Giovedì 11 dicembre insieme a Mara Montagna ho fatto parte di una delegazione di insegnanti e genitori che è stata ricevuta in audizione alla VII Commissione Senato in merito al decreto attuativo del 12 settembre. Facevano parte della delegazione membri di coordinamenti di varie città (Torino e provincia, Varese, Saronno, Buccinasco (MI), Parma, Reggio Emilia, Genova, Lodi e forse ne ho dimenticata una, me ne scuso; Arezzo e Roma, inoltre, all'ultimo momento non hanno potuto presenziare per motivi di salute e di trasporti), che si riconoscono nella linea che esprime il "Manifesto dei 500", ne condividono gli appelli ed i documenti e ne hanno affiancato in piena autonomia e libertà di inziativa l'attività negli ultimi mesi.
Presto vi saranno inviati i verbali dettagliati dei nostri incontri preliminari e dell'audizione: devo ringraziare fin d'ora i colleghi di Torino e Milano per questo meticoloso e puntuale lavoro di registrazione e relazione che svolgono per tutti noi; ne conosco la complessità e la fatica. Avrete i nomi di tutti i membri della delegazione, ne conoscerete la precisa provenienza geografica e saprete i nomi dei senatori che abbiamo incontrato.
Io invece vorrei solo comunicarvi l'impressione generale che mi è rimasta della giornata in Senato (forse viziata dall'Odissea del viaggio, tra scioperi dei treni, taxi, autobus, aerei sospesi e pulmini), e commentarvi alcuni dei colloqui avuti.
Purtroppo, se ripenso a quelle ore, a quei discorsi, e soprattutto a quell'atmosfera, ho davanti agli occhi un quadro assai triste di chi ci rappresenta. Mi è sembrato che ci siano moltissimi incompetenti, per i quali parlare di tutor o di laboratori, di mensa o di tempi distesi, di compresenze e programmi nazionali è pura fantascienza. C'è solo da augurarsi che abbiano qualche moglie, figlia o sorella insegnante, come il senatore Bevilacqua, che ci ha detto "eh, non mi parlate del tutor, che mia moglie che fa la maestra non ne vuole proprio sapere". Speriamo che la prossima volta in riunione ci sia lei. I due senatori dell'UDC e di Forza Italia che lo accompagnavano, non ne ricordo i nomi, ma sono membri della VII Commissione, brancolavano letteralmente nel buio, probabilmente non avevano neanche letto il testo del decreto e della legge 53.
I pochi che ne capiscono qualcosa sono tirati per la giacca se fanno parte della maggioranza, e bellamente ignorati se della minoranza, e non solo dai "nemici", ma anche da molti degli amici.
Incompetenti o muti per varie ragioni: lo dico con vero dispiacere, perchè è davvero triste sapere di essere governati in questo modo; ed è proprio una magra consolazione pensare che peggio vanno le cose, peggior figura ci fa la maggioranza. A qualcuno questo può anche bastare, ma a chi ha a cuore la scuola pubblica non basta davvero.
Tra quelli che forse ne capiscono qualcosa penso ci sia anche il senatore Asciutti, presidente della Commissione (FI), al quale è evidente che questo decreto fa praticamente schifo, ma non può e non vuole dirlo apertamente. Prende tempo, e intanto si arrabbia sempre di più. Infatti, nel colloquio preliminare all'audizione, che Asciutti ha concesso e al quale hanno partecipato Varlado e Montanari di Torino e diversi altri colleghi, era molto teso e tirato, infastidito dal suo stesso ruolo, e ha detto chiaro e tondo che così com'era il decreto non sarebbe passato con l'approvazione della Commissione, perchè il tempo pieno loro lo vogliono salvaguardare. Ma il tutor?, gli è stato chiesto. "Quello dovete tenervelo", ha risposto lui e poi ha messo fine all'incontro, dicendo che avremmo avuto modo di parlarne in audizione. Audizione nella quale, circa due ore e mezza più tardi, ha assunto un atteggiamento ancora più odioso ed indisponente, con noi e con due suoi colleghi, la Acciarini (DS) e una senatrice dello SDI che, devo dargliene atto (e lì avremmo potuto giocarcela meglio) cercavano di aiutarci ad allungare l'incontro che Asciutti aveva rigorosamente fissato in 15 minuti e definito una audizione, non una discussione, tagliando bruscamente il tentativo di Varaldo di coinvolgerli in un confronto.
