Gli articoli sono tratti dai seguenti quotidiani:
 
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- Gazzetino
- Unione sarda
- Il Mattino
- La Nazione
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Repubblica-Bologna-"Più alunni e meno insegnanti"  18-03-2004
 
Cgil, Cisl e Uil durissimi sulla mancanza di personale della scuola
emiliana dopo la bozza di decreto ministeriale
"Più alunni e meno insegnanti"
I sindacati: tempo pieno garantito al 50 per cento delle richieste
"Non sono in organico i docenti per la seconda lingua alle medie. Classi sovraffollate"
ILARIA VENTURI
 
GLI avversari della riforma Moratti attendevano il governo alla prova delle cattedre. «Senza insegnanti altro che inglese, computer e, soprattutto, tempo pieno». I numeri sono usciti con la prima bozza del decreto ministeriale sugli organici per il 2004-2005. E i sindacati hanno fatto già i conti: in Emilia Romagna aumentano gli alunni (3.050 in più), cresce la domanda di tempo pieno (più 14 per cento) e vengono tagliate almeno 347 cattedre. «Esattamente un anno dopo: le bugie del governo», dicono ora con forza i Confederali della scuola denunciando «il fallimento della politica scolastica del governo e l´informazione demagogica e strumentale del ministero all´Istruzione».
Come l´anno scorso, la scuola emiliana e romagnola si prepara a un duro braccio di ferro. «Sarà peggio: i genitori potranno aver chiesto quello che vogliono, avranno solo quello che è possibile, ovvero meno dell´anno scorso» denunciano i segretari regionali Mario Gavanelli (Uil), Claudio Cattini (Cgil) e Lamberto Benini (Cisl). I loro numeri sono ben diversi:
«Per garantire la normale attività della scuola sono necessari almeno 700 insegnanti in più, di cui circa 300 alle elementari dove aumentano i bambini e la richiesta di tempo pieno e 200 alle materne, richieste da 2890 bambini in più».
Sarà guerra di cifre, battaglia sui posti. E´ già così adesso, contestano i sindacati: «I dati ministeriali e quelli dell´ufficio scolastico regionale sugli iscritti non corrispondono, non sanno nemmeno quanti alunni ci sono a scuola, giocano sui numeri per dire che nulla cambia. Non è così. Le tabelle sugli organici cambiano ogni due giorni e sempre in peggio». Conteggi «creativi», come la finanza di Tremonti. Per le materne, per esempio, il Ministero prevede 42 posti in più. «Ma sono gli insegnanti già in servizio quest´anno, ottenuti dopo le nostre proteste l´anno scorso», mette in chiaro Gavanelli. I sindacati contestano anche il conteggio degli studenti: prima era su base anagrafica, ora vengono considerate solo le iscrizioni, «senza gli immigrati e i bocciati». Il vero incremento - dicono Cgil, Cisl e Uil - è di 10.000 all´anno (32mila dal 2001-2002) e non di 3000. Così per i docenti. Se il confronto è fatto tra l´organico di diritto dell´anno scorso (quello teorico fissato a marzo) e le previsioni di quest´anno i conti non tornano, dicono i sindacalisti. Loro i conti li hanno fatti confrontando quanti insegnanti lavorano oggi nelle scuole e quanti ne sono stati previsti per il 2004-2005. Alle materne nessun nuovo
maestro, alle elementari il taglio risulterebbe di 91 posti, alle medie
invece ci sarebbe un aumento di 42 cattedre, alle superiori 298 professori in meno (senza contare i bocciati, si prevede un calo di 4621 alunni).
Capitolo dolente, il tempo pieno. «Con questi numeri - si infuria Cattini - sarà garantito, se va bene, il 50 per cento delle richieste». Poi c´è il
sostegno: 2951 insegnanti, mentre ce ne vorrebbero 3150. E non sono in organico i docenti per la seconda lingua alle medie. Per i sindacati scoppierà il problema del sovraffollamento delle classi. Infine, il bilancio delle scuole regionali: il taglio è di 33 milioni e 200mila euro rispetto al 2003, mentre le spese per personale di ruolo e supplenze è calato del 5,5%.
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Gazzetino-Scuola, il sindacato denuncia i "tagli"      18-03-2004
 
