Home page      

 Libro del mese   

Anno 2011


Interfacce grafiche e
Interazione uomo-macchina
MAGGIO 2011 Prima edizione,
aprile 2010



L'Autore

Gino Roncaglia insegna «Informatica applicata alle discipline umanistiche» e «Applicazioni della multimedialità alla trasmissione delle conoscenze» all'Università della Tuscia.

ISBN 978-88-420-9299-5

Gino Roncaglia

La quarta rivoluzione
Sei lezioni sul futuro 
del libro


Editore

Laterza, Roma-Bari 2010.
Collana "i Robinson".

Roncaliga
La prima lezione riguarda il libro a stampa. Il libro è un oggetto di tutti i giorni. Ma abbiamo mai pensato a quanti significati può avere la parola «libro»? Eccone alcuni: "opera" (prodotto dell'intelletto), oggetto testuale, oggetto commerciale, prodotto a stampa.
Nella seconda lezione si fornisce una definizione di libro elettronico. Per l'autore gioca un ruolo fondamentale l'interfaccia grafica: se essa rende l'esperienza di lettura simile a quella di un libro a stampa, allora siamo in presenza di un libro elettronico. E che cos'è l'esperienza di lettura? L'autore definisce tre situazioni tipiche: oggetto appoggiato su un tavolo; noi seduti in poltrona (quindi l'oggetto è tra le mani); in mobilità.
Nella terza lezione si ripercorre la storia dell'idea di libro elettronico e si descrivono i primi e-book che sono stati realizzati. Alla base dell'idea di libro elettronico ci sono due concezioni: la  lettura non lineare del testo, ovvero l'ipertesto, e la lettura su schermo (= lettura in ambiente digitale). Entrambe le concezioni emersero negli Stati Uniti durante gli anni sessanta. La parola stessa e-book nacque in quel decennio (la sua paternità è attribuita a Andries van Dam, un informatico della Brown University). Alla base del libro elettronico, inoltre, vi furono due applicazioni tecnologiche: le interfacce grafiche e la digitalizzazione e codifica dei testi. Nel 1971 Michael Hart avviò il Progetto Gutenberg, la realizzazione di una biblioteca digitale di testi elettronici disponibili in rete (il progetto è tuttora attivo). Scopo del progetto è rendere disponibile i capolavori dell'umanità a tutta l'umanità, senza costi sia per chi legge che per chi esegue le trascrizioni su supporto digitale (il lavoro, infatti è su base volontaria). Negli anni settanta, nei laboratori della Xerox di Palo Alto, fucina di invenzioni che segnarono l'informatica dei trent'anni successivi, Alan Kay realizzò il progetto del primo strumento informatico per lettura, scrittura e apprendimento dei testi (Dynabook). Il primo lettore digitale effettivamente costruito fu lo Spelling Ace della Franklin Computer Corporation (1986). Era uno strumento di interrogazione interattiva: l'utente digitava una parola della lingua inglese nella sua pronuncia fonetica e l'«Asso della Pronuncia» restituiva la corretta ortografia del termine. Lo Spelling Ace conteneva in memoria il dizionario Webster. La tecnologia degli schermi non permetteva ancora la lettura prolungata; il passaggio da dispositivi per una rapida consultazione a dispositivi per la lettura intensiva richiese oltre un decennio. Nel 1998 ci fu la svolta. La Nuvomedia, un'azienda californiana, lanciò sul mercato il Rocket eBook, un dispositivo di lettura con uno schermo a risoluzione soddisfacente e la capacità di contenere in memoria 4.000 pagine di testo e grafica (corrispondenti a una dozzina di libri). Per la prima volta non si trattava di un dispositivo orientato all'interazione breve, ma alla lettura vera e propria.
La seconda generazione di lettori per e-book è basata su un'innovazione tecnologica: la "carta elettronica". L'esperienza di lettura si avvicina per la prima volta a quella del libro su carta. I primi dispositivi a dotarsi di questa tecnologia furono: iLiad iRex (2006); Sony PRS 500 (2006) e Amazon Kindle (2007). Nel 2007 è uscito anche l'iPhone, lo smartphone che ha rivoluzionato il mercato della telefonia. Lo smartphone può anche essere usato come dispositivo di lettura. Con l'avvento dei tablet (l'iPad esce nel 2010) inizia un nuovo periodo di sviluppo dei lettori digitali, che prefigura la terza generazione.

La quarta lezione è dedicata ai programmi ed ai formati più diffusi per la lettura di libri elettronici. Punto di partenza: in un libro di carta non c'è solo il testo, c'è una copertina (spesso a colori) e un frontespizio. Abbiamo poi un indice, una prefazione, non mancano le illustrazioni. Quale di queste caratteristiche devono essere riprodotte in un e-book? I libri del Progetto Gutenberg sono riprodotti in formato solo testo (.txt). L'aspetto è molto diverso da quello di un libro. Il formato .pdf (Portable Document Format) ha una resa grafica molto superiore. Però su schermi piccoli è quasi illeggibile. Quindi è adatto solo a dispositivi da appoggiare sul tavolo. Un terzo formato, ePub presenta il vantaggio di essere basato su un linguaggio di marcatura, XML, che lo avvicina al formato testo. È quindi adatto alle tre situazioni di lettura (indicate all'inizio). In più, il linguaggio di marcatura permette di disporre il testo sullo schermo in maniera simile al libro su carta.
Nella quinta lezione si affronta un tema spinoso: come gestire i diritti d'autore? Il libro elettronico è un oggetto molto diverso dal libro a stampa. Può essere scaricato da internet con un clic. Può essere facilmente copiato da un computer all'altro. E la copia è identica all'originale. Le strategie di tutela dei diritti d'autore e di protezione dei contenuti non possono essere le stesse che per i libri a stampa; devono essere adeguate al mondo digitale. L'Autore ritiene che una buona soluzione siano i modelli di Gestione sociale dei diritti d'autore (social DRM).
Nella sesta lezione ci si chiede come sarà il futuro della forma-libro. L'Autore è molto esplicito: «L'idea che la forma-libro debba prevedere sempre e comunque solo pagine di testo, destinate a una lettura rigorosamente silenziosa e possibilmente priva di stimoli sensoriali esterni, è assai lontana dalla realtà» (pag. 209). Il suo auspicio è la ripresa dell'ipertestualità, tema che ha vissuto i suoi fasti negli anni novanta per poi passare nel dimenticatoio. Per quanto riguarda i dispositivi di lettura, Roncaglia rileva che «sono ancora lontani dal raggiungere un'effettiva competitività ergonomica con il libro a stampa». Ma le idee nuove sono tante: ipertesto saggistico, libri che si aggiornano da soli, e-book al posto dei libri scolastici. Il settore è in continua evoluzione.

Il progresso che investe il settore delle interfacce di lettura è davvero impressionante. Dal 2010 ad oggi è passato solo un anno ma il libro ha già bisogno di aggiornamenti: 1) «Nexus One» il telefonino di Google, non ha avuto successo ed è stato ritirato dal mercato; 2) «Gigapedia» non esiste più: digitando questo nome si è reindirizzati a un altro sito: library.nu.