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 Libro del mese   

Anno 2015


Area della ricerca sociale
e antropologica
MARZO 2015 Prima edizione, marzo 2013

L'Autore

Walt Heyer è uno scrittore.

Walt Heyer

Paper genders
Il mito del cambiamento di sesso

Editore

Sugarco Edizioni, Milano, 2013.
Ed. or., Paper Genders. Pulling the Mask Off the Transgender Phenomenon (2011)

ISBN 978-88-7198-650-0

Heyer
Il libro affronta una questione spinosa e molto attuale: la chirurgia per il cambiamento di sesso. Negli Stati Uniti non si contano gli ospedali che offrono, tra i loro servizi, anche l'operazione che cambia il sesso di una persona, facendolo passare da maschio a femmina o viceversa.
Oggi questo tema non crea particolare impressione nell'opinione pubblica. Quello che non viene detto, però, è che i mass media raccontano soltanto metà della verità. La realtà è molto più complessa.
Ci sono molti casi di rigetto, cioè di persone che, nonostante l'operazione abbia avuto successo, non si "trovano" nel loro nuovo sesso. L'autore rivela che il tasso di suicidi tra i transgender è enomemente più alto che nella media. Questo i giornali non lo dicono, preferendo presentare solo gli aspetti positivi di tale tematica. Le stime dei tentati suicidi tra i transgender oscillano tra il 20 e il 50%.
Questo dato, insieme ad altri, è presentato nel primo capitolo ("Genere, bugie e suicidio"). Secondo l'Autore, "il suicidio è l'effetto di una patologia psichiatrica irrisolta (pag. 40). Il cambiamento di sesso non risolve i problemi, non è un trattamento di grande efficacia. Nonostante l'evidenza, però, questo tipo di interventi sono molto diffusi. L'Autore si chiede come si è arrivati all'attuale stato di cose.
Il libro si divide in sei capitoli. Nel secondo ("Bambini transgender") spiega che oggi, negli Stati Uniti, il tema transgender è talmente connotato positivamente che esiste una proposta di legge tesa ad includere nelle scuole, insieme all'insegnamento delle materie fondamentali (leggere, scrivere, fare di conto), la rappresentazione dell'omosessualità (pag. 44).
Il protagonista del terzo capitolo ("Il dottor Punteruolo da ghiaccio") è Walter Jackson Freeman (1895-1972), un neurologo che ha lasciato una traccia significativa nella letteratura scientifica sulla schizofrenia. Convinto che il disturbo potesse essere velocemente eliminato, fondò una terapia basata sull'operazione chirurgica: la lobotomia. Che il suo metodo fosse fallimentare venne scoperto solamente quattro decenni dopo la sua creazione. Intanto Freeman rovinò la vita di centinaia di persone, producendo danni irrimediabili al loro cervello. Tra essi è annoverato anche un caso famoso: una delle sorelle di John F. Kennedy, Rosemary, nata nel 1918. La ragazza non soffriva di schizofrenia. Era eccessivamente umorale, ma era sempre presente a se stessa. Freeman comunque la operò come aveva fatto con gli altri pazienti. Commise però un grave errore, rendendola completamente disabile. La famiglia Kennedy decise di nascondere Rosemary al mondo (pag. 65). La carriera di Freeman non subì nessun contraccolpo: egli continuò a praticare la lobotomia su altre migliaia di pazienti, diventando il neurochirurgo più famoso di tutto il Paese. Negli anni Ottanta questa pratica fu definitivamente abbandonata.
 
La storia della lobotomia presenta molte caratteristiche simili al tema del libro: una tecnica che non ha fondamenti scientifici viene presentata evidenziandone i soli aspetti positivi, nascondendo i pericoli e i danni che può provocare sui pazienti. Oggi sia i chirurghi del cambiamento di sesso che gli psicologi che rilasciano le autorizzazioni all'intervento sono convinti che l'operazione sia la risposta ad ogni problematica di genere. L'Autore sostiene che non è così.

La domanda centrale è: l'operazione di cambiamento di sesso è una necessità medica? Nel quinto capitolo si fornisce una risposta. L'Autore ha raccolto molte testimonianze di persone che si sono operate, ma alle quali l'operazione non ha minimamente apportato alcun miglioramento nella felicità personale e, in generale, nella stabilità psicologica. L'Autore inoltre sottolinea che i media evitano di dare rilievo alle storie di persone che hanno vissuto come un fallimento il cambiamento di sesso.

La conclusione dell'Autore, che faccio mia, è che il sesso di una persona non è nella sua mente, né viene modellato dall'ambiente, bensì è stabilito dal DNA e l'operazione chirurgica non serve a cambiare ciò che è scritto nel codice genetico.