31 gennaio 2004
L’assemblea del Coordinamento Nazionale per la Difesa del Tempo Pieno e Prolungato
, tenutasi a Bologna il 31/01/2004, che ha visto la partecipazione dei comitati di genitori e lavoratori/trici della scuola di Bologna,Torino, Milano, Napoli, Trieste, Roma, Pisa, Padova, Versilia, Firenze, Genova, Fano, Verona, Ravenna, Livorno, Lucca, Pordenone, Modena, Vinci, Pesaro, Recanati e di tante altre città, rilancia la mobilitazione sia dentro che fuori dalle scuole.1) Invita i collegi dei docenti, i consigli di astuto e di classe/interclasse a prendere posizione pubblicamente contro la riforma, per il ritiro del decreto e per il rifiuto del ruolo di tutor (nei prossimi giorni sui siti verranno messi a disposizione alcuni modelli di mozioni)
2) Invita i genitori a chiedere la conferma delle classi già avviate con il modello didattico organizzativo preesistente e l’iscrizione alle classi prime sia delle scuole elementari che medie con il tempo pieno, prolungato o con i moduli e con gli orari preesistenti, continuando una campagna già estremamente diffusa e studiando le modalità per far valere questo diritto a livello anche legale.
3) Indice mobilitazioni locali da svolgersi nelle più diverse forme (manifestazioni, sit-in, bandiere alle finestre, attraversamenti continui sulle strisce pedonali, sciopero dei bambini…) contemporaneamente a livello nazionale nelle giornate che vanno dal 18 al 20 febbraio.
4) Rilancia l’allargamento della mobilitazione a tutti gli ordini di scuola e a tutti i lavoratori del paese interessati alla democrazia e alla formazione di cittadini liberi e consapevoli: il decreto che oggi riguarda la scuola dell’infanzia, elementare e media è interno ad una logica di discriminazione.
5) Si esprime infine per un netto rifiuto della frantumazione regionale della scuola che sembra rispuntare in alcune interpretazioni di parte di una delle ultime sentenze della corte costituzionale: RIVENDICHIAMO L’ARTICOLA 33 DELLA COSTITUZIONE CHE PREVEDE L’OBBLIGO DI ISTITUZIONE DI SCUOLE STATALI DI OGNI ORDINE E GRADO ovunque.
6) L’assemblea ritiene inoltre necessaria una chiara, responsabile e decisa presa di posizione di tutti i lavoratori della scuola.
Occorre far sentire nel modo piu’ significativo e universalmente riconosciuto la voce di quanti - genitori, insegnanti, studenti - si sono mobilitati in questi mesi in difesa del diritto all’istruzione e all’uguaglianza sostanziale.
Il decreto non è emendabile né "contrattualizzabile", perché distrugge l’impianto democratico e collegiale che caratterizza la scuola pubblica, liquida il tempo pieno come progetto educativo e prefigura la gerarchizzazione del corpo docente.
CHIEDIAMO PERTANTO A TUTTI I SINDACATI L’INDIZIONE UNITARIA DELLO SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA DA SVOLGERSI NEL MESE DI FEBBRAIO, IN LINEA CON LE RICHIESTE CHE VENGONO DA COMITATI LOCALI, DALLE ASSEMBLEE SINDACALI ED RSU E DALLE MANIFESTAZIONI DI INSEGNANTI, ATA E GENITORI DI TUTTA ITALIA.
Oggi serve uno sciopero che fermi la scuola perché la scuola non si fermi.
La condizione perché questo avvenga sta anche nelle decisioni che in questi giorni prenderanno i sindacati. E’ evidente che la proclamazione unitaria dello sciopero della scuola renderebbe esplicito, per numeri e per qualità della protesta, il rifiuto di una riforma e di un decreto che smantellano la scuola pubblica.
Le esperienze del passato, comunque, insegnano che quando vi è una forte richiesta proveniente dalla base la partecipazione agli scioperi è massiccia e significativa indipendentemente dalle sigle sindacali che li hanno promossi.
Invitiamo inoltre tutti ad esporre alle finestre delle case, delle scuole, degli uffici, ecc. uno striscione/bandiera con la scritta :
RIFORMA |
moratti |
BOCCIATA |