Siamo
nel 1859. Il Regno di
Sardegna già da qualche anno attua un'ambiziosa politica estera, volta
ad espandere i propri confini. A sud aveva la Repubblica di Genova. Ad
Est il Lombardo-Veneto.
La Repubblica di Genova poteva prenderla da
sé (infatti la conquistò, a cannonate), mentre il Lombardo-Veneto era
territorio degli Asburgo d'Austria, e da sola Torino non ce la poteva
fare.
Carlo Alberto, nel 1848, aveva attaccato da solo Vienna ed era rimasto
sconfitto. Abdicò.
Il suo successore, Vittorio Emanuele, aveva le stesse aspirazioni. Con
il vantaggio di avere al suo fianco Camillo Cavour.
Cavour entrò al governo nel 1855. Poi fece una rapida carriera e
divenne primo ministro.
Fu
lui ad avere l'idea di partecipare alla guerra di Crimea (1856). Fu
sempre lui a concepire il piano che è al centro del libro: allearsi
segretamente con la Francia convincendo Napoleone III che valeva la
pena combattere per il Regno di Sardegna.
Da parte sua Napoleone III
aspirava ad aumentare la sua influenza sull'Italia. Infatti il patto
doveva soddisfare le reciproche esigenze: ai Savoia sarebbe andato
tutto il nord Italia, mentre la Francia avrebbe ottenuto un regno nuovo
di zecca vicino allo Stato della Chiesa (di cui era già la principale
protrettrice); al vertice dello stato sarebbe stato posto il cugino di
Napoleone III, Girolamo.
Per predisporre meglio Napoleone III
all'alleanza con gli italiani, Cavour ebbe l'idea di incaricare la
contessa di Castiglione, donna bellissima, di entrare nelle grazie
dell'imperatore.
Il patto segreto venne stipulato Napoleone III e da Cavour in una località termale (per
non dare nell'occhio): Plombières, il 21 luglio 1858.
Pensate: nel
marzo di tre anni dopo i Savoia avrebbero avuto: la Lombardia, la
pianura cispadana, il Centro, tutto il Sud e, nonostante la protezione
francese, anche più della metà dello Stato della Chiesa!
Come potè succedere? Andiamo con ordine.
Fino al maggio 1859 tutto andò come da accordi:
1)
30 gennaio: la figlia di Vittorio Emanuele, Clotilde, va in moglie al
cugino di Napoleone III, Girolamo. Girolamo, principe, è pronto a
diventare Re dell'Italia centrale.
2) Guerra contro l'Austria (27 aprile-11 luglio). Qui bisogna spendere
qualche parola in più. Mentre la guerra con l'Austria era in corso, Cavour aveva
deciso che era venuto il momento di presentare al nuovo Re di Napoli,
Francesco II, il progetto dei tre stati concepito l'anno prima a
Plombières. La nuova mappa dell'Italia prevedeva un Regno del sud
allargato a Umbria e Marche. Francesco II rifiutò decisamente l'offerta,
poiché era contrario ad appropriarsi di territori papali. Napoli quindi
non entrò in guerra a fianco del Piemonte contro l'Austria. Le
trattative di Cavour alla luce del sole finiscono qui. Ora
parliamo delle mosse fatte in violazione dei patti. Poco dopo
l'inizio della guerra, il primo ministro di Sardegna scatenò delle
insurrezioni nei
Ducati emiliani, nelle quattro Legazioni pontificie e nel Granducato di
Toscana. Nel giro di due mesi, tra maggio e giugno, i
legittimi regnanti furono allontanati (per le 4 Legazioni, i cardinali
legati).
Cavour inviò a presidiare i territori due suoi uomini: Massimo
D'Azeglio a Bologna
(poi sostituito da Luigi Carlo Farini) e Bettino Ricasoli a Firenze. I
due presero tutti i poteri ed impedirono il ritorno delle vecchia
dinastie prima che si svolgesse il congresso di pace.
E così fu. Ma insurrezioni erano scoppiate anche nelle Marche e in
Umbria, territori papali come le quattro Legazioni.
