manifestazione nazionale di sabato 15 maggio per la scuola pubblica

 

La Scuola della Repubblica - COMITATO “FERMIAMO LA MORATTI”

di FIRENZE

«Il 15 maggio ci saremo anche noi perché Moratti si può fermare»

L'appello degli intellettuali contro le "riforme"

 

 


Nel complesso contesto storico e culturale attuale, servono persone più che mai in grado di orientarsi e scegliere, di essere consapevoli e in grado di attuare una cittadinanza attiva. C'è bisogno di più cultura per tutti.

Questo comporta la necessità di dar vita a percorsi di istruzione, formazione e ricerca di qualità.

Le proposte normative del ministro Moratti, nei confronti della scuola, dell'università, delle accademie e delle istituzioni pubbliche di ricerca, vanno nella direzione opposta e svuotano il sistema pubblico di educazione e formazione del nostro Paese.

Temiamo che l'esito finale sia un Paese più ignorante e più diviso. Siamo convinti che le riforme Moratti si debbano fermare.

Per questi motivi, al di là di ogni eventuale differenza nelle nostre opinioni politiche, aderiamo alla manifestazione unitaria del 15 maggio, indetta. dal Coordinamento nazionale in difesa del Tempo Pieno e Prolungato, dai Coordinamenti e Comitati cittadini di genitori, lavoratrici e lavoratori della scuola e dell'università di tante città, a cui hanno già aderito tante forze sociali, sindacali, professionali e politiche.

«Penso che tutti gli intellettuali democratici dovrebbero mobilitarsi con i lavoratori della scuola con gli studenti con le famiglie per recuperare radicalmente la sua funzione civile e la sua laicità. Le scuole di vario grado, erano già state insidiate nei loro fondamenti dall'avvio di riforme sperimentate dai governi di centrosinistra. Adesso però sono gettate in una situazione di vero rischio a favore di interessi molto particolari come dimostra l'insieme di concessioni di cui è stata gratificata la scuola privata e i gravi compromessi compiuti con ideologie di chiaro integralismo. E' necessario impegnarsi contro l'aziendalismo scolastico - propagandato sotto ingannevoli forme di autonomismo - contro il ristabilirsi di discriminazioni classiste e contro le prospettive di concorrenzialità sul mercato dell'insegnamento che determinano un elitarismo sempre più esclusivo». (Edoardo Sanguineti)

 
«Aderisco all'appello. Oggi viviamo in un regime di arroganza, ignoranza che ci riporta indietro di un secolo. Dobbiamo ribellarci a questo stato di cose, è un fascismo subdolo, più pericoloso del fascismo perché mentre i manganelli e l'olio di ricino facevano male, la televisione addormenta le coscienze. Non c'è mai stato dal dopoguerra a oggi governo meno rispettoso della libertà e della costituzione di questo che si fregia del nome Casa delle libertà» (Margherita Hack)



Prime adesioni
Umberto Guidoni (astronauta - Agenzia spaziale europea); Luciana Castellina (giornalista); Marcello Cini (Università di Roma); Mario Torelli (archeologo - Università di Perugia), Toni Servillo (attore); Anna Bonaiuto (Compagnia Teatrale "Sabato, domenica e lunedì"); Maurizio Sciarra, (Regista); Gillo Pontecorvo (Regista); Benedetto Vertecchi (Università di Roma); Citto Maselli (Regista); Giorgio Arlorio (Sceneggiatore); Giuliana Berlinguer (Regista); Ugo Gregoretti (Regista); Fabio Grossi (Attore); Leo Gullotta (Attore); Carlo Lizzani (Regista); Emma Nardi (Università di Roma); Salvatore Maira (Regista); Elisabetta Mondello (Università di Roma); Mario Monicelli (Regista); Nino Russo (Regista); Massimo Sani (Regista); Ettore Scola (Regista); Sergio Spina (Regista); Daniele Vicari (Regista); Bruno Torri (Presidente del Sindacato nazionale critici cinematografici); Anac (Associazione Nazionale Autori Cinematografici); Paola Manduca (Università di Genova); Nicoletta Lanciano (Università La Sapienza, Roma); Marco Balsi (Università La Sapienza, Roma); Paolo Bottoni (Università La Sapienza, Roma); Gilda Sensales (Università La Sapienza, Roma); Francesca Comencini (Regista); Ugo Andreaus (università La Sapienza, Roma); Stefano Boero (università di Genova); Franco Marengo (università di Torino); Marco Carricato (università di Bologna); Gaetano Bucci (Università di Lecce); Domenico Iervolino (Università di Napoli); Alessandro Ciattini (Università La Sapienza, Roma); Giorgio Parisi (Università La Sapienza, Rona); Maria Fenelli (Università La Sapienza, Roma); Paolo Amati (Università La Sapienza, Roma); Manfredi Porfilio (Università La Sapienza, Roma); Antonio Stramaglia (Università di Cassino); Franca Pelliccia (Università La Sapienza, Roma); Giulio Peruzzi (Università di Padova); Andrea Maffei (Università La Sapienza, Roma); Gianni Orlandi (Università La Sapienza, Roma); Valentina Valentini ( Università della Calabria); Sergio Morra (Università di Genova); Marco Maggioli (Università La Sapienza, Roma); Michele Stanco (Università Federico II, Napoli); Gianni Ferrara (Università La Sapienza, Roma); Raul Moredenti (Università Tor Vergata, Roma); Pietro D'Oriano (università La Sapienza, Roma); Pina Rosa Piras (Università Roma 3); Salvatore Vaccaro (Università di Salerno); David Terracina (Università Tor Vergata, Roma); Vincenzo Tucci (Università di Salerno); Marco Rizzoni (Università di Tor Vergata, Roma); Antonella Caporosso (Università di Tor Vergata, Roma); Daniele Ippolito (Università di Pisa); Clara Gallini (Università La Sapienza, Roma); Marco Tomassini (Ministero della Difesa); Francesco Lenci (Cnr Pisa); Silvia Caianiello (Cnr Napoli); Giovanna Grimaldi (Cnr Napoli); Gianna Cioni (Cnr Roma); Ruggero Vaia (Cnr Firenze); Jacopo Manna (Università di Perugia); Emilio Martines (fisico - ricercatore Cnr/Igi); Salvatore De Martino (professore straordinario Facoltà di Scienze Mfn Università Di Salerno); Fabrizio Ricci (Istituto di ricerca sulla popolazione e le politiche sociali Cnr-Roma); Vito Francesco Porcaro (primo ricercatore Iasf-nr Roma); Sonia Gentili (Università La Sapienza di Roma); Mauro Cristaldi (Università La Sapienza di Roma); Brunello Mantelli (Università di Torino); Paola Bertolazzi (Istituto di Analisi dei sistemi ed informatica Cnr); Gianni Vannini (Università di Bologna)


