Home page

 Libro del mese   

        Ricerche

MANIFESTO DELLA SCUOLA DI SALSA TOTALE


Pars Destruens

La salsa, come ogni ballo a coppie, è una combinazione di movimenti corporei e di coreografie che si realizza concretamente attraverso un comportamento in un ambiente sociale.

Il ballo è una maniera di comunicare, è connesso fondamentalmente con l’agire umano e quindi implica non solo abilità fisiche, ma anche relazionali. Non serve per soddisfare le esigenze di regole precostituite, ma è "creatività governata da regole".

Poiché in sala da ballo si vive un’esperienza reale, concreta, che non ha niente a che vedere con il "sistema" delle figure (più o meno codificate), non possiamo parlare di insegnamento del ballo, ma di stimolazione ad apprendere, a comportarsi e ad agire.

Si ritiene invece che la salsa sia composta unicamente dalla base e dalle figure: infatti viene insegnata separatamente dalle sue componenti musicali, corporali e anche psicologiche e sociali.

Si fa confusione anche tra il ballo inteso come performance in discoteca e il ballo inteso come fenomeno (per esempio, "la salsa nasce a metà degli anni '70 in America e poi si diffonde in Europa…"). Tale confusione ha avuto ripercussioni negative sull’insegnamento, che invece di educare, cioè far venir fuori la personalità dell’allievo, tende a uniformare e ad appiattire le diverse attitudini individuali.

Non solo: un'altra ripercussione negativa è data dalla troppa importanza attribuita alle figure. Si insegna a ballare tramite l'insegnamento delle figure, ma esse non realizzano/costituiscono la salsa, bensì sono il prodotto di una capacità di ballare già acquisita ed hanno anche una loro storia, come dei pezzi pregiati: i grandi ballerini firmano le figure da loro inventate. In altre parole, nelle scuole non si insegna come si balla, ma si fa ripetere agli allievi quello che "i bravi" sanno già fare.

Ma solo se si è già capito come si balla si può capire come fare una figura. È la relazione logica tra il tutto (il ballo) e una sua parte (la figura). Come nella comprensione del linguaggio bisogna prima capire l’intero, il "senso della frase" e per comprendere un'azione bisogna intenderne innanzitutto lo scopo fondamentale. La differenza tra chi interpreta il ballo e chi esegue le figure è che i primi hanno appreso questa relazione tutto-parte e i secondi no.

A livello di apprendimento il problema più difficile è far conciliare il sistema delle figure, per sua natura fisso, con la creatività del comportamento umano e la sua capacità di adattamento alle situazioni. L’obiettivo dell’insegnamento, quindi, dev’essere mettere insieme processi individuali e imprevedibili (quello che "ci ispira" in quel momento) con l’esecuzione di gesti precostituiti e automatizzati (tipo: i pasitos appresi a lezione).

Di conseguenza bisogna rivedere profondamente i metodi d’insegnamento e di apprendimento del ballo, dal momento che tutti i metodi si appoggiano sulle figure. L’errore alla base dell’insegnamento sbagliato della salsa sta nella confusione tra apprendimento di come si balla e "insegnare a ballare". Purtroppo l’obiettivo dei corsi di salsa che conosco io è il secondo.

Obiettivo del Corso è insegnare un comportamento nuovo. Gli allievi di solito ballano spinti dalla necessità di eseguire fedelmente le figure che vengono loro insegnate a lezione. Invece si deve insegnare loro a realizzare un comportamento totale, in cui sono presenti anche componenti musicali, fisiche, psichiche e sociali.

 

Pars Construens

Bisogna partire dagli allievi e non dalle figure.

Il ballo deve essere per loro un modo intelligente e interessante con il quale esprimersi. Le figure servono per insegnare lo stile tipico del ballo e/o per divertirsi di più.

La relazione sociale tra istruttori e apprendenti non dev’essere improntata alla gerarchia (maestro vs. allievo) ma alla reciprocità; l’istruttore sta con gli allievi, fa parte del loro gruppo.

Il metodo della lezione (ogni volta si insegna una figura nuova) deve essere abbandonato. Con cosa può essere sostituito? Con il gioco o la simulazione.

Durante il gioco gli allievi scoprono da sé che ballare (sia con sia senza le figure) è meglio, è "giusto", cioè sta bene con la musica, con il loro corpo, con il loro stato d’animo di quel momento. In sostanza, scoprono che ballare li fa sentire tutt’uno con la musica.

All’inizio del Corso bisogna comunicare agli allievi che essi sanno già ballare, senza affermarlo esplicitamente. Il messaggio implicito è: "puoi imparare". Oppure: "tu sei O.K."

Non si spiega niente, si impara facendo. Gli istruttori non conoscono il passato degli allievi e quindi non sanno quali meccanismi mentali si associno in loro con il ballo. Bisogna stimolarli a ballare spontaneamente anche per dare modo agli istruttori di vedere come fa a scattare in loro "la molla" di ballare.

Perché invece di fare lezione si deve "giocare"? Dato che le figure sono solo alcune delle componenti del ballo, esse non possono essere insegnate indipendentemente dagli altri fattori (quello musicale, quello psicologico, ecc). La situazione concreta in cui gli aspetti musicale, psicologico, ecc. possono esser contemplati e sviluppati è il gioco. Per gioco può essere inteso anche il teatro ("Il luogo dove si giuoca a fare sul serio" - Luigi Pirandello).

Per rendere possibile l’insegnamento di un ballo dovremo insegnare, insieme alle cose insegnabili (la base e le figure), anche processi non insegnabili, come sono: la sensibilità musicale che fa venire in mente una figura piuttosto che un’altra; il sabor, ecc. In altre parole, è veramente difficile separare le figure di un ballo dal sabor personale che ha ciascuno di noi, quindi non è possibile insegnare il ballo senza collegarlo con gli elementi al di fuori del ballo.

Il Corso deve anche educare gli allievi alla musica, ad amare la musica, perché è da essa che emerge il ballo. Il Corso deve educare anche a saper ascoltare la musica perché bisogna riconoscere e capire la differenza tra una canzone di salsa portoricana e una canzone di salsa cubana.

C’è chi non sa lo spagnolo e quindi non può sapere cosa dice una canzone. Gli allievi devono farlo presente al maestro, perché altrimenti vedrebbero diminuita la loro possibilità di interpretare le canzoni.

L’apprendimento del ballo si realizza ad una sola condizione: che gli apprendenti siano messi nella condizione di auto-apprendere. Al termine del Corso essi devono essere in grado di inventare e creare le proprie figure da soli.

 

 

Massa Lombarda, 17 Aprile 2000