L'audizione
Nell'audizione abbiamo avuto comunque modo di dire molte cose che ci premevano, su doppio organico e contitolarità, sui tempi distesi di apprendimento, sui diritti dei bambini nella scuola, sulla centralità della famiglia nell'attuale progetto, con tutte le sue possibili aspettative in ribasso o in rialzo rispetto alle reali condizioni cognitive ed emotive del bambino. Abbiamo avuto occasione di parlare della ricaduta che questo impoverimento della scuola elementare può avere sul successivo percorso scolastico e formativo degli alunni, dei nuovi programmi scolastici delle elementari e delle medie che aboliscono la ripetizione delle epoche storiche e dimezzano i programmi di matematica e scienze, della gravità dell'abolizione dell'obbligo scolastico e del progressivo svuotamento di valore dei diplomi di maturità, demandando all'università il compito, nelle lauree brevi, di formare tecnici e quadri intermedi senza averne le strutture e le possibilità e con spese consistenti per le famiglie.
Siamo poi stati informati degli emendamenti al testo del decreto apportati per soddisfare le richieste delle Regioni e dell'ANCI. Si congela la situazione per il prossimo anno in quanto ad organici, garantendo le 40 ore settimanali gratuite alle famiglie per il 2004/05, per lo stesso numero di posti di quest'anno; ma non si garantisce in alcun modo la permanenza degli attuali tempo pieno e prolungato, in quanto non si rinuncia al tutor e quindi si smantella l'impianto stesso delle compresenze e della contitolarità. Abbiamo fatto cenno alla questione dei laboratori, e più specificamente dei LARSA, che si prefigurano come vere e proprie classi differenziali. Abbiamo ripetuto che 27+3+10 non fa le 40 ore dell'attale tempo pieno. Abbiamo prefigurato che riguardo al tutor e ai piani di studio personalizzati si può prefigurare l'eccesso di delega. Ci siamo lasciati sfuggire l'occasione di spiegare meglio che cosa significhino il tempo mensa e ricreazione, alla quale la provocazione della Acciarini forse voleva invitarci.
Ma dovete capirci: il clima era davvero teso. Unica nota ad alleggerirci il morale: una agenda Moratti con su scritto in nero indelebile "RESPINTA" portata in Commissione dalla stessa senatrice DS.
I DS e la riforma
Prima dell'audizione abbiamo avuto modo di intrattenerci a lungo con la senatrice Acciarini (DS), che sicuramente ci ha dato prova di essere competente in materia, se non altro perchè ha insegnato diversi anni ed è stata preside per sette in vari ITC.
Le abbiamo chiesto speigazioni riguardo alle dichiarazioni di D'Alema e del buon senso, e lei ci ha detto che quella è la posizione minoritaria nel partito, e che sia lei sia Alba Sasso sia Rainieri hanno detto chiaro e tondo che non esiste possibile continuità con questa riforma. Ha poi dichiarato che se dovesse cambiare la linea del partito su questa materia lei strapperebbe la sua tessera. (Ma mentre lei ci diceva tutto ciò, in un convegno una certa Mancino, se non sbaglio, diceva che i DS sono del tutto favorevoli alla modifica dello stato giuridico degli insegnanti ed alla chiamata diretta del dirigente).
Alla Acciarini abbiamo chiesto cosa pensano di fare in materia scolastica e lei ci ha detto che è difficile come sappiamo muovere l'opinione pubblica sulle tematiche della scuola, che del resto loro hanno le mani legate, non ci sono i numeri, che deve esserci una mobilitazione dal basso e che ad esempio lei lo ha detto ai girotondi che avrebbero dovuto essere davanti a Montecitorio quando è passato il decreto del 12 settembre.
(Non potevamo crederci: sta a vedere che è colpa dei girotondi se è passato il decreto attuativo. Infatti, solo i girotondi avrebbero potuto se non fermare, almeno denunciare la gravità del decreto, il secondo partito italiano no, l'opposizione no). Noi le abbiamo chiesto di appoggiare più concretamente la nostra azione dal basso, di darci visibilità e sostenerci nelle nostre azioni (non diteci che non potrebbero pagare qualche paginone dei quotidiani nazionali per dare visibilità alle mobilitazioni sulla scuola), se proprio pensano di non potercela fare loro.
