APRILE 2013 | Prima edizione, giugno 2010 | |||
L'Autore
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Editore
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Argomento
del libro: come cambiano i mass media con l'avvento dei nuovi strumenti
digitali. Il libro si divide in due parti. Alla fine c'è una conclusione. La prima parte s'intitola «Il nuovo ecosistema» (fino a pag. 83) e abbiamo già capito di cosa si tratta: i nuovi strumenti digitali ci consentono un tipo di fruizione totalmente diversa. L'esperienza mediatica cambia: l'utente non è più fruitore passivo di un programma prestabilito da un'emittente (sia essa radio o televisione), ma è qualcuno che sceglie dove come e quando fruire Ma non si dice neanche più " La seconda parte s'intitola «Implicazioni sul giornalismo» (fino a pag. 203) ed è quella che per noi contiene più "ciccia". L'avvento dei nuoi media scardina tante certezze del mondo dell'informazione che avevamo conosciuto. 1. Il modo in cui si creano le notizie. Prima della Rete solo i giornalisti avevano accesso alla più ampia quantità di informazioni ed erano loro a dover compiere la scelta di cosa mettere in pagina. Già: la pagina. È uno spazio finito. Oggi con la Rete abbiamo a disposizione quantità illimitate di spazio e, inoltre, il pubblico può interagire con le fonti. 2. Prima della rete, cosa succedeva quando un giornale aveva una notizia importante? La pubblicava in prima pagina, con grossi richiami, la approfondiva nei giorni seguenti. I giornali si impegnavano a colpire l'attenzione del pubblico. Oggi non è più così: gli utenti sanno che "se una notizia è davvero importante per loro, sarà lei a trovarli" (pag. 98). 3. Al di fuori della rete, l'unico modo per interagire con un giornale è scrivere una lettera. I giornali pubblicano quelle più interessanti in una pagina apposita. Oggi qualsiasi articolo che appare sul Web può essere commentato. I commenti sono pubblici e appaiono subito dopo la firma dell'autore dell'articolo. È un segno del "passaggio da un'organizzazione del lavoro orientata al prodotto a un nuovo modo di stare in Rete ispirato al processo" (pag. 129). 4. Prima della rete com'era organizzato il lavoro di produzione delle notizie? Il giornalista televisivo faceva solo televisione, il cronista di un giornale scriveva e basta, il giornalista radiofonico faceva il radiogiornale. Oggi con la Rete questi equilibri sono saltati: sul Web infatti possono essere caricati sia contenuti scritti, sia filmati in audio-video: non c'è più la classificazione tradizionale. 5. Nascono delle figure create appositamente per il Web: a) il responsabile dei social network. Un membro della redazione li segue costantemente e "facilita l'incontro" tra le notizie prodotte dal suo giornale e i potenziali lettori (pag. 114). E siamo arrivati al messaggio fondamentale del libro. Oggi c'è la Rete (e ci siamo dentro tutti). Quindi, se siamo tutti in rete, la cosa fondamentale è gestire le relazioni: non solo gestire quelle esistenti ma favorire anche la creazione di nuove. Io non ho un blog, non sono su Facebook né su Twitter: comincio a pensarci su. |
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Leggiamo
il titolo dell'opera. Fatto? Ora leggiamo il profilo dell'Autore.
Fatto? Domanda: c'è una relazione? Risposta positiva: il
libro è il testo dell'esame. Potevo metterlo tra i manuali
universitari, ma oggi gli studi sui mass media fatti bene sono
così pochi che ho preferito inserirlo in questa sezione. |