 

Coordinamento bolognese per la difesa del tempo pieno e prolungato

 

COLPO DI MANO DEL MINISTERO SULLE ADOZIONI.

ECCO LA NOSTRA RISPOSTA CHIARA E INATTACCABILE

Due giorni dopo la dichiarazione di disponibilità a fornire alle scuole testi pre riforma  da parte di alcuni editori ed agenzie editoriali (Giunti e Nicola Milano per primi), il ministero, con un anno di ritardo, ha emanato un decreto per regolamentare le adozioni dei libri di testo, dopo che questi sono già stati stampati e messi in circolazione nelle scuole! Cosa è successo in sole 48 ore

In una situazione di vuoto normativo, che consentiva l’adozione, anche istituzionale, di testi ministeriali anche degli anni precedenti alla riforma, migliaia di docenti contrari alla riforma hanno appreso che alcuni editori ed agenti editoriali sarebbero stati  disponibili ad offrire (al valore della cedola attuale) i vecchi testi non riformati. Tutti gli altri editori nel frattempo apprendevano dai loro agenti editoriali, rappresentanti e distributori, che dalle scuole di tutta Italia arrivavano le richieste di mettere a disposizione i vecchi testi antecedenti la riforma. MISTERIOSAMENTE, con un ECCEZIONALE TEMPISMO (certamente si tratta di una pura coincidenza e non c’è stata nessuna pressione da parte delle grosse case editrici…) il ministero ha emanato il decreto in cui vengono date le indicazioni tecniche e normative dei testi per le classi elementari, definendo quindi in maniera esplicita come si devono fare i testi scolastiche (numero di pagine etc.). In questo modo i vecchi testi, nell’ambito di un’adozione “istituzionale” sarebbero  per il ministero al di fuori della norma.

Il ministero dell’istruzione ha cercato quindi di fermare la protesta della scuole. Ecco la nostra risposta, forte, chiara e inattaccabile.

IL DECRETO MINISTERIALE  NON CAMBIA LA SOSTANZA DELLA NOSTRA AZIONE. CHI VUOLE ADOTTARE I VECCHI TESTI PUO’ FARLO COMUNQUE NELL’AMBITO DELL’ADOZIONE ALTERNATIVA! NON C’E’ BISOGNO DI PRESENTARE PROGETTI ELEFANTIACI IN LINGUAGGIO BUROCRATICO. LA SCELTA ALTERNATIVA E’ RESA POSSIBILE DAL DPR 275/99 CHE SUPERA O ABROGA LE NORME RELATIVE A QUELLA CHE UN TEMPO ERA SPERIMENTAZIONE. LA FORMULAZIONE DELLA SCELTA DELLE DOCENTI DI CLASSE PUO’ ESSERE CONTENUTA IN POCHE RIGHE, INDICANDO O MENO IL TITOLO DEI TESTI SCELTI  E AFFERMANDO CHE LA SCELTA ALTERNATIVA VIENE FATTA IN COERENZA CON IL PIANO DELL’OFFERTA FORMATIVA D’ISTITUTO (art.4 comma 5 del DPR 275/99) E I PROGRAMMI VIGENTI. Naturalmente le delibere degli organi collegiali avranno il compito di rafforzare pedagogicamente queste scelte nell’ambito dell’opposizione alla riforma.

 ATTENZIONE, ci segnalano che alcuni dirigenti non informati (…?) sostengono che esista un termine per la presentazione della scelta alternativa precedente al mese di maggio. Questa affermazione non ha alcun fondamento normativo, ed è opportuno che venga messa a verbale se fosse fatta in un collegio dei docenti, perché sarebbe oggetto di diffida, dalle Alpi alla Sicilia.