Mente e cervello | OTTOBRE 2011 | Prima edizione, giugno 2009 |
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Alcune cose nuove che ho appreso: il riduzionismo delle neuroscienze si chiama fisicalismo. Il
fisicalismo comporta l'identità tra coscienza e sistema nervoso. Non
esiste qualcosa di distinto che si possa chiamare "mente": «I prodotti
delle attività cerebrali corrono verso aree esecutive senza alcun
centro coordinatore» (p. 50). La coscienza e l'autocoscienza hanno basi
materiali: emergono dall'attività della corteccia associativa. Per quanto riguarda l'argomento principale del libro (che cos'è la coscienza) l'Autore afferma molto chiaramente, fin dalle prime pagine, che «L'uomo è cerebrale, nient'altro che cerebrale» (p. 11). Ma dice anche che le neuroscienze si arrestano di fronte ad alcune questioni pregnanti: mostrano come uno stimolo luminoso raggiunga la corteccia cerebrale visiva, ma non spiegano come quelllo stimolo diventi cosciente. Rilevano quali parti del cervello sono attive mentre si è indignati o felici, ma la realtà di quegli stati d'animo e la loro causa rimangono oscure. Non sanno spiegare assolutamente l'esperienza estetica, poiché non è correlata direttamente con l'evoluzione. L'ho scelto perché è argomentato benissimo e scritto benissimo. |
L'Autore
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