Posti aggiuntivi solo alle materne
Scuola, il sindacato denuncia i "tagli"
«I docenti sono insufficienti»
 
Pordenone (a.b.) "Pesala con gli occhi" è lo slogan lanciato dai sindacati sull'assetto della scuola dell'era Moratti. Secondo la Cgil provinciale, la "dieta" raggiungerà l'apice il prossimo settembre, quando la riforma entrerà in pieno vigore. L'ultima tirata di cinghia è causata dalla recente circolare sugli organici 2004-2005, che delinea la mappa delle contrazioni diffuse nelle scuole del Friuli Occidentale. L'occasione per discutere di questi temi sarà, lunedì prossimo, alle 17, nella media media Lozer di Torre.
L'unico settore che godrà di qualche posto aggiuntivo sarà la scuola
dell'infanzia, ma i numeri sono alquanto irrisori: 219 posti docenti a
livello nazionale, 13 nella nostra regione, dunque soltanto qualche unità alla provincia di Pordenone, che non riesce a coprire nemmeno l'aumento di iscritti. Sono state istituite due nuove sezioni (Azzano Decimo e Sacile), un nuovo istituto a Cordenons, si contano 100 bambini in più e liste d'attesa un po' ovunque. Secondo la Cgil Scuola, servirebbero ulteriori 13 insegnanti, per non parlare poi degli eventuali scolari "anticipati" (coloro che compiono 3 anni entro il 28 febbraio 2005, ndr).
I tagli si faranno sentire soprattutto alle elementari con meno 71 docenti in regione, a fronte di un continuo aumento di iscritti (200 soltanto nel Friuli Occidentale). Sarebbero necessari dunque almeno 16 insegnanti soltanto per la nostra provincia. La discordanza tra i dati del ministero e quelli rilevati dal sindacato si fa sentire anche alle medie: i posti assegnati al Friuli Venezia Giulia sono solo 34. Calo di 15 posti docenti in regione alle superiori che si accompagna all'uniformazione alle 18 ore di tutte le cattedre d'insegnamento. Lievita, anche qui, il numero degli studenti e, probabilmente, anche il numero medio di alunni per classe.
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Unione sarda - Scuola sarda, in arrivo nuovi tagli    17-03-2004
 
