Domenico Raio
Direttore responsabile della rivista «Albatros»

Tracce esasperatistiche nell’espressionismo letterario tedesco

E’ nel sentore, ossia nella percezione di un crollo imminente di tutti i falsi principi sui quali il mondo contemporaneo si erge, in virtù di un presunto progresso tecnologico e di costume, il punto di contatto tra l’Esasperatismo e l’Espressionismo letterario tedesco. Nei primissimi anni del primo decennio del ventesimo secolo l’industrializzazione aveva già ridotto l’uomo a mero strumento di produzione di serie, alla stregua delle stesse macchine industriali che hanno annullato tutte le competenze personali acquisite in anni di esperienza artigianale. Uomini anonimi, tutti uguali nel ripetere stancamente i loro gesti fino all’esaurimento, fino ad essere identificati in un elemento del sistema produttivo, spogliati di ogni loro sembianza umana.

Novant’anni dopo, nell’era postindustriale che rende sempre più superfluo l’intervento umano nel processo di produzione industriale, l’uomo è relegato all’ancor più indegno ruolo di puro consumatore, destituito nella sua facoltà di scegliere la condotta di vita a lui più congeniale e costretto ad uniformarsi a mode e tendenze, e alle sue sovrastrutture morali, necessarie per mantenere in piedi l’intero ciclo di produzione-persuasione-vendita-consumo.
Allora la tecnologia, sviluppatasi in un primo momento per facilitare l’uomo nelle sue mansioni, per preservargli le forze ed offrirgli più tempo per vivere, si rivelava presto tiranna e dominatrice nel non concedere più all’uomo spazi d’espressione individuale e finendo per assorbirne le intere energie per quella che sarebbe stata la prima grande produzione di massa.

Oggi quella stessa tecnologia, giunta alla sua estrema evoluzione, rischia di sostituirsi alla natura alterandola nella prospettiva dell’utile, nella sua accezione materiale, oppure costringe l’uomo contemporaneo a continui adeguamenti, spesso dettati più da ragioni commerciali che non da un’ effettiva esigenza evolutiva, con forti e continui dispendi di energie psicofisiche per i fruitori.
Se agli inizi del ‘900 i nuovi impianti industriali e i conseguenti insediamenti abitativi, violentavano i paesaggi deturpandoli e viziando il più naturale ed atavico rapporto tra l’uomo e l’ambiente, oggi la minaccia umana raggiunge addirittura l’atmosfera modificando il clima del pianeta con effetti devastanti per la terra e per gli uomini.

Sono queste le deformazioni più evidenti che gli interpreti dell’espressionismo letterario tedesco cercarono di manifestare nelle loro opere la cui forma distorta, prima ancora del contenuto di più aperta denuncia sociale, voleva simboleggiare le storture della propria epoca, allo stesso modo di come la forma-supporto del "bidone", simbolo dell’Esasperatismo, nel suo più popolare significato di "truffa", intende rendere l’idea dell’inganno proprio di questo nostro modus vivendi.

In ultimo una similitudine inquietante: Adolfo Giuliani, nelle loro intuizioni, anticipa di diversi anni il crollo di quella realtà decadente, retta su false certezze, convinzioni ed equilibri, che coincise con lo scoppio della prima guerra mondiale. Il fondatore dell’Esasperatismo Adolfo Giuliani lancia per la prima volta il suo grido d’allarme per l’umanità appena un anno prima dell’11 settembre che avrebbe dato vita ad una nuova stagione di conflittualità dalla durata e dagli esiti imprevedibili ridestando l’intero occidente dal sogno che la pace fosse ormai una condizione raggiunta per sempre.

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