DICEMBRE 2015 | Prima edizione, febbraio 2008 | |||
Gli
Autori
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La sinapsi
è il luogo in cui avviene il trasferimento di informazioni tra
neuroni. Essi comunicano tra loro mediante segnali elettrici (i
potenziali d'azione) e chimici (i neurotrasmettitori). Il trasferimento
d'informazioni non è binario (acceso-spento), ma è
altamente modulabile: possono essere liberate quantità variabili
di neurotrasmettitori (plasticità sinaptica). E questo è
un bene: la possibilità di variare l'intensità del
segnale rende più accurata la registrazione delle percezioni del
mondo esterno. Il cervello possiede non solo dei meccanismi che consentono di percepire il mondo esterno: abbiamo anche meccanismi che consentono di registrare tali percezioni nella rete neurale e di formare così dei ricordi (pag. 33). La tesi degli autori è che la registrazione, la trascrizione e l'associazione di tracce lasciate dall'esperienza sono opera dei meccanismi della plasticità sinaptica (pag. 42). Che cos'è una traccia? Essa implica l'oggetto ma sotto forma di rappresentazione. Ossia, in senso proprio, una presenza dell'oggetto in assenza di esso. Come dimostrare la formazione dei ricordi a lungo termine? Una prima risposta è che, mentre i ricordi a breve termine coinvolgono le proteine esistenti, la formazione di ricordi a lungo termine poggia sulla sintesi di nuove proteine (pag. 58). Si aggiunga che il cervello genera spontaneamente nuovi neuroni, anche durante la vita adulta. Questa affermazione fu considerata infondata fino agli anni novanta. Ma oggi la scienza si è dovuta ricredere. Anche l'apprendimento genera la formazione di nuovi neuroni. Si tratta di capire come i nuovi si allacciano ai vecchi e quale ruolo abbiano nella formazione di tracce mnestiche (pag. 59). Freud scriveva (Minuta M, 1892-97, p. 62) che nuove associazioni mentali si originano dall'intreccio inconscio di cose sperimentate e udite, secondo certe inclinazioni". Sappiamo tutti che l'esperienza lascia una traccia nella rete neuronale. Gli Autori introducono la definizione di "stato somatico": un complesso di percezioni provenienti dal proprio interno. Il concetto viene utilizzato diffusamente in tutto il resto dell'opera. Il tema principale diventa il rapporto tra la realtà conscia (quella che ci mette in rapporto con il mondo esterno) e la realtà inconscia (che è diversa in ciascun individuo). Gli Autori si ispirano al pensiero di Freud. Secondo la teoria freudiana, anche la realtà inconscia dell'individuo si forma a partire dagli stimoli, dalle percezioni, che provengono dal mondo esterno. Riassumendo: da un punto di vista strettamente fisiologico, il nostro organismo è predisposto per dare una risposta adeguata, proporzionata, a qualsiasi segnale che ci tocca dall'esterno. A un dato segnale corrisponde un determinato atto motorio. Ma noi abbiamo anche una parte inconscia, molto importante. I processi inconsci interferiscono con la nostra parte fisiologica (p. 118). Qui la neurobiologia e la psicanalisi trovano un punto di convergenza: un parola (significante) equivale a un "segno della percezione" (oggetto), ma essa è anche una traccia sinaptica (p. 119). Alla fine del libro gli Autori riprendono la tesi principale: la registrazione, la trascrizione e l'associazione di tracce lasciate dall'esperienza sono opera dei meccanismi della plasticità sinaptica. Ora aggiungono: la nostra mente ha due dimensioni importanti, quella conscia e quella inconscia. Le tracce direttamente richiamabili alla coscienza sono alla base della memoria e dell'apprendimento. Altre possono riorganizzarsi, associarsi tra loro e formare nuove tracce, non più in diretto rapporto con la percezione iniziale e non richiamabili alla coscienza (p. 131). Concludo con una nota. Noi crediamo che il numero di neuroni sia fisso. Su questa base argomentiamo che "l'intelligenza non si può aumentare". E invece è falso: il cervello produce spontaneamente nuovi neuroni anche in età adulta. |