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 Libro del mese   

Anno 2016


Giornalismo d'inchiesta
SETTEMBRE 2016 Prima edizione,
marzo 2015

L'Autore

Angelo Polimeno (Roma, 1959) è giornalista parlamentare e inviato del TG1.

La fonte

Giuseppe Guarino (Napoli, 1922) è un magistrato. 

Angelo Polimeno


Non chiamatelo Euro
Germania, Italia e la vera storia di una moneta illegittima

Editore

Milano, Mondadori, 2015. 


ISBN 978-88-04-65419-3

Polimeno

Gentilissimo dott. Polimeno,

in accordo con il presidente Prodi sono dispiaciuta di doverle dire che non è possibile, per il presidente, collaborare con la sua interessante iniziativa editoriale. Il presidente sarà tra poco all'estero e per alcuni mesi non sarà possibile aggiungere nessun altro impegno oltre a quelli già assunti. Distinti saluti.


Questo secco diniego alla richiesta di un'intervista compare a pag. 123. L'Autore chiedeva di parlare con Romano Prodi, due volte presidente del Consiglio, a proposito delle scelte del governo italiano tra il 1996 e il 1998, quando il professore reggiano era presidente del Consiglio. Gli avrebbe voluto chiedere cosa pensava dell'accusa mossa nel 2014 da Giuseppe Guarino, magistrato a riposo, secondo cui l'euro poggia su prassi normative illegali.

Nel Saggio di verità sull'Europa e sull'euro, Guarino sostiene infatti che il Patto di Stabilità tra i Paesi UE sia in contrasto con il Trattato di Maastricht. L'accusa è già grave di per sé. Ma non basta: il Patto di Stabilità sarebbe stato approvato con dei Regolamenti, cioè in maniera illegale. Guarino ricorda, infatti, che un trattato internazionale, e quello di Mastricht lo è, può essere modificato solamente con una norma di pari grado. Un regolamento è di grado nettamente inferiore. Per fare un paragone, è come se una legge venisse superata da una circolare ministeriale.
Due domande: 1) Perché il Patto di Stabilità è in contrasto con Maastricht? 2) Perché l'estensione di un semplice regolamento? C'è una terza domanda che riguarda il titolo: cosa c'entra l'euro? Semplice: se non ci fosse stato questo colpo di mano, l'euro non sarebbe potuto nascere.
Innanzitutto bisogna spiegare cos'è il Patto di Stabilità: io stesso non me lo ricordavo. Mi sono messo a leggere piano piano tutta la storia.

Il vero euro era stato disegnato a Maastricht: il Trattato (7 febbraio 1992) imponeva agli Stati membri il rispetto di regole economiche e finanziarie comuni ma lasciava ai singoli stati la possibilità di indebitarsi. Furono fissati i noti parametri del 3% (deficit annuale) e del 60% (debito pubblico), ma ci si premunì di flessibilizzarli in qualche misura. La flessibilizzazione fu chiesta dall'Italia, che considerò l'inserimento di questo principio nel Trattato un suo successo (pag. 35).

Tutte le possibilità d'interpretazione dinamica dei parametri di Maastricht furono stravolte dai successivi regolamenti. Negli anni tra il 1995 e il 1997 avvenne un cambio di rotta radicale di tutta l'Unione. Nella riunione del 13-14 dicembre 1996, il Consiglio dei primi ministri dell'UE approvò infatti una norma che tolse ai singoli Stati la piena autonomia in materia di politica economica. Annullò la flessibilizzazione contenuta nel Trattato di Maastricht; in più fu stabilito che la norma avrebbe avuto effetto retroattivo (pag. 63). Il documento prese il nome di Patto di Stabilità: siamo arrivati al punto.

Dal punto di vista giuridico, il Patto di Stabilità si compone di una risoluzione e di due regolamenti (1466/97 e 1467/97). Qui parte l'accusa di Guarino: i vertici dell'UE hanno sostanzialmente modificato il progetto scavalcando il Trattato. Hanno pensato che rimettere mano al Trattato avrebbe comportato il doversi misurare con l'opinione pubblica, con tutto il seguito di polemiche che ne sarebbe derivato. Devono avere avuta molta fretta di rispettare le scadenze per comportarsi come si sono comportati: hanno fatto tutto in silenzio e senza coinvolgere la pubblica opinione. Ecco perché è stato scelto lo strumento del regolamento. Quindi il comportamento dell'UE è stato truffaldino sia verso i Trattati che verso l'opinione pubblica.


affermava che la disciplina dell'euro si sarebbe conformata a quella del marco tedesco,