Palmavera
Il nuraghe ed il villaggio
Il Nuraghe Palmavera è ubicato a meno di due Km dal mare, percorrendo la via naturale che porta da Alghero a Porto Conte, lo vediamo sul margine destro della strada (127 bis, al Km 45), a pochi km da Fertilia
.
Le prime esplorazioni del Nuraghe riguardarono la torre centrale (mastio), parte della torre secondaria, il cortile ed il bastione, e furono effettuate dal Taramelli nel 1905. Si tratta del primo scavo di un nuraghe eseguito con metodi scientifici.
<Ricostruzione ideale del nuraghe
Dal 1976 al 1989 ci furono svariati interventi di scavo e notevole è l'esplorazione di alcune capanne del villaggio e quella della Capanna delle Riunioni.
Il complesso di Palmavera è costituito da un nuraghe, da un antemurale e da un villaggio di capanne e recinti. A Sud-Est, nella località denominata "Pera Pons", sino ai primi del 1900 si conservavano due tombe di giganti; nelle vicinanze è stata segnalata anche la presenza di un pozzo sacro, interrato.
La visita più agevole si compie percorrendo la stradina sul lato Sud-Ovest dell'area, raggiungendo l'antemurale e procedendo verso il Nuraghe; una volta usciti dal nuraghe si suggerisce la visita della Capanna delle Riunioni e del villaggio.
Vista aerea del nuraghe oggi >
Il Nuraghe Palmavera è costituito da una torre principale A, racchiusa in parte da un bastione ellittico (fortificazione in pietra), da un cortile, da una torre secondaria B e da un breve corridoio con nicchie. L'ingresso principale al bastione è orientato a Sud e conduce ad un minuscolo andito, con una nicchia sulla sinistra, che da in un cortile semicircolare, sul quale si aprono, sulla destra, la torre B e sulla sinistra la torre centrale A. Da questo cortile, che ha una superficie di mq. 16 ca, si accede, sulla destra, ad un corridoio con nicchie contrapposte che porta ad un ingresso secondario del nuraghe e ad una scala a gomito che consentiva di salire sulla torre minore e sul terrazzo del bastione, residuo soltanto in piccola parte.
La torre principale ha ingresso volto ad Est, seguito da un andito coperto da lastroni che introduce alla camera, con falsa volta, che ha un'altezza di 7m ed un diametro medio di circa 4m.
< Ricostruzione fotografica del nuraghe
In questo ambiente, perfettamente conservato, sono state ricavate due nicchie laterali poco profonde e, quasi di fronte all'ingresso, si apre un'apertura ogivale di una scala che conduceva ad un più piccolo vano superiore, residuo soltanto per pochi filari di pietre, ed alla terrazza. Questa apertura, come avviene nelle torri nuragiche ritenute più antiche, è disposta a circa 3 m dal suolo della camera e doveva essere accessibile tramite una scala in legno.
L'opera muraria è costituita da blocchi di calcare grossolanamente rifiniti, disposti su filari orizzontali e pietre più piccole inserite negli interstizi e che servivano per dare maggiore stabilità alla costruzione.
Gli scavi nella camera della torre A portarono in luce tre livelli archeologici: quello superiore, più recente, riportava poche ceramiche di tipo "ispano-moresche", quello centrale conteneva materiale di età punica e romana e quello inferiore, che includeva un focolare con un'olla ad orlo espanso, ancora in posizione d'uso, rivelò svariate ceramiche nuragiche, frammenti di panelle di rame (lingotto di rame di forma piano-convessa), resti di pasto, ambra, macine, fusaiole ed ornamenti in conchiglia.
La torre secondaria è accessibile dal cortile attraverso un corridoio posto sulla destra dell'ingresso principale del bastione, conserva buona parte della camera a falsa volta, è munita di tre prese d'aria e di luce che guardano all'esterno (una quarta si apre in un vano interno). Nella camera si trovarono tracce di numerosi focolari e materiali in terracotta di età nuragica.
Il nuraghe è posto all'interno di un antemurale, costruito con blocchi calcarei, il suo profilo è pentagonale e collega quattro torri capanne, sporgenti dalla muratura in direzione Nord, Nord-Ovest, Sud-Est e Sud-Ovest.
