno.
Un’altra
interessante possibilità è che se si considera comune la direzione del
perielio, ci può essere una estensione verso una possibile più alta
inclinazione e quindi la possibilità di una relazione con la cometa 96P/Machholtz 1 osservata ultimamente proprio nelle
immagini C2 e C3.
La cometa 96P/Machholtz
1 nelle immagini C3 (Vedi anche
il sito http://digilander.libero.it/infosis/homepage/astronomia/comet.html)
Ciò
indicherebbe un legame con le meteore chiamate Quadrantidi.
E’ quindi
evidente che gli ultimi sviluppi riguardanti le scoperte di comete nelle
immagini SOHO hanno portato nuovi stimoli per lo studio e l’osservazione di
questi oggetti del cosmo così affascinanti e misteriosi che non smettono mai di
sorprenderci non solo con le loro fugaci e spettacolari apparizioni.
Toni
Scarmato
Associazione
Astronomica
San
Costantino di Briatico (VV)
Cacciatore
di comete, Novae, Supernovae, Asteroidi e Stelle Variabili
Ricercatore
Teorico sulla Formazione Stellare