L'11 luglio Piemonte
e Francia vinsero la guerra, ma Napoleone III si accordò separatamente con l'Austria per
concedere l'armistizio. Il Regno di Sardegna ottenne solo la Lombardia,
mentre il Veneto rimase all'Austria. La pace sarebbe stata firmata in
un successivo congresso, la cui data sarebbe stata fissata in un secondo momento. Napoleone
propose all'imperatore d'Austria l'idea di una confederazione italiana
e trovò l'accordo con Francesco Giuseppe. In pratica i due re
decidevano quale sarebbe stato il futuro assetto politico dell'Italia.
Cavour,
arrabbiatissimo per essere stato scavalcato (e anche perché non aveva
ottenuto il Veneto), si dimise da primo ministro (luglio 1859); il suo
posto venne preso da Urbano Rattazzi. Come
reagì l'imperatore dei francesi quando seppe che Cavour, invece di
preparare il centro Italia per la Francia, ci si era apparecchiato il
suo tavolo?
Napoleone
III in un primo momento affermò che quello che succedeva in
Toscana non gli interessava: il Piemonte poteva pure prendersela.
Successivamente cambiò idea anche sul resto. Nel dicembre 1859 fece dare alle
stampe un pamphlet in cui l'anonimo autore sosteneva che il pontefice aveva tutto da
guadagnare da una diminuzione del proprio potere temporale. Roma e il Lazio
gli potevano bastare. Fu una grossa concessione ai Savoia.
L'opuscolo suscitò grande scandalo. Comunque, fu il via libera al Regno
di Sardegna anche in quei territori.
Era tempo che Cavour tornasse al potere: ciò avvenne il 20 gennaio 1860.
L'11 e 12 marzo 1860 si tennero i plebisciti di annessione dei
territori insorti al Regno di Sardegna.
Intanto
i piani di Cavour furono scombussolati dall'impresa dei Mille. La
spedizione guidata da Garibaldi, aveva invaso il Regno delle due
Sicilie. Protetta dalla marina inglese, era sbarcata senza affanni a Marsala.
L'avanzata dei Mille sul territorio fu fulminea: il 25 giugno 1860 la
guerra in Sicilia era conclusa.
Francesco
II, allarmato, mandò un emissario a Torino per annunciargli che
accettava il patto che aveva rifiutato l'anno prima. C'erano buona
possibilità che venisse accettato: Garibaldi era mal visto da tutte le
corti d'Europa. Ma in un anno le cose erano molto cambiate.
Cavour,
che in vita sua non era mai stato più a sud di Firenze e non aveva
assolutamente preso in considerazione l'idea di conquistare il Regno
delle Due Sicilie, aveva capito che poteva approfittare della
situazione. Non rispose a Francesco II, anzi nelle sue azioni
successive favorì la caduta del re.
La battaglia decisiva fu
combattuta sul fiume Volturno nell'ottobre 1860 e fu vinta dai
garibaldini. La conquista del Regno delle Due Sicilie venne completata
all'inizio del 1861. I territori vennero annessi al Regno di Sardegna
con un plebiscito.
Quello che non mi convince di questo libro è
l'atteggiamento di Cavour nei confronti dei Mille. Ma davvero Cavour
non sapeva niente dell'iniziativa di Garibaldi? I Mille scompaginarono
i suoi piani?
Io qualche anno fa ho letto "I panni
sporchi dei Mille" di Angela Pellicciari. In questo volume è raccontata
un'altra storia: Cavour sapeva tutto della spedizione di Garibaldi.
Anzi: l'invasione fu programmata ai piani alti dei palazzi
torinesi del potere.
Anzi:
Cavour inviò in Sicilia un suo uomo, Giuseppe La Farina, a seguire la spedizione da
vicino con l'ordine di informarlo quotidianamente per lettera. Cavour
poi rispose puntualmente impartendo le sue direttive al fiduciario.
Inviò anche armi ai Mille.
Ecco perché ho inserito il libro
della Pellicciari in questa stessa scheda. Il libro della Pellicciari
corregge quanto dice Petacco nell'ultima parte del suo saggio.
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