Per rendere gli alunni consapevoli dell'esistenza di più codici si possono proporre attività di traduzione di vario tipo. In questo caso, in una classe quinta, si è operata una trasformazione da un racconto a fumetti in testo verbale. Il racconto "Archimede e l'apprendista inventore", tratto dal giornalino di Topolino n.1871 - ottobre 1991, si è prestato a tale scopo. Qui di seguito vengono mostrati:

 

l'analisi delle vignette per l'individuazione delle scene e delle sequenze la cui traduzione è stata affidata a gruppetti di alunni

un esempio di traduzione delle prime pagine (prime due scene)

SEQUENZE SCENE VIGNETTE
Ferdi modifica la macchina "potatrice di alberi" che Archimede sta costruendo
1 Archimede assume l'apprendista Ferdi  7 (1-7)
2 Ferdi inizia a lavorare (scopare e lavare) 2 (8-9)
3 Archimede esce per comprare una vite 2 (10-11)
4 Ferdi rimane solo e completa l'invenzione a modo suo 6 (12-17)
5 Archimede si arrabbia, poi lo manda fuori a buttare dei rottami 4 (18-21)
6 Archimede esce con l'invenzione 3 (22-24)
7 Ferdi corre anche lui al parco 4 (25-28)
Nel parco, davanti al sindaco, la macchina non funziona come dovrebbe
8 Archimede mostra l'invenzione al sindaco 5 (29-33)
9 La macchina mangia gli alberi invece di potarli 4 (34-37)
10 La macchina vola via come un razzo 3 (38-40)
11 Il sindaco si arrabbia con Archimede 2 (41-42)
12 Ferdi, deluso, chiede un altro posto da apprendista 2 (43-44)

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Archimede e l'apprendista inventore

Siamo nel laboratorio di Archimede. C'è molto disordine: assi appoggiate alla parete e al tavolo, una ruota d'auto vicino al muro, viti, attrezzi e molle dappertutto. Su  di una mensola alcune provette di vetro. Al muro un cartello appeso con la scritta "Laboratorio dolce Laboratorio". Archimede, sporco di olio, sta lavorando ad una macchina di sua invenzione con una enorme chiave inglese. Ha una macchia di grasso sui pantaloni azzurri e sulla guancia. Ad un tratto sente bussare tre volte alla porta. Si gira ed esclama:
- Uff! Chi sarà? Sono così impegnato, oggi!
Si affaccia fuori con la chiave in mano e chi vede di fronte? Un basso papero con un enorme ciuffo giallo, un lungo becco arancione, lo sguardo vispo e intelligente. Con il cappello in mano esclama:
- Salve, Archimede! Mi chiamo Ferdi e sono pieno di buona volontà! Vi serve un apprendista?
Archimede è un po' perplesso:
- Un...che...?
Ci pensa un po' e grida:
- No!
Sbatte violentemente la porta in faccia al povero Ferdi che rimane chiuso fuori e per poco non casca per terra a causa dello spostamento d'aria.
- Orpo! - esclama sorpreso.

Archimede, all'interno, più arrabbiato che mai, con i pugni chiusi e un passo deciso e nervoso, torna al lavoro tra nuvole di polvere, molle e attrezzi dappertutto.
- Un apprendista...Bah! Ci manca anche l'apprendista!
Archimede ritorna a lavorare alla sua invenzione, con una mano gira la chiave inglese vicino ad un bullone, con l'altra usa un giravite. Ma un piede gli rimane impigliato in una molla, allora esclama:
- Uffa! Troppa confusione, qui dentro!
Poi ci pensa su e gli viene un'idea:
- Ehi!
Apre velocemente la porta e, con gli attrezzi in mano, richiama Ferdi che si sta allontanando:
- Torna qui, giovanotto! Sei assunto!
Ferdi si gira tutto felice e grida:
- Evviva! Che bello! Che bello! Sarò il braccio destro del grande Archimede!
Rientrano in casa e Archimede, alzando un dito, afferma:
- Braccio?! Io ti dico che ti serviranno entrambe le braccia! Eh! Eh! Altrimenti come li fai funzionare questi?
E gli consegna un secchio, uno strofinaccio e una scopa. Ferdi rimane scioccato e nervosamente comincia a spazzare in un nuvolone di polvere:
- Non era esattamente questo che sognavo!
Intanto Archimede riprende a lavorare fischiettando serenamente.

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