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 Libro del mese   

Anno 2014


Premio Strega
GIUGNO 2014 Terza edizione, giugno 1970

L'Autore

Guido Piovene (Vicenza, 1907 - Londra 1974) è stato uno scrittore e giornalista italiano.

Guido Piovene


Le stelle fredde

Editore

Mondadori, Milano, 1970. 

Collana "Scrittori italiani e stranieri".


Le stelle fredde

Ma di cosa stiamo parlando? Cosa ci fa un romanzo tra i Libri del mese? 

Cari amici, non ho smesso di leggere saggi, soltanto voglio ampliare un po' i miei orizzonti ed esplorare un campo diverso. Voglio respirare aria nuova. Magari mi verranno nuove idee. Non leggo quasi mai opere letterarie: ebbene sì. Ogni tanto ci provo, ma inevitabilmente mi annoio e non arrivo mai alla fine. Allora mi è venuta un'idea: scelgo un premio letterario.

Come sapete, in questo sito io gestisco un elenco dei maggiori premi assegnati in Italia. Ne fanno parte anche i più prestigiosi premi letterari. Cominciamo dal Premio Strega. Gli Amici della domenica annunciano una lista di finalisti (la "cinquina") e, qualche mese dopo, scelgono il vincitore. Allora l'esperimento cui mi sottopongo è: leggo almeno quattro dei cinque libri finalisti e decido io chi è il vincitore! In questo modo arriverò sicuramente alla fine di ogni libro. Farò la recensione di tutti i libri letti. Comincio dal Premio Strega del 1970. L'anno prossimo leggerò i finalisti dell'edizione 1980. La mia aspettativa è che la qualità dell'italiano, in questi decenni, si sia deteriorata.


Il titolo dell'opera è svelato nelle prime pagine: le stelle fredde sono le persone morte. Inaspettatamente, l'argomento principale del libro è proprio il rapporto morti-vivi. Il protagonista vive su se stesso questa dualità.

La trama è la seguente: il protagonista decide di smettere di lavorare (anche se ha poco più di quarant'anni), lascia la città e ritorna nella casa dove ha trascorso l'infanzia, in campagna. Qui ritrova suo padre (secondo personaggio) con cui ha il classico rapprorto conflittuale che ritroviamo in tante pagine della letteratura.

Sono assenti nel romanzo figure femminili importanti: il protagonista aveva una donna, Ida, ma è già stato lasciato da lei quando inizia il racconto. Ida però aveva avuto una relazione precedente con un altro uomo, e l'aveva lasciato per il protagonista. Il rivale aveva giurato di vendicarsi.

Nel cap. VII (su XVI) avviene una tragedia: l'uomo che voleva vendicarsi del protagonista viene assassinato. Subito il protagonista abbandona la casa e si rifugia in un capanno situato nella conca di una valle poco distante. Sa che il suo gesto potrebbe insospettire la polizia, ma lo fa lo stesso. Pochi giorni dopo incontra un uomo (terzo personaggio del racconto) che si presenta come un poliziotto che è diventato filosofo. L'uomo gli sta accanto e trascorre con lui alcuni giorni. Dice di chiamarsi Sergio.

Un giorno i due fanno un incontro che non avrebbero mai pensato di fare: un uomo che è ritornato dall'aldilà, dal mondo dei morti. Si tratta nientepopodimeno che di Fedor Dostojevskij. (nato-morto)

È il quarto personaggio del romanzo (che di certo non è molto popolato). Il famoso romanziere racconta come si vive nell'aldilà: il racconto occupa due interi capitoli. Sergio, molto colpito dalla descrizione, decide di presentare Dostojevskij a un teologo che conosce personalmente. L'incontro si svolge in un paesino di nome Lugo (a me è subito venuto in mente Lugo di Vicenza, che probabilmente l'autore conosce in quanto vicentino di origine). Lugo è l'unico toponimo apparentemente reale citato nel libro.

L'incontro dura meno del previsto: il teologo non è soddisfatto perché non ha sentito la descrizione che si aspettava e lo scrittore russo si è risentito perché il suo racconto non è stato giudicato credibile. Dopo quella visita il suo umore cambia e nel giro di un paio di giorni sparisce.

Successivamente muore il padre del protagonista. Sergio lo convince a ritornare a vivere nella casa. Il rientro provoca nel protagonista un grande cambiamento interno. Egli si convince che "il mondo esiste per essere catalogato" ed inizia a comporre una scheda per ciascun oggetto che vede. Trascorre le sue giornate con l'unico scopo di catalogare tutto quello è intorno a lui.

Una trama abbastanza povera, non è vero? Perché questo libro ha vinto il Premio Strega?

Invece di scervellarmi, preferisco leggere i commenti già esistenti. Comincio dal libro stesso. Cosa c'è scritto nel risvolto di copertina? Viene innanzitutto riepilogata la trama. Rispetto a quello che ho evidenziato io, ci sono alcune differenze. Dopo aver detto che il protagonista ritorna nella casa dei genitori si aggiunge: "Qui strane cose accadono". È una frase di inizio di paragrafo. Ci fa capire che seguirà un elenco. Poi ci fa capire meglio che il ritorno alla casa dei genitori è concepito come l'evento scatenante, quello che nell'analisi delle fiabe corrisponde al rapimento della figlia del re ("la mancanza iniziale").

Viene precisato che Dostojevskij non proviene dall'aldilà, ma da un aldilà. Questo, a onor del vero, si capisce solo alla fine, dopo che lo scrittore ha avuto il colloquio con il teologo: qui viene anticipato.

Poi c'è scritto: Lentamente una transizione si è operata, di cui la fuga dalla città e dal lavoro ha avviato la traiettoria. Labile è diventato il confine tra il regno dei morti e l'indefinibile regno dei vivi. Lo spazio in cui il personaggio si muove è esso stesso un Aldilà (…)

Questo passaggio mi aiuta a capire che, mentre vive le sue "strane"esperienze, il protagonista ha un'evoluzione interiore. Sulla catalogazione compulsiva, che diventa la sua unica e definitivaoccupazione, non viene aggiunto niente di rilevante. Secondo me la definizione più adatta è che è un libro strano. Strano come le storie che in esso sono raccontate. Se io non mi fossi prefisso lo scopo di leggere tutti e quattro i finalisti dello Strega e di creare la mia classifica, avrei smesso di leggerlo molto presto. Precisamente, nella parte in cui dialoga con il padre: mi davano fastidio la sua mancanza di rispetto, il suo menefreghismo, il suo egoismo.