Area della ricerca sociale e antropologica |
FEBBRAIO 2012 | Seconda edizione, dicembre 2010 |
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L'Autrice
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La domanda di partenza è:
come mai gli Stati europei hanno rinunciato, ratificando il
Trattato di Maastricht, alla loro identità? Come mai le Nazioni più
famose della storia hanno rinunciato al proprio nome per diluirsi in
uno spazio indistinto di una mai esistita «europeità»? L'indagine si svolge sia su un piano simbolico, sia su un piano di realtà, com'è caratteristica dei metodo di ricerca dell'Autrice. Sul piano simbolico, la costruzione della dittatura europea implica che tutti i concetti più pregnanti delle Scienze umane siano stati semplicemente lasciati cadere. Il concetto di «patria»? Non serve più. Un esempio? Oggi si dice che le due guerre mondiali del Novecento non sono stati scontri tra Nazioni, ma "un'unica guerra civile" (pag. 18). Un'incredibile falsificazione storica, che serve soltanto ad affermare che i popoli d'Europa sono «fratelli», fanno parte di un'unica Nazione, un solo Stato. Il concetto di «cittadinanza»? Il Trattato di Maastricht istituisce la "cittadinanza europea". Ma quanti europei lo sanno? Comunque, è stata una decisione che è passata sopra le loro teste. Tale seconda cittadinanza non si può scegliere: è stata imposta e basta. Il paragone con la società falsa e illusoria descritta da George Orwell nel suo 1984 è calzante. Anche l'UE ha un suo «ministero della Verità», che si occupa di riscrivere le regole. E chi sono le persone che agiscono al suo interno? Mistero. Come nel romanzo di Orwell i loro nomi sono sconosciuti, così noi cittadini europei non conosciamo i nomi di coloro che hanno preparatato gli stravolgimenti concettuali appena descritti. L'Autrice sceglie di chiamarli inizialmente «Progettisti», proponendosi, nel prosieguo della sua analisi, di individuare il più possibile delle persone concrete. È sorprendente l'abilità dei Progettisti di guidare anche l'informazioni giornalistica. Le notizie che riguardano l'UE sono tutt'oggi confinate nelle pagine degli Esteri, quando la moneta nazionale è scomparsa, l'economia nazionale è guidata dall'UE, addirittura il sistema legislativo dei paesi membri è forzosamente armonizzato alle Direttive di Bruxelles. Sono veramente bravi a non far percepire alla popolazione l'enormità del loro potere su di noi. In questo modo possono agire ancora di più indisturbati. L'Autrice deduce che «era stato tutto programmato» (pag. 34). Non soltanto l'omologazione dei popoli d'Europa, ma l'omologazione dei popoli di tutto il mondo. Ma cosa pensano i capi di stato? I monarchi europei, avendo un incarico a vita e ricoprendo ancora un ruolo simbolico, non dovrebbero dire qualcosa ai loro popoli? Invece, il silenzio è l'atteggiamento che accomuna Elisabetta II d'Inghilterra, Gustavo II di Svezia e le altre teste coronate. E la Chiesa cattolica? Non dovrebbe "smarcarsi" ed affermare una propria specificità? Anche l'atteggiamento della Chiesa è di passiva acquiescenza. Proseguendo il suo itinerario di ricerca, l'Autrice ricostruisce la storia d'Europa alla ricerca del momento in cui è stato elaborato il concetto di "Europa" come un tutto unico, come spazio omogeneo. La ricerca la porta a studiare: 1) la massoneria, che si diffuse in tutta Europa nel XIX secolo; 2) il movimento Unione paneuropea, fondato negli anni Venti del XX secolo dall'austriaco Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi; 3) il gruppo Bilderberg, un club che riunisce le persone più ricche e influenti del mondo. I membri del Bilderberg «possiedono un potere immenso in quanto sono azionisti e quindi gestiscono le banche centrali e hanno programmato da lungo tempo, dopo la fase di realizzazione dell'Unione Europea, la centralizzazione del governo a livello mondiale» (pagg. 142-43). Di esso fanno parte anche molti monarchi europei. Quindi la regina Elisabetta non perderà un briciolo delle sue sostanze anche se dovesse perdere parte della sua sovranità! Ecco quindi che cos'è l'Unione Europea: un impero guidato da banchieri. Sono loro che detengono il vero potere. Rimane da svelare l'ultima menzogna: i soldi che noi usiamo per vivere sono nostri, degli stati nazionali o dell'UE? Di nessuno dei tre. I banchieri si sono riservati anche questo potere: è la Banca centrale europea che ha tutto il potere monetario in mano. E la BCE non è altro che una banca privata, in cui le partecipazioni degli stati nazionali sono una minoranza. |