Viale Trastevere
Direttive contenute in una circolare ministeriale illustrata ai sindacati
nazionali Sciopero il 26 marzo Il ministro Moratti non molla la scure e, a colpi di mille tagli l’anno, continua a far subire alla scuola sarda una drastica cura dimagrante. Così, dopo l’anno più scandito da proteste e scioperi (il prossimo il 26 marzo, con manifestazione a Cagliari), a tre mesi dalla fine delle lezioni, ecco che suona la prima campanella d’allarme per gli organici 2004-2005.
Sotto tiro le cattedre dei docenti, prime vittime di un’operazione
chirurgica annunciata dal ministero di viale Trastevere nella bozza di
circolare illustrata ai sindacati. A dare i numeri per la Sardegna è la
Cgil-scuola: nel prossimo anno scolastico spariranno 431 docenti, mezzo migliaio di posti che il ministro dell’Istruzione Letizia Moratti ha già messo sotto la scure. E se questi sono ormai persi, tutti gli altri non sono affatto al sicuro: a rischio i posti di bidelli e amministrativi (Ata) e quelli degli insegnanti di sostegno, da sempre falcidiati dal Governo a discapito dei portatori di handicap. Per ora la partita è top secret.
«Ecco la scuola che cresce del ministero Moratti - ironizza il segretario regionale della Cgil-scuola, Peppino Loddo - così si risponde agli altissimi tassi di dispersione scolastica nell’Isola, riformando a colpi di nuovi tagli che si aggiungono alle migliaia e migliaia di posti soppressi negli ultimi anni». Insomma, l’emorragia continua: è da 3-4 anni che più di mille dipendenti della scuola sarda non rispondono all’appello. Prima lavoravano (si pensi ai supplenti docenti che quest’anno sono rimasti per strada), ora non più: non c’è più bisogno di loro in una scuola che perde sì alunni (-2,73%) ma anche ore di tempo pieno, di lingua straniera o altri pezzi di istruzione.
I docentiSardegna al vertice delle regioni che subiscono i trattamenti piùpesanti. La revisione ministeriale sfoltirà gli organici dei docenti di circa mezzo migliaio di posti. Il che significa: dai 23.422 docenti si
passerà ai 22.995, l’1,84% in meno rispetto all’anno in corso (-0,8%
nazionale). Nella scuola dell’infanzia, generosità di un ministro, 4 posti in più: dai 2874 ai 2878. «Vengono a malapena confermati i posti del corrente anno, nonostante un notevole trend di crescita - fa notare Loddo - è il peggiore risultato a livello nazionale». Alle elementari spariranno 262 posti (da 6859 a 6597), il 3,82% in meno, «la percentuale più alta».
Alle medie la riduzione è di 112 posti (da 5618 a 5506), «dovuta - spiega la Cgil - al calo degli alunni e alla distruzione delle cattedre con orario inferiore alle 18 ore settimanali. Sarà quindi impossibile estendere in questo grado di scuola il tempo prolungato, sperimentazioni di seconda lingua, di musica o altro. Anzi si ridurrà quello che c’è». Superiori: 57 tagli (da 8071 a 8014. «Qui si sconta anche la sciagurata scelta - accusa Loddo - di aver ridotto l’obbligo scolastico di un anno: dopo la scuola media molti studenti non studiano più».
SostegnoNon si conoscono ancora i singoli dati ma la circolare ministeriale dice che sarà riconfermato l’organico di diritto del 2003. Se i calcoli saranno fatti a norma di legge la Sardegna dovrebbe ottenere 1684 posti per insegnanti di sostegno, ma lo scorso anno i sindacati sono riusciti a strappare ben 748 posti in più, «che dovremo provare a riottenere uno per uno dalla direzione regionale, spesso non tanto sensibile verso l’handicap».
Le rivendicazioniLa Cgil-scuola chiede «all’assessore regionale alla
Pubblica istruzione Tonino Falchi di impedire questi ulteriori tagli,
rivendicando condizioni migliori per le scuole sarde. Al direttore Armando Pietrella chiediamo di esercitare almeno una volta il suo ruolo e al personale della scuola di rivendicare con noi in piazza una decente istruzione per gli alunni sardi».
Carla Raggio
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Repubblica-Bari-Scuole, la scure della Moratti in Puglia addio a 582 docenti         17-03-2004
 
