Niente più bambini ai cortei. Lo vieterà una legge targata Forza Italia
Hanno cantato l’inno di Mameli in perfetto italiano e per non suscitare altre sorprese sul loro status di baby-cittadini - come accade a scuola con le loro maestre - si sono precipitati sotto le finestre di Montecitorio con indosso una maglietta con su scritto: «Made in Italy», per ribadire con forza che anche loro sono bambini italiani e non stranieri come li definisce la legge italiana.Ma il loro “canto” di protesta per la cittadinanza - raccolto dall’Udc che ha presentato in parlamento una proposta di legge ad hoc - non è sfuggito alla parlamentare azzurra Maria Burani Procaccini, che non appena ha visto quei bambini in piazza a manifestare - con accanto i loro genitori e la Comunità di Sant’Egidio - ha subito illustrato ai cronisti un provvedimento legislativo per la tutela dei minori di undici anni nelle pubbliche manifestazioni. In altre parole, ha messo un “bavaglio” ai bambini affinché non si ripeta mai più quello che accadde nell’ultima manifestazione contro la riforma Moratti: alunni delle elementari in corteo per la difesa del tempo pieno a scuola. Immediate le reazioni del centrosinistra e di genitori e insegnanti del Coordinamento per il tempo pieno.
Punizioni Nel “bavaglio” targato Forza Italia - con l’assenso anche del capogruppo del partito del premier, Elio Vito - non mancano le punizioni, anche in termini monetari per i genitori: chi porta i minori «alle riunioni in luogo pubblico» verrà punito con una sanzione amministratativa che va 500 a 200 euro. Non solo: nel caso in cui i bambini facciano il loro ingresso alle manifestazioni, i promotori sono tenuti ad annullare la manifestazione o o avvertire immediatamente la questura. Sarà poi il prefetto a decidere se impedirla o consentirla prescrivendo che non vi siano gli under-undici. Tutto questo non vale per le mamme o papà che incrociano sui loro passi un corteo e si fermano con i figli in spalla: a patto, però, che si allontanino in tutta fretta. E il divieto non si applica (guarda caso) alle manifestazioni religiose, a quelle sportivo-ricreative e a carattere «esclusivamente» educativo-culturali e in genere a tutte le iniziative che non siano «una forma di protesta contro persone o provvedimenti». In altre parole, stop ai bambini ma solo in corteo contro il governo. Ironia e sconcerto nelle reazioni del centrosinistra e tra i genitori e gli insegnanti del coordinamento per il tempo pieno. «È un chiaro esempio di come la paura e la faziosità politica possano far perdere il ben dell’intelletto», dice Livia Turco dei Ds. «Spero che sia solo una perdita d’intelletto passeggera - precisa l’esponente diessina - e che la presidente della commissione parlamentare dell’infanzia torni presto ad occuparsi seriamente dei bambini disagiati, di quelli adottati e dei piccoli che vogliono frequentare una scuola con il tempo pieno». Ma la Procaccini non molla. “Confessa” che la proposta di legge che vieta i minori ai cortei nasce da una lettera ricevuta dai giovani di Forza Italia all’indomani della manifestazione anti-Moratti. E precisa: «Un bambino non ha senso critico a quell’età. Ogni qualcosa gli si fa dire o fare viola la sua facoltà di espressione. Anche la Comunità di Sant’Egidio - ha detto la parlamentare azzurra - che ha obiettivi splendidi, avrebbe dovuto evitare che bambini così piccoli venissero qui a manifestare. Un bambino non dev’essere utilizzato in questo modo. Qual è il senso della mia legge? aprire un dibattito, affinchè partiti e sindacati ne prendano atto e facciano un codice di autoregolamentazione». Replica Mario Marazziti della Comunità di Sant’Egidio: «I bambini non sono stati utilizzati, ma sono portatori di una domanda a cui gli adulti non hanno mai pensato: il loro disagio nel sentirsi diversi pur essendo italiani. Per loro è incredibile sentirsi dire che non sono italiani». La casa delle proibizioni Per Alessandra Mussolini, ex deputata di An la «Casa delle Libertà sta diventando la casa delle proibizioni». D’Accordo Maria Chiara Acciarini, ds: «i bambini partecipano alle manifestazioni perchè condotti dai genitori, non in quanto soggetti reclutati dai sindacati e dai partiti». Mentre la diessina Anna Serafini si chiede: «Burani-Procaccini vuole davvero tutelare i minori o il governo dai bambini?». Rosy Bindi, della Margherita, pone invece un quesito a Forza Italia: «anche i ragazzi dell’Azione cattolica nel partecipare alla giornata della pace insieme al Papa potranno essere strumentalizzati dai genitori e dagli educatori»? Per la Bindi, i bambini sono «persone come tutte le altre», libere di partecipare alla vita associativa e anche alle manifestazioni. E contro la Pdl forzista scendono in campo pure i genitori ed i professori del Coordinamento per il tempo pieno. Marzia Mascagni, insegnante, la boccia senz’appello, come «inaudita». E dice: «tra poco torneremo alle regole instaurate durante il fascismo, per cui più di cinque persone non potranno fermarsi a parlare per strada».