Sant'Imbenia
La villa romana
La villa romana di Sant'imbenia è ubicata a pochi metri dal mare, percorrendo la via naturale che porta da Alghero a Porto Conte, la troviamo sul lato sinistro della strada (127 bis), dopo il bivio per Porto Ferro e poco dopo il grande albergo Baia di Conte; dista da Alghero circa 20 km.
Questo sito è risalente al I sec. a.C. e fu utilizzato, naturalmente con modifiche e aggiunte, fino all'età tardo medioevale.
Non si sa a chi appartenesse la villa, ma si può ipotizzare che, analogamente ad altre ville romane con simili caratteristiche, era destinata a grande e lussuosa residenza, per i periodi in cui il clima era buono, di un qualche grosso personaggio dell'epoca.
Sicuramente la gestione della villa e del latifondo adiacente era garantita da un amministratore che governava un folto numero di persone addette ai più svariati ruoli, giardinieri, contadini, operai, cuochi, pescatori, schiavi, ecc.
La villa si trova in una zona particolarmente favorevole, infatti, è stata costruita a pochi metri da un mare chiuso da una baia che garantiva approdi facili e sicuri, il terreno era particolarmente fertile, non mancava l'acqua e nemmeno materie prime, minerali, materiale da costruzione e legname.
Allo stato attuale è possibile vedere vari resti distrutti dal tempo e dalle intemperie.
E' dallo studio dei resti della villa che si è potuto ricostruire uno spaccato di vita di questa zona di Sardegna in epoca romana.
Se tornassimo indietro nel tempo, nella zona di Capo Caccia si presenterebbe davanti ai nostri occhi una grande e lussuosa villa, lunga circa 140m, costituita da una cinquantina di ambienti, insomma, un palazzone di due piani diviso razionalmente in più zone: zona termale, zona residenziale e zona rustica.
Questo grosso edificio era il risultato di continui miglioramenti che subì una costruzione più piccola. La struttura originaria, che come è già stato detto, risale al I° sec. a.C., fu, fra la fine del III° sec ed il VII-VIII sec. d.C., utilizzata è ampliata. Alcuni vani, in origine molto grandi e adibiti a funzioni di rappresentanza, furono usati come normali ambienti di vita quotidiana, la pavimentazione, inizialmente costituita da mosaici, fu ricoperta da un semplice pavimento in terra battuta, argilla cotta e malta. La grande villa sicuramente è stata utilizzata per molto tempo, ma, col tempo perse la sua originale importanza.
Dai resti si può vedere che questa villa ha vissuto diversi momenti, prima di splendore e ricchezza, testimoniati da decorazioni pittoresche e in stucco di eccellente fattura, che ornavano pareti, pilastri e colonne, con scene sacre, mitologiche e con motivi zoomorfi e floreali, poi arrivarono i periodi in cui l'essenziale era la filosofia di vita, infatti, si eressero muri costruiti con semplici mattoni di argilla o di arenaria locale, ricoperti da semplici intonacature e ripartivano i vecchi grandi ambienti in localini più piccoli. Le modifiche strutturali che furono apportate cambiarono l'articolazione planimetrica originaria e di queste fasi si riconoscono i diversi stili architettonici e le diverse tecniche edilizie; si aprirono nuovi ingressi e se ne chiusero di vecchi, i piani di calpestio furono rialzati. Questa villa può essere considerata un archivio sulle tecniche di edilizia civile usate tra il I° sec. a.C. e VIII° sec. d.C.
É' emerso, dagli studi effettuati, che sfruttavano l'acqua piovana costruendo dei particolari tetti che avevano la doppia funzione di copertura e di cisterna capace di contenere grosse quantità d'acqua, sufficienti a soddisfare i bisogni idrici della vita nella villa. Non sono stati ancora trovati, all'esterno dell'area della villa, impianti atti alla adduzione dell'acqua, necessari al fabbisogno idrico, ma semplici manufatti cilindrici e resti di canalizzazioni.
Poco distante dalla villa, parallelamente e perpendicolarmente alla strada che conduce a Santa Maria La Palma, si trova la necropoli romana di Sant'Imbenia. Le sepolture trovate risalgono all'epoca imperiale e sono di vari tipi: tumulazione di corpi e di urne cinerarie.
Sono diffuse le sepolture in anfora e quelle a fossa rettangolare scavate nella roccia o nella terra.
Sono stati ritrovati molti scheletri e varie ossa di sepolture più vecchie distribuite disordinatamente nelle fosse. Gli scheletri sepolti nel terreno sabbioso sono in buono stato di conservazione, come anche parte dei relativi corredi funebri. Il rito della cremazione è attestato dai vari ritrovamenti di urne cinerarie, spesso segnalate con steli di arenaria che portano incise delle raffigurazioni antropomorfe e vari simboli.
Nella necropoli sono stati ritrovati anche pregevoli esemplari di oreficeria e vasi in ceramica.
Queste informazioni sono tratte da "Villa romana di Sant'Imbenia" di Francesca Manconi.