L'Autore
Ian Hacking era nel
1999 docente di filosofia all'Università di Toronto (Canada).
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Ian Hacking
La natura della scienza
Riflessioni sul costruzionismo
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Editore
McGraw-Hill, 2000.
Collana "Dynamie".
Ed. or. The social construction of what?, 1999
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L'argomento dei costruzionisti è noto: la nostra descrizione del
mondo, lungi dall'essere basata sui fatti, è in realtà una
costruzione sociale.
In sociologia le idee costruzioniste dominano il dibattito pubblico, tanto
che - anche in Italia - il termine "sesso" è ormai diventato
secondario rispetto a "genere".
I costruzionisti sociali tendono a ritenere che (pag. 6): "Un dato
X non deve per forza esistere o non deve per forza essere com'è
attualmente. X, o X com'è adesso, non fa parte della natura delle
cose; non è inevitabile".
Esiste una precondizione che precede questo assunto (pag. 11): "Allo
stato attuale delle cose, X è dato per scontato, X sembra inevitabile".
È su queste basi di partenza che i costruzionisti hanno elaborato
le loro teorie. Il costruzionismo sociale si fonda dunque sull'opposizione:
fare parte della natura delle cose c/ essere costruito
(dagli uomini)
Scopo del libro è sottoporre a critica questa posizione. L'opera
si divide in otto capitoli. Nel terzo, l'Autore tratta del costruzionismo
nelle scienze naturali; lo critica dicendo che gli argomenti dei costruzionisti
non fanno parte della scienza ma della metafisica (pag. 54). Scopo dei
costruzionisti, infatti, è combattere un'idea della realtà,
piuttosto che fornire un nuovo metodo di interrogazione/analisi.
L'Autore stabilisce tre gradi (minimo-medio-massimo) per rilevare il peso
del costruzionismo nel pensiero di ciascuno scienziato. Il primo grado
è distinguere se l'autore parla di oggetti (anche nel senso di
"idee"), concetti molto ampi come "verità"
e "realtà", che usiamo per definire il rapporto tra pensiero
e mondo, oppure della conoscenza scientifica. Si stabilisce quindi la
seguente corrispondenza: un libro sui Quark come costruzione sociale è
di grado 1 poiché i Quark sono oggetti. Un libro sull'attività
dello scienziato in laboratorio, che tratta le sue scoperte come "costruzione
sociale di fatti scientifici" è di grado 2. Un libro sulla
scienza in cui si dubita dell'esistenza di "una qualche permanente
stabilità" nell'attività scientifica è di grado
3 (opere di questo tipo uscirono effettivamente nel secolo XX). Il grado
1 è quello più numeroso: è l'ambito in cui si mostra
che la cornice teorica entro cui gli scienziati effettuano le loro ricerche
emerge da un preciso processo storico.
Nei capitoli successivi l'Autore analizza la tematica reale/costruito
nei campi della malattia mentale e dell'abuso infantile. Il capitolo 6
verte sui modi di creazione della conoscenza. Nel XX secolo è avvenuto
un fatto nuovo: per la prima volta la conoscenza scientifica è
diventata una derivazione della ricerca sugli armamenti. La distinzione
tra forma e contenuto della conoscenza è diventata problematica.
Concludono il volume due capitoli che trattano del rapporto tra realtà
e costruzione in chimica sperimentale ed in antropologia.
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