Ecco la bozza dei tagli decisi per il prossimo anno nonostante le promesse del ministro in tv
Scuole, la scure della Moratti in Puglia addio a 582 docenti
ANNA GRITTANI
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Quasi seicento insegnanti in meno, il prossimo anno, in tutta la Puglia: per la precisione, 582. Sono i professori che, in sordina, il ministro dell´Istruzione Letizia Moratti ha deciso di tagliare nonostante le promesse in senso opposto fatte appena pochi giorni fa a "Porta a Porta".
Un totale che si definirà attorno alla prossima settimana, quando saranno chiuse le contrattazioni tra ministero e sindacati a livello nazionale.
Operazione alla quale seguirà la definizione del decreto interministeriale siglato dai ministri dell´Istruzione e dell´Economia. Mentre la direzione scolastica regionale della Puglia attende proprio questo documento per poter procedere alla definizione degli organici per il prossimo anno scolastico, si diffonde in via informale la bozza del decreto che illustra i numeri dei docenti da tagliare.
La scuola primaria (così la riforma Moratti definisce le elementari) in
Puglia dovrà fare a meno di 247 maestri, la secondaria di primo grado (cioè la media), sarà costretta a rinunciare a 103 professori, mentre 245 colleghi voleranno via dagli organici delle superiori (cioè dalla secondaria di secondo grado). Fa eccezione la scuola dell´infanzia dove si prevede, invece, un´aggiunta di 13 insegnanti, pochi tuttavia per i 4.400 alunni in più iscritti al prossimo anno. È probabile, anzi si spera, che questa bozza venga ritoccata con qualche decurtazione in meno, ma l´orientamento del governo è chiaro: ancora tagli, per il terzo anno consecutivo.
Un´operazione che tuttavia, quest´anno, coglie di sorpresa il grande
pubblico dopo le rassicurazioni televisive del ministro Moratti, che,
sostenuta dal premier Berlusconi nel salotto di "Porta a porta", garantiva che gli organici di elementari e medie non avrebbero subito tagli. Gli stessi sindacati della scuola non hanno ben chiara la situazione. Non si capisce infatti se il taglio dei 582 insegnanti faccia parte dell´operazione prevista dalla Legge finanziaria di 12.500 posti in meno in tutta Italia, o sia addirittura una sforbiciata ulteriore. Una cosa è invece chiara: la scuola pugliese, già in ginocchio per i tagli degli anni scorsi, rischia di non risollevarsi più.
Correva l´anno 2002 quando Letizia Moratti firmava con Tremonti un decreto che eliminava dagli organici della Puglia 744 insegnanti. Nell´annata successiva i docenti in meno dovevano essere addirittura 891, poi però ne furono salvati 30 grazie ad una concertazione tra Snals, Cisl e Uil (comparto scuola) e Direzione scolastica regionale. Di lì a poco, con l´approvazione della riforma e la riapertura delle iscrizioni in prima elementare per i bambini anticipatari, furono aggiunti dal Miur 119 posti per i maestri. Il taglio complessivo si ridusse quindi a 742 docenti.
Un´operazione complessa per lo staff del direttore regionale
dell´istruzione Giuseppe Fiori, che fu condotta portando le classi a 25 alunni e l´orario degli insegnanti a 18 ore.
Le conseguenze sono apparse drammaticamente evidenti nell´anno cominciato in settembre: aule stracolme e istituti dove per inseguire le 18 ore dei docenti sono state separate le discipline gemelle come storia e filosofia, o matematica e fisica. E, ancora, licei dove gli insegnanti di lingue e quelli di matematica sono stati cambiati anche all´ultimo anno, in barba alla continuità didattica. Tagliare, per la direzione scolastica, quest´anno sarà un´operazione ancora più ardua e per le scuole un colpo insostenibile. Gianni Milici, segretario generale della Cgil scuola della Puglia, definisce la situazione preoccupante più che mai: «Il taglio ? commenta - è inferiore solo in apparenza rispetto agli anni scorsi, perché in realtà va ad aggiungersi ai danni precedenti. Poi c´è lo spettro della scure sugli insegnanti di sostegno, e già si parla di 800 posti in meno in tutta Italia».
Un motivo in più per aderire allo sciopero generale del 26 marzo che Cgil, Cisl e Uil scuola appoggiano in pieno. Per questo i sindacati si sono organizzati con assemblee a tappeto convocate dalle segreterie provinciali a partire dal 22 marzo. Si comincia lunedì prossimo ad Altamura, Gravina, Santeramo, Spinazzola, Cassano, Gioia del Colle, Giovinazzo e Turi. Le assemblee proseguiranno tutti i giorni in altri Comuni sino al 25 marzo.
Con un argomento in più: 582 professori "tagliati".
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Mattino - Salerno - Precari, altri 300 tagli     16-03-2004
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Precari, altri 300 tagli
GIANNI COLUCCI
 
