Marisa Russo
Direttore responsabile di «Ambiente Natura e Cultura»

ESASPERATISMO - I BIDONI DA CONTENITORI A CONTENUTI

Sin dall’inizio sono stata interessata all’attuale movimento artistico "Esasperatismo", fondato dal professore Adolfo Giuliani, e l’ho accompagnato con articoli nel periodico "Ambiente: Natura e Cultura"che ho l’impegno di dirigere, riconoscendone la valenza di denuncia di un "mal di vivere" generale, per cause espresse nel relativo manifesto, e di un disagio particolare vissuto in campo artistico, soprattutto a Napoli, notoriamente grande Capitale Europea della Cultura e dell’Arte, ma nella realtà attuale, quotidiana, città sofferta ed imbarazzantemente travolta da improvvisazioni anche in questo campo, dove le espressioni autentiche, libere, non trovano facilmente degni spazi espositivi, né riscontri che ne favoriscano l’iter. In campo artistico si assiste a due sistemi divisi e distanti, che non lasciano possibilità a serie proposte intermedie: l’uno fatto di nomi portati a galla con il sostegno di critici "in rete", che trovano spazi e grandi remunerazioni, l’altro di improvvisati operatori "culturali", che appendono quadri di ogni fattura, unica selezione il pagamento della quota richiesta, pagata in nero, spesso salata!!

In cambio chiunque prende un pennello in mano è chiamato artista e si affatica a collezionare un curriculum che gli permetta di alimentare la sua vanità e di magari vendere i suoi elaborati tra amici, parenti… e qualche raro sprovveduto! L’impegno serio e continuo di un libero pensatore, di un creativo che concretizzi in vario modo la sua idea, la sua percezione, il suo messaggio, per comunicarlo, che non accetti di costruirsi una apposita "rete" di "sostegno", non trova facilmente spazio e consensi. Non si riconosce la funzione essenziale di monito e di premonizione di particolari sensibilità, a cui attingere per il cammino sociale. "Solo l’individuo libero può meditare e conseguentemente creare nuovi valori sociali e stabilire nuovi valori etici attraverso i quali la società si perfeziona. Senza personalità creatrici, capaci di pensare e giudicare liberamente, lo sviluppo della società in senso progressivo è altrettanto poco immaginabile quanto lo sviluppo della personalità individuale senza l’ausilio vivificatore della società. Una comunità sana è perciò legata alla libertà degli individui quanto alla loro unione sociale", questo l’eternamente valido messaggio di Einstein, espresso in "Come io vedo il mondo".

Quanto oggi è condiviso questo alto pensiero? Il rapporto Artista- Società è fondamentale, ed essenziale è ribadirlo, richiamando a tale valore la società tutta ed anche gli artisti, che devono essere anche consapevoli di questa loro essenziale funzione. La validità dell’Esasperatismo" mi sembra evidente in questo impegno, in questo richiamo. "Esasperatismo", l’asprezza insita in questo vocabolo è la giusta risposta ad una situazione ambientale in senso lato, ovvero naturale, sociale ed artistica, criticabile. Con gioia constato che il creativo non ha età, ma con un po’ di amarezza per lo sviluppo futuro, debbo notare che il movimento, l’idea aggregante, non viene dalla nuova generazione.

I giovani troppo spesso credono poco al valore dell’Arte come comunicazione, presi da problematiche pratiche ed economiche pressanti, che vogliono superare immediatamente ed individualmente, senza nulla modificare, senza impegni sociali, etici, artistici. O si integrano nel contesto o la loro ribellione ha spesso solo forme distruttive, si rivela solo in usi di droghe, atteggiamenti violenti, in stupidi cinismi non propositivi, o magari solo in abbigliamenti da branco. Nell’epoca delle immagini, nello studio approfondito del loro valore per penetrare incisivamente negli individui, per spingere all’acquisto, per la pubblicità o per la comunicazione di altro tipo di potere, la spontanea comunicazione esistenziale, la comunicazione artistica non interessa i gestori della società, non trova né interesse e tanto meno mercato… quindi rarissimi gli adepti!!

