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 Libro del mese   

Anno 2016


Interfacce e
Interazione uomo-macchina
GIUGNO 2016 Prima edizione,
giugno 2014

Gli Autori

Marco Malvaldi (1974), chimico, è un esperto nelle tecniche di simulazione computazionale dello stato liquido.

Dino Leporini (1957) insegna Fisica alla Scuola Normale Superiore di Pisa

Marco Malvaldi
Dino Leporini



Capra e calcoli
L'eterna lotta tra gli algoritmi e il caos

Editore

Laterza, Roma-Bari 2014. 
Collana "i Robinson/Letture".


ISBN 978-88-581-1192-5

Malvaldi-Leporini

Che differenza c'è tra l'uomo e il computer? L'uomo possiede l'intuito, che gli consente di variare le proprie soluzioni, invece il computer è programmato: esegue esclusivamente e fedelmente le istruzioni riportate. Senza sbagliare di una virgola. Se l'uomo inserisce dei dati in input e la macchina gli restituisce un risultato in output, posso reinserire i dati tutte le volte che voglio: la macchina mi darà sempre lo stesso risultato in output.

Fu in virtù di un banale errore umano nell'inserimento dei dati (0,506 al posto di 0,506127) che è nata la teoria del caos. L'evento accadde nel 1963 al MIT di Boston: gli autori ne parlano nel capitolo 6 (la nota massima "il battito d'ali di una farfalla in Amazzonia..." nella sua forma iniziale vedeva come protagonista il gabbiano. Ha avuto un'evoluzione).

Questa storia la conoscevo già e potevo immaginare che nel libro venisse citata. Non immaginavo invece che si parlasse anche della crisi economica mondiale del 2007. Fu in virtù della malcelata fiducia riposta su un modello matematico che le banche iniziarono a fidarsi, nel 2000, delle obbligazioni garantite ("CDO"). Le società di quotazione, a loro volta, si fidarono delle banche e premiarono con la tripla 'A' le emissioni di queste obbligazioni. Salvo poi capire, sette anni dopo, che il modello matematico in questione, la "copula gaussiana" (dal nome del fisico tedesco C. F. Gauss), era inadatto per i mercati finanziari. Gli autori lo spiegano al capitolo 4. Interessante, a questo proposito, la citazione poche pagine più avanti di un esperimento dove l'informatica è unita alla superstizione: alcuni esperti hanno messo a punto un agente informatico programmato per effettuare scambi in borsa in base alle fasi lunari del giorno ed altre amenità: ad esempio, se è il 13 del mese non effettua nessun acquisto.

Il libro si conclude con il lancio di due provocazioni intellettuali. La prima: un computer può ragionare per intuizione? La risposta è sì. Come? Intanto assumiamo come precondizione che qualsiasi domanda posta a un computer sia computabile, cioè traducibile in numeri, in quantità. Ora, ammettiamo che la macchina non sia programmata per contenere la risposta a una nostra domanda. C'è un aiutino: internet. Usando l'enorme massa di dati contenuta nella rete, il computer può fare una ricerca con le parole chiave della domanda e stimare la risposta (p. 144). 

Gli autori affrontano poi l'eterna domanda: può una macchina pensare? È possibile rintracciare in un computer una qualche forma di coscienza? Il primo matematico ad aver posto il problema in maniera semplice e al tempo stesso non equivoca fu Alan Turing (Computing machinery and intelligence, 1950). Nella prima parte del suo articolo teorizzò quello che divenne noto come "test di Turing". Finora nessuna macchina lo ha superato (p. 96). Nella seconda parte Turing si concentrò sulla possibilità che una macchina intelligente fosse una macchina in grado di apprendere. La sua conclusione fu che la mente umana non è un computer. La sua opinione, pur autorevole, non ha fermato la ricerca di come, e dove, nascano gli stati mentali degli esseri umani. Fatto sta che, mentre il cervello umano è plasmabile (si pensi allo sviluppo cognitivo che sperimentiamo nei primi anni di vita), l'architettura di un computer, una volta assemblata, non è più modificabile. Questo limite è, per ora, insuperabile.

(a pag. 101 si cita Eli Pariser, autore di Il Filtro. Quello che internet ci nasconde (libro del mese di aprile 2015).