Moratti  e Berlusconi hanno promesso pubblicamente mari e (Tre)monti a tutti. In realtà la scure di Morattila è spietata.
 
Prosegue il mio viaggio nella quarta "I" ("I" tagli) della scuola riformata.
 
Da Trieste a Palermo le scuole elementari subiscono riduzioni del personale docente.
 
- Il Piccolo: "Scuola primaria, ritorno alle classi sovraffollate "
- Repubblica Palermo: "Boom di domande ma il tempo pieno rimarrà per pochi "
 
Aggiungo un terzo articolo sui tagli allo studio della lingua inglese.
Secondo Valentina Aprea, il braccio destro di Moratti, per imparare meglio l'inglese bisogna dimezzarne le ore di studio. In attesa di conferme da parte dei pedagogisti, ci fanno sapere che le ore dimezzate saranno di "qualità". Quale qualità? Quella della TV, ovvio. Come disse Berlusconi e come conferma Aprea, i bambini, durante la "refezione" potranno mangiare e guardare il "Divertinglese". E così la prima "I" crescerà rigogliosa.
 
I tagli allo studio dell'inglese erano uno dei motivi della nostra
manifestazione del 17 gennaio a Roma. Sarebbe stato bello se gli organi di informazione avessero informato i cittadini di ciò che sapevamo da tempo:
la riforma è una riforma di tagli, non di ampliamento dell'offerta formativa.
 
Buona lettura.
 
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Il Piccolo - Scuola primaria, ritorno alle classi sovraffollate   19-03-2004
 
dati delle preiscrizioni e la rigidità della riforma Moratti preoccupano la Uil. Chiesto lo scorporamento degli iscritti agli istituti sloveni Scuola primaria, ritorno alle classi sovraffollate
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Classi sovraffollate con conseguente scadimento della qualità dell’offerta formativa. È il futuro delle scuole dell’infanzia e delle scuole primarie dell’Isontino secondo le (fosche) previsioni della Uil-scuola.
Uno scenario preoccupante che emerge dal monitoraggio dell’organico di diritto 2004-2005 effettuato dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e che si rifà ai dati sulle preiscrizioni forniti dai dirigenti scolastici. Diversi gli spunti di riflessione.
I NUMERI. Secondo le tabelle ministeriali ci saranno 75 alunni in più nelle scuole dell’infanzia e 81 nelle scuole primarie della nostra provincia. Nel primo caso si passerà dai 2 mila 730 alunni dell’organico di fatto 2003-2004 (che diventano 2713 nell’organico di diritto del medesimo anno scolastico) a 2 mila 805 secondo le previsioni dell’organico di diritto 2004-2005. Numeri in crescita anche per la scuola primaria dove si va dai 4
mila 945 alunni dell’organico di fatto e dai 4 mila 930 dell’organico di diritto dell’anno scolastico tuttora in corso ai 5 mila 26 dell’organico di diritto 2004-2005. La preoccupazione della Uil-scuola nasce dal fatto che non sono state state previste nuove sezioni per accogliere i bambini in più. Il che comporterà - secondo Ugo Previti della Uil-scuola - un ulteriore «sovraffollamento delle sezioni isontine».
GLI ALUNNI PER CLASSE. Pertanto, dati alla mano, si va verso una media di 17 alunni per classe per quanto concerne la scuola primaria (nell’anno scolastico in corso sono sedici) e di quasi 24 alunni per sezione nella scuola dell’infanzia. E i genitori cominciano già ad alzare la voce, convinti che la qualità dell’insegnamento può venir meno di fronte a sezioni così numerose.
I SINDACATI. Ma il dato non è realistico, sottolinea Ugo Previti della Uil-scuola, «perché vengono messe nel medesimo ’calderone’ le scuole italiane e le scuole della minoranza slovena. Che, come si sa, possono tenere in vita delle sezioni con pochissimi alunni. Andrebbero, quindi, scorporati gli organici delle due scuole. In questa maniera scopriremmo che, in realtà, le sezioni sono composte da molti più alunni rispetto a
quelli che sono i dati e le proiezioni fornite dal ministero dell’Istruzione. E così l’sos delle classi e delle sezioni sovraffollate assumerebbe connotati ben più preoccupanti». Questo,pertanto, chiede oggi la Uil-scuola: ovvero di «scorporare» i dati relativi alle due realtà scolastiche.
Francesco Fain
 
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Repubblica - Palermo - Boom di domande ma il tempo pieno rimarrà per pochi    21-03-2004
 