La superficie delimitata dall'antemurale è di 879 mq. ed è suddivisa in settori da tratti di muratura che lo collegano al nuraghe. Quest'area era accessibile attraverso due ingressi a Sud-Est ed a Sud-Ovest, in corrispondenza con quelli del nuraghe.
< Vista interna del nuraghe
Una delle torri-capanna annesse all'antemurale mostra elementi costruttivi e culturali che la differenziano dalle altre. Si tratta della Capanna 2 o Capanna delle Riunioni. Quest'ultima denominazione si deve al fatto che, come per altri consimili ambienti noti da altri villaggi nuragici, generalmente si ritiene che fosse la sede di un "consiglio di anziani".
E' una capanna circolare in arenaria che costituisce l'ambiente più vasto del complesso archeologico, ha un diametro interno di m. 8,87, ed è abbastanza grande da contenere una sessantina di persone disposte sedute in cerchio lungo un bancone perimetrale.
L'ingresso guarda a Sud-Est e, mediante un brevissimo andito, provvisto di gradini, porta all'interno della capanna, che ha il suolo ribassato di 50 cm rispetto al piano esterno. La porta all'interno è fiancheggiata da due poderosi lastroni obliqui. Gran parte della parete è percorsa alla base da un basso bancone di arenaria, è interrotta a destra da una cesta litica, da una piccola nicchia incavata nella muratura e da un seggio cilindrico in arenaria (quello che vedrete sul posto è un calco, l'originale è visibile nel Museo G.A. Sanna a Sassari).
<Vista della capanna delle riunioni con al centro il modellino del nuraghe
E' di grande interesse proprio il seggio-trono in arenaria che traduce in pietra un probabile mobile in legno e/o sughero, con tanto di piedi e traverse, decorato con incisioni "a spina di pesce".
Il particolare carattere simbolico e culturale di questo manufatto si deduce anche dall'analogia con seggi di bronzo in miniatura, e con i sedili sui quali siedono diverse figure femminili "aristocratiche" del repertorio dei bronzetti nuragici.
Al centro del vano sorge un piedistallo, costruito con conci trapezoidali in arenaria, ben rifiniti, sul quale è stato rimesso, nell'ipotetica posizione originaria, un modellino in pietra di un nuraghe monotorre .
Il modellino di nuraghe pare sottolineare il carattere simbolico assunto dai nuraghi nella fase di utilizzazione della Capanna.
Anche i reperti recuperati all'interno ribadiscono la destinazione "speciale" della capanna: vi figurano, infatti, monili d'ambra e in bronzo e resti di pasti comunitari.
Il villaggio conserva una cinquantina di ambienti, capanne e recinti, ubicati casualmente, lungo due "stradine" principali, una situata lungo il perimetro esterno dell'antemurale e l'altra al centro dell'abitato in direzione Ovest-Est.
Vista aerea del villaggio, parte sud >
Le capanne, probabilmente in origine coperte di legni e frasche disposti a pinnacolo, sono prevalentemente circolari. Sono presenti anche ambienti quadrangolari, riferiti alle estreme fasi edilizie dell'abitato.
Entro le capanne gli scavi hanno rivelato focolari centrali o addossati ad un tratto delle murature e modeste delimitazioni degli spazi attuate con lastre infisse "a coltello".
Di notevole interesse è la presenza di grossi vasi rinvenuti interi e interrati con l'imboccatura a livello di suolo, chiusa da lastre di pietra, probabili contenitori di liquidi o derrate.
Diverse fasi edilizie e culturali hanno caratterizzato questo complesso ed in via preliminare, possono essere così sintetizzate:
Fase I(1600 - 1300 a.C.) - costruzione della torre principale A, in calcare, e di un primo nucleo di capanne.
Fase II(1300 - 1150 a.C.) edificazione della torre secondiaria B, del bastione e del cortile, in arenaria; costruzione dell'antemurale.
Fase III (1150 - 900 a.C.) ampliamento del villaggio e restauri (in calcare) del nuraghe, sino all'abbandono del sito a seguito di un violento incendio, del quale gli scavi hanno evidenziato notevoli tracce.
Gran parte dei reperti provenienti da Palmavera sono esposti nella Sala IX del Museo G. A. Sanna di Sassari.
Queste informazioni sono tratte da "Villaggio Palmavera" di Giovanni Maria Demartis e Domenica Lissia.