GENNAIO 2015 | Prima edizione, ottobre 2010 | |||
La
Curatrice
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Editore
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Il
libro è frutto del lavoro del gruppo di ricerca coordinato
da Lucia Urbani Ulivi presso il Dipartimento di Filosofia
dell'Università Cattolica di Milano. Quando si avvia una
ricerca interdisciplinare si apre sempre una sfida:
possono gli specialisti di diverse discipline attuare un'unica
metodologia? Possono adottare lo stesso linguaggio? La sfida si vince
se si dimenticano peculiarità e tecnicismi particolari e si
consolidano le basi di un linguaggio omogeneo. Il "senso" del libro sta
anche in questo lavoro. Com'è già successo in tante altre occasioni, a me questi libri servono per riprendere concetti che conosco già. Non vado alla ricerca di nuovi orizzonti, ardite sperimentazioni, ma cerco di consolidare i pochi concetti di cui ho già padronanza. Un concetto che attira sempre la mia attenzione è il riduzionismo. In questo libro ho trovato un'efficace trattazione nel saggio di Giuseppe Vitiello, «Dissipazione e coerenza nella dinamica cerebrale» (pagg. 105-126). Il riduzionismo nello studio del cervello consiste in questa operazione: dall'enorme mole di
dati e risultati
ottenuti in ambito biochimico sui componenti elementari del sistema (cellule nervose, cellule glia, ecc.) DERIVARE la funzionalità osservata a livello macroscopico (cioè del sistema-cervello nel suo insieme) Siccome io sono un
anti-riduzionista sfegatato ho bisogno di capire bene, di focalizzare
bene qual è l'oggetto di questa teoria. Per combatterla
meglio.
Ho citato uno degli autori questo libro. Sì perché sono ben dodici i saggi che lo compongono. Il saggio di apertura («Sistemi: origini, ricerca e prospettive» di Gianfranco Minati) è introduttivo. Di solito i saggi introduttivi sono pieni di definizioni. Io sono sempre a caccia di definizioni. Ovviamente la prima definizione è quella di sistema. L'Autore cita James Grier Miller (1916-2002): "Un sistema è un insieme di unità interagenti con relazioni tra loro. La parola 'insieme' implica che le unità hanno delle proprietà comuni". La definizione è efficace (anche se secondo me si poteva tradurre meglio). Più avanti Minati spiega: "l'interazione continua tra gli elementi è condizione necessaria per lo stabilirsi e il mantenersi di un sistema, cioè delle sue proprietà acquisite. Se gli elementi cessano di interagire, il sistema degenera nell'insieme dei suoi elementi perdendo le proprietà acquisite" (pag. 17). Viene poi citata la Teoria generale del biologo von Bertalanffy (1967). Quali sono le proprietà che si possono osservare in un sistema? L'elenco comprende: adattività, essere aperto-chiuso, auto-organizzazione, essere autopoietico, caoticità, complessità, dissipatività, equifinalità, equilibrio, organizzazione, essere oscillante. Le proprietà sistemiche sono rintracciabili in campi diversi del sapere (un sistema caotico può essere sia quello studiato dalla teoria dei quanti sia il tempo meteorologico). Detto questo, è possibile pensare al nostro cervello in termini sistemici. "Pensare in termini sistemici" è l'insegnamento principale di questo libro. Molto suggestivo anche il nono capitolo: «L'ontologia della sostanza alla luce della teoria dei sistemi» di Alessandro Giordani (pagg. 197-230). L'Autore indaga le relazioni tra le nozioni di 'oggetto', 'sistema' e 'sostanza' - una materia prettamente filosofica, quindi - e intende confrontare i concetti classici dell'ontologia con quelli contemporanei. Lo scopo č quello di verificare la portata ontologica dell'interpretazione sistemica del mondo. |