Tornano a manifestare gli insegnanti precari. Oggi alle 17, presso l'aula magna della scuola elementare «Vicinanza» a salerno assemblea dei precari della provincia di Salerno: protestano contro gli ulteriori tagli agli organici e «all'attacco al diritto allo studio degli alunni diversamente abili». Se la prendono direttamente con chi applica le nuove direttive ministeriali che «impongono soppressioni indiscriminate delle cattedre di sostegno trovando sul nostro territorio esecutori fedeli nel dirigente dell'Ufficio scolastico regionale, Bottino e in Iannuzzi, dirigente del centro servizi amministrativi di Salerno», dice Alessandro D’Auria che fa parte del coordinamento dei precari.
All’assemblea il cordinamento dei precari ha invitato gli assessori del comune di Salerno, Ermanno Guerra e della Provincia Pasquale Stanzione:
«Temiamo che l'adozione dei piani di zona (progetti di lavoro sull'handicap elaborati da soggetti privati, finanziati dai comuni ed infine proposti alle singole scuole) possa essere uno degli strumenti per decimare gli organici di sostegno. per questo chiediamo alle amminisrazioni locali di prendere una posizione». Gli insegnanti di sostegno in provincia di Salerno sono un migliaio e tutti in sostanza rischiano di rimanere fuori dalla scuola. L’anno scorso sono stati un centinaio quelli rimasti senza cattedra. Per quest’anno si parla di un taglio ulteriore del 30% delle cattedre di sostegno; sono circa 1500 ed è facile calcolare che siano a rischio almeno due o trecento insegnanti.
E i genitori? Ci sono denunce al tribunale civile, anche a Salerno qualche caso. Chi ha denunciato arriva ad ottenere ascolto. Ma sono quei genitori meno attrezzati culturalmente e svantaggiati economicamente a vedersi sottratta l’assistenza. Anche le richieste dell’equipe piscopedagogica che effettua controlli nelle scuole non riescono a far molto in presenza di questi tagli. Solo i genitori o i docenti che rendono pubbliche le situazioni di mancata assistenza ad alunni disabili possono far cambiare le cose. «Il timore di ritorsioni da parte de dirigenti scolastici tiene nascoste molte situazioni», dicono i precari. Finisce che un unico insegnante di sostegno tiene in carico più alunni disabili e rinascono, di fatto, le classi differenziate. I precari ribadiscono che l'insegnante
specializzato di sostegno all'alunno disabile è necessario per la piena realizzazione del diritto all'educazione, allo sviluppo della personalità e all'istruzione della persona handicappata. Circa poi gli interventi di supporto agli alunni con handicap e interventi di personale educativo esterno con progetti individuali per le persone disabili, secondo i precari non sono legittimi né utili se si sovrappongono in orario scolastico con le attività già programmate dalle Scuole. Infine rimarcano che gli alunni con handicap non possono essere estromessi dalla classe per seguire progetti
esterni alla scuola, ma devono essere messi nella condizione di partecipare alla vita e alle attività della propria classe e dell'intera comunità scolastica.
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La Nazione - Umbria - Tagli agli organici dei prof, settanta cattedre in bilico         16-03-2004
 
SCUOLA Mentre i sindacati lanciano l’allarme sulle sforbiciate
ministeriali, 255 professori di religione sono pronti per il primo concorso in ruolo
Tagli agli organici dei prof, settanta cattedre in bilico
PERUGIA — La scuola umbra rischia di perdere una settantina di cattedre. Il prezzo più alto lo potrebbe pagare la scuola primaria, ex elementari, dove sembra che verranno sacrificati una trentina di insegnanti. Sette li perderà la media, 18 le superiori, uno la scuola d’infanzia, con 11 sforbiciate che si abbatteranno anche sui sostegni. Cgil, Cisl e Uil, sventolando i dati della bozza della circolare ministeriale sugli organici per il 2004-2005, hanno deciso di correre ai ripari e bloccare, fin dove è possibile, questa emorragia annunciata. I sindacati per il momento preferiscono non commentare i tagli. Lo faranno il 23 marzo prossimo, durante le assemblee sindacali che paralizzeranno tutto il pianeta scuola e che dovrebbero spianare la strada alla manifestazione nazionale del 26 a Roma.
Intanto però, mentre da un lato si sacrificano cattedre, dall’altro, per la prima volta nella storia della scuola, sta per mettersi in moto la macchina del concorso per le immissioni in ruolo dei docenti di religione. Nella sede di via Palermo, l’ufficio diretto dalla dottoressa Eleonora Bodo, fa sapere che sono pervenute 110 domande per la scuola primaria e 145 per la secondaria. Si tratta di un «concorso riservato» per esami e titoli ed è appunto finalizzato a togliere dal limbo della precarietà i professori di religione, che fino ad ora avevano tutti docenze a tempo determinato. Se è ancora top secret dal Ministero il numero dei posti messi a concorso, a breve, e forse anche questa mattina, dovrebbe uscire il calendario delle prove scritte e la sede dove espletare il concorso. L’idoneità dei candidati, una volta superate le prove, sarà poi rilasciata dal Vescovo.
Silvia Angelici
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