L´ALLARME
I tagli del ministero impediscono l´incremento Boom di domande ma il tempo pieno rimarrà per pochi
Oltre 11 mila famiglie chiedono lezioni dalle 8 alle 16 Cgil: "Più lontani dal Nord"
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Voglia di tempo pieno nelle scuole elementari siciliane. Ma oltre duemila famiglie, per via dei tagli agli organici degli insegnanti, non potranno essere accontentate. Avverte Enza Albini, leader regionale della Cgil Scuola: «È il momento in cui si svela chi dice le bugie e chi invece dice la verità sulla riforma Moratti».
I primi dati sulle iscrizioni per il prossimo anno scolastico (quello della riforma), raccolti dal ministero dell´Istruzione per definire il taglio di 12.600 posti stabiliti dalla legge finanziaria di tre anni fa, fanno registrare in Sicilia un boom di richieste. Le famiglie che hanno optato per la scuola elementare con lezioni dalle 8 alle 16 sono aumentate del 25 per cento in un solo anno, passando da 9.100 a quasi 11.400. Ma a causa del tetto imposto dal dicastero retto da Letizia Moratti sul tempo pieno
all´elementare e su quello prolungato alla media, a settembre si potranno attivare al massimo gli stessi posti funzionanti quest´anno.
Così 2.300 famiglie che al momento dell´iscrizione, nel gennaio scorso, hanno scelto il tempo pieno si sentiranno dire: «Ci dispiace, non c´è posto». E dovranno accontentarsi della scuola elementare «vecchio stile».
Nella sola provincia di Palermo rimarranno deluse oltre 300 famiglie. Secondo la Cgil «il divario tra Nord e Sud del Paese si accentuerà ancora».
«Come al solito - dice la Albini - ci allontaneremo dal Nord, dove ormai esiste una cultura del tempo pieno e dove le amministrazioni locali hanno già garantito le strutture necessarie per prolungare il tempo scuola nel pomeriggio».
Il rischio segnalato dagli operatori è che a farne le spese siano le fasce più deboli della popolazione, quelle che spesso sfuggono anche alle lezioni normali. È nei quartieri più poveri che il tempo pieno produce i maggiori benefici. Basti pensare al Capo, dove le mamme difendono con le unghie l´orario prolungato delle lezioni perché «uscendo prima dalla scuola i
bambini restano a girovagare per strada», spiegano le maestre.
Ma c´è anche chi vede in questi dati aspetti positivi. «È la vittoria del tempo pieno - dice Giovanni Pusateri, vice presidente dell´Associazione nazionale dei presidi e direttori didattici - Finalmente le famiglie hanno capito che il tempo pieno o prolungato, oltre alle attività teoriche tradizionali, consente un´offerta formativa aggiuntiva: quella operativa dei laboratori pomeridiani. Questo aspetto va recuperato, a patto che le ore aggiuntive siano impiegate con attività di qualità».
Ma la resa dei conti tra governo e sindacati non è solo sul tempo pieno. La settimana prossima, sulla base delle previsioni del ministero, saranno definiti i tagli per il prossimo anno scolastico. Sarà la scuola superiore a pagare il prezzo più salato. Solo in Sicilia, a fronte di un presunto calo di quattromila studenti, il ministero conta fare saltare 424 cattedre. Ma già il cervellone ministeriale, anziché una diminuzione, conta 2.400 alunni in più. «È un modo per precarizzare la scuola, per poi effettuare i tagli in modo indolore», commentano i sindacati.
 
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Repubblica - Il governo conferma:Ore di inglese dimezzate alle medie      20-03-2004
 
L´insegnamento della lingua era una delle "tre I" del programma elettorale di Berlusconi
Ore di inglese dimezzate alle medie le sorprese della riforma Moratti
Dal prossimo anno scolastico passeranno da 99 a 54 l´anno Polemica alla Camera
La difesa del sottosegretario Aprea "Puntiamo sulla qualità più che sulla quantità"
MARIO REGGIO ROMA - La teoria delle "tre I", inglese, internet e impresa, sbandierata dal presidente del Consiglio per esaltare la riforma Moratti, perde i pezzi per strada. Dagli slogan ai fatti: le ore di lezione della lingua inglese alle medie, passeranno dalle attuali 99 a 54 l´anno. In pratica un´ora e 38 minuti a settimana, contro le tre di oggi. La notizia era stata anticipata da Repubblica lunedì scorso. E ieri, rispondendo ad un´interrogazione dei parlamentari della Margherita Andrea Colasio e Franca Bimbi, il sottosegretario all´Istruzione Valentina Aprea ha dovuto ammettere la verità.
«È vero, ci sarà una diminuzione del monte ore annuale - ha risposto Valentina Aprea - compensata però da un aumento alle elementari: un´ora a settimana nella prima classe e due nelle successive quattro». Ma sarà davvero così? Facciamo due conti. Oggi, alle elementari, l´orario normale prevede 30 ore d´insegnamento e settimana che salgono a 40 con il tempo
pieno. Dal prossimo anno scolastico le ore settimanali scenderanno a 27, delle quali due di religione, quindi la didattica dovrà essere ripartita in 25 ore. Quindi tutti i programmi, gestiti direttamente dalle scuole grazie all´autonomia, dovranno essere compressi. Ci sarà spazio per le due ore d´inglese a settimana? Ma non basta. Oggi, in molte scuole elementari le lezioni di lingua straniera sono tre a settimana. Qualche dubbio è venuto anche al parlamentare della Margherita, Andrea Colasio: «Il taglio alle medie, comunque, non è compensabile con l´aumento
annunciato per elementari, perché nei primi anni di scuola l´apprendimento non può che essere basato sul gioco e non strutturato e impegnativo come avviene col passaggio alla scuola secondaria». La replica del sottosegretario all´Istruzione Valentina Aprea è imbarazzata: «Le scuole, nella loro autonomia didattica, possono utilizzare gli spazi dei laboratori
per veicolare in una lingua comunitaria anche insegnamenti diversi da quelli linguistici. Inoltre ci sono altre misure di accompagnamento che, soprattutto in ambito domestico, possono consolidare l´uso e la conoscenza della lingua». Comunque la riforma non si tocca: «L´obiettivo fondamentale
è quello di migliorare la qualità, piuttosto che la quantità degli
insegnamenti - ha concluso - quello che conta sono le
competenze conseguite alla fine dei percorsi formativi, e non le ore di insegnamento erogate»
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