È stato scelto quale simbolo dell’Esasperatismo ed espressione artistica forte il Bidone, umile aggeggio, poco e mal usato, giunto alla ribalta della notorietà per i tanti problemi gravi dell’uso dei rifiuti. "Rifiuti" che potrebbero essere ritirati con una raccolta differenziata ve ne sono purtroppo di varia natura, anche nelle espressioni dette "artistiche", miscelati sconsideratamente e messi in evidenza senza pudore, emanando profumi nauseanti a chi è capace di "sentirli". Il Bidone in sé suggerisce molti messaggi, è l’idea forte di Adolfo Giuliani, è una risposta sarcastica ed "aspra" ad un disagio nel campo. E’ il vaso (da cui etimologicamente bidone) di Pandora aperto, da dove sono fuggiti tanti mali, ma in cui resta la speranza. E’ vaso dove si lascia lo spazio disponibile affinché si possano costruire nuove possibilità, un nuovo modus vivendi.

Apparentemente vuoto il Bidone, arricchito dalle espressioni creative, da segni e colori, è pieno di messaggi artistici, mentre ciò che è pieno, lo spazio per le espressioni artistiche-culturali, è spesso vuoto di proposte. E’ un evidenziare il contrasto tra l’apparentemente vuoto invece pieno, e viceversa, tra contenitore e contenuti, il cui concetto possiamo ampliare anche alla comunicazione in parole: contenuti complessi possono essere espressi con parole semplici (che è capacità rara!), in contrapposizione diffuso il dilungarsi con parole difficili in discorsi che divengono complessi contenitori senza contenuti, ovvero senza nulla affermare!! Troppo spesso anche gli interessati all’Arte che adoperano le parole, anche quando hanno una preparazione "scolastica", mancano di una idonea sensibilità ed allenamento alle "comunicazioni artistiche", cosicché, rinnegando questo principale valore dell’opera, finiscono per essere solo degli storici dell’Arte, catalogando, e facendo dei riferimenti con movimenti artistici del passato.

Questi Bidoni itineranti hanno valore in sé, lanciano una molteplice immediata comunicazione, questo è il loro grande potere!! "Cerco l’uomo" diceva il filosofo errante Diogene nella sua botte, nella scelta di un simbolo povero voleva comunicare il disprezzo della ricchezza, dei beni facili, con un cinismo che però proponeva un senso di vita alternativo, un ritorno alla natura ed un’autosufficienza del saggio. Ad Alessandro Magno, che rappresentava il potere politico ed economico, che gli chiedeva cosa volesse in dono, rispose chiedendogli di scostarsi, perché gli impediva di godere dei raggi del sole, facendogli ombra. I raggi del sole sono in questo caso simboli dell’ispirazione creativa, che si concretizza nel povero Bidone-Botte, cinicamente beffandosi dello statu quo circondante, nell’affermazione dell’autosufficienza dell’Arte, che può anche allontanare tutto quello che fa ombra, che può anche opporsi al sistema sociale in atto.

In questa visione li trovo affascinanti quanto mai in quest’epoca questi Bidoni-Botte che sembrano cercare l’uomo, l’artista, e riescono pure, spesso, a trovarlo!! Sembrano cercare l’artista in un concetto semplice e pur raro, come particolare sensibilità, capace di captare il senso del vivere, con le sue tante sfaccettature, filtrarlo per proporre, comunicando in modo immediato ed emotivo. I contenuti trovano nel contenitore una forte valenza espressiva che li raccoglie e li esalta. Divenendo, a mio parere, disgiungibili nella loro ideazione, i bidoni sono un tutt’uno con l’Esasperatismo, potrebbero moltiplicarsi, sempre diversi, senza perdere la loro forza tornando su scontate tele o tableaux. Da tanto tempo si sente la necessità anche di nuovi supporti nell’espressione artistica, così come di tornare alle grandi dimensioni, magari alle mura, come è stata la scelta dell’Associazione Arperc Arte

Per Comunicare che ho l’impegno di presiedere. Sempre più, inoltre, si sente la necessità di intersecare la pittura e la scultura, creando pitto-sculture tridimensionali ancora rare. Il mezzo adoperato è essenziale, non casuale, determinante nelle opere artistiche. Quest’insieme di valenze ha reso forte l’idea di Giuliani, non posso quindi non consigliare, augurare e sperare di vedere sempre più, anche se diversificati, Bidoni-Botti per questo movimento che ha ancora ragione di esistere e che potrebbe poi tramutarsi in un altro con la stessa forza inventiva e con rinnovate posizioni.

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