Le abbiamo chiesto se non è stato un errore puntare tutto sul tempo pieno, visto che il governo gioca sulla confusione, sulla disinformazione e sul ricatto dei dirigenti, ma lei ci ha detto che il tempo pieno è il più forte argomento sul quale creare movimento e quindi bisogna puntare su quello. Ci ha poi confermato una cosa che sapevamo già, vale a dire la totale incompetenza della Moratti in materia scolastica. Per la ministra, il tempo pieno è un'illustre sconosciuto, lei non lo ha mai fatto, i suoi figli (tutti alla scuola steineriana come quelli di Berlusconi) nemmeno, può anche cedere sulla questione oraria, almeno per l'anno prossimo e finchè non vanno in pensione un po' di maestre, ma sul tutor no, perchè le piace troppo. E serve al suo progetto di cambiare lo stato giuridico dei docenti, già in discussione sulla base di due disegni di legge di AN e FI praticamente identici, nei quali i docenti sono divisi in tre fasce diversamente retribuite (tirocinanti, ordinari ed esperti) e chiamati direttamente dal dirigente scolastico. Lo stipendio? Un minimo "sindacale" stabilito su base nazionale integrato con una quota variabile a seconda del grado e delle diverse condizioni della scuola. Vi sembra molto diverso dagli esiti che avrebbe avuto il concorsone? dov'è finita quella mobilitazione generale della scuola?
La Acciarini ci ha anche detto che quando è stata presentata la finanziaria 2003 con l'articolo sulle 18 ore delle superiori, lei ha cercato di far presente alla Moratti che cosa avrebbe significato per la didattica e l'organizzazione delle scuole, ma non c'è stato modo di farglielo capire. Non gliene frega assolutamente nulla. "Almeno si fosse fatta dare dei soldi, visto che è una manager, ma neppure quelli", ha commentato la senatrice. Abbiamo poi parlato degli istituti tecnici e dei rischi della licealizzazione, chiedendole se non sia possibile salvaguardare una terza via, quella dei tecnici industriali, commerciali, agrari e via dicendo. Lei sostiene che sia meglio invece optare per diventare tutti licei, per non sembrare un gradino al di sotto dei licei tradizionali, ma difendendo gli indirizzi, i laboratori e le compresenze, anche cercando l'appoggio di Confindustria.
Che dire?
Questa riforma elimina completamente la centralità del bambino come soggetto del percorso educativo; e si parla di ciascun bambino, con tutte le sue specificità, con i vantaggi e gli svantaggi dati dalla sua provenienza economica, sociale e culturale e dalle sue capacità.
Questa riforma mette al centro del sistema educativo la famiglia che richiede dei servizi e questi le vengono corrisposti in senso quantitativo e sempre meno gratuito, a discapito della qualità del tempo-scuola e dell'organicità del percorso educativo e didattico garantito per tutti.
Non so se avete avuto l'occasione di leggere il documento che abbiamo scritto per andare a Roma, dal quale io e Mara Montagna abbiamo attinto i nostri interventi.
Credo che dovremmo farne uno analogo per la scuola materna e per la scuola media. In un secondo momento dovremo cominciare ad occuparci seriamente della scuola superiore, perchè i danni dei tagli si stanno facendo sentire, eccome, e non solo in termini di perdita di organico, il che è ovviamente un fatto grave, ma anche in termini di didattica e di qualità dell'offerta formativa.
E a proposito di continuità didattica, e di quell'allucinante relazione sui rappresentanti della Mondadori che hanno già i libri di testo pronti con i nuovi programmi per le medie e le elementari, cosa ne direste di pensare seriamente al blocco totale delle adozioni dei libri di testo?
E nonostante tutto...
Nonostante tutto, devo dire che vedo finalmente muoversi qualcosa di pesante nella scuola, vedo segnali di scoppiatura impellente, o sarà solo una botta di inspiegabile ottimismo? Vedo fermento in tutta Italia, vedo sempre maggior confusione nella maggioranza e nel testo del decreto, il che testimonia un disagio ed un cedimento rispetto alle dichiarazioni della Moratti. Sogno la faccia della Aprea che ingoia qualche rospaccio e chiedo a Babbo Natale di darmi almeno questa piccola soddisfazione, vederla sparire dal ministero.
Spesso nella storia i popoli hanno sopportato soprusi e sofferenze indicibili dai loro tiranni, per poi insorgere all'improvviso per una assoluta banalità. Ma è proprio sulle banalità che si sopportano meno di buon grado le manifestazioni di ignoranza,ottusità, ingiustizia ed interesse da parte di chi ha potere. Vedersi negare una partita di calcio, oppure un libro risulta insopportabile a chi magari si è fatto torturare per anni senza fiatare. Forse non sarà sulla mancanza di impianto pedagogico della riforma, sulla commercializzazione dell'istruzione o su altre serie questioni come queste, che scivolerà il ministro Moratti, ma su una montagna di rifiuti urbani le cui tasse le scuole non riescono più a pagare dopo i tagli spaventosi ai finanziamenti.
Come diceva De Andrè, "dal letame nascono i fior". Speriamo che valga anche nel nostro caso.