Epistemologia e Storia del pensiero scientifico |
DICEMBRE 2010 | Prima edizione, aprile 2010 | ||
Base di conoscenzeLa teoria dell'evoluzione è una
delle teorie scientifiche più conosciute e più studiate in assoluto. Si
basa sulle scoperte del naturalista Charles Darwin (1809-1882), che
formulò e sistematizzò nelle sue opere celeberrime L'origine delle specie
e L'origine dell'uomo i
concetti di "selezione naturale" e "sopravvivenza del più adatto".
Darwin è il padre dell'evoluzionismo. La formulazione attuale della teoria risale a tempi recenti: ad essa hanno contribuito diversi scienziati che si sono succeduti nel tempo. Nelle sue linee essenziali, la teoria può essere spiegata gome segue: l'evoluzione è il processo tramite il quale la vita si è sviluppata dalla materia non vivente e gli organismi si sono trasformati nelle specie che attualmente popolano il globo terracqueo. L'unico meccanismo che ha operato al fine di generare tutte le attuali forme di vita è la mutazione genetica: un evento spontaneo e naturale che accade ininterrottamente dalla comparsa della vita sulla terra. Nel corso del XX secolo la biologia ha individuato nelle mutazioni genetiche le "variazioni spontanee" di cui parlava Darwin. Ne è nata la Teoria sintetica dell'evoluzione, detta anche "neo-darwinismo". Tale teoria riconosce quattro grandi Fattori dell'evoluzione (le mutazioni; la selezione naturale, la deriva genetica; il flusso genico) e attribuisce un ruolo guida alla selezione naturale. |
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RistrutturazioneDue scienziati di formazione darwiniana rivedono le
proprie convinzioni alla luce delle più recenti scoperte scientifiche.
È una dimostrazione di coraggio e onestà intellettuale.
La prima parte del volume (capp. 1-4) è dedicata alle ricerche più recenti in campo biologico. Darwin parla di selezione come fenomeno esogeno che interessa indistamente tutti gli organismi viventi. Ma ogni organismo, quando appare sulla faccia della terra nasce già completo, ovvero è perfettamente preparato per la sopravvivenza. Oggi dalle ricerche nel campo della biologia (cap. 1) emerge un punto fermo: la notevole invarianza dei mattoni genetici dell'evoluzione. Esistono dei vincoli che gli organismi devono soddisfare a livello interno/strutturale. Ciò limita drasticamente l'azione della selezione, la cui forza viene notevolmente ridimensionata dagli Autori: se la selezione (=forza esogena) agisce casualmente (ed è un evento obiettivamente raro) mentre le forme organiche sono generate dall'interno (ovvero da processi fisico-chimici), ne deriva che Darwin non ha individuato il meccanismo principale dell'evoluzione, oppure ne ha indicato uno marginale. Darwin parla di selezione "della specie", ma la moderna ricerca scientifica sembra mostrare con chiarezza che esistono processi selettivi anche a livello di geni, cromosomi, cellule, gruppi di congiunti e altri (cap. 2). Esistono fattori esogeni che hanno svolto un ruolo nell'evoluzione oltre a quelli descritti da Darwin (che parla solo di adattamento e selezione naturale): processi autocatalici, strutture dissipative e principi di auto-organizzazione (cap 4). Con il cap. 5 comincia la seconda parte dell'opera, in cui si critica a livello logico e concettuale la teoria darwiniana. La tesi di fondo dei due autori è che "la teoria della selezione naturale sia irreparabilmente difettosa". La "strategia polemica" è suggestiva. (Qui non c'è spazio per riassumerla, dirò solamente che la selezione naturale è paragonata alla teoria dell'apprendimento di Skinner, con una dimostrazione convincente della fallacia di entrambe). La domanda fondamentale dei critici del neo-darwinismo, tra cui si collocano i due autori, è: "la biologia evolutiva si è tradizionalmente occupata di spiegare perché ci siano le forme di vita che ci sono. Invece il problema attuale è spiegare perché non ci siano le forme di vita che non ci sono" (pag. 110). In conclusione, la selezione non è stata l'unico motore dell'evoluzione. |
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EditoreFeltrinelli,
2010. Gli Autori Massimo Piattelli Palmarini è un biofisico e scienziato cognitivo; Jerry Fodor è un cognitivista e filosofo del linguaggio. ISBN 978-88-07-10457-2 |
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