Basi scientifiche dello apprendimento e dell'intelligenza |
OTTOBRE 2010 | Prima edizione, maggio 2005 |
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L'Autore
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Tutte le volte che nella
società umana è stata introdotta una forte novità tecnica nel campo
della comunicazione, si è verificato anche un cambiamento nell'uso
della memoria umana. Oggi le tecnologie di memorizzazione e raccolta dati sono talmente sviluppate che si ritiene che nel prossimo futuro la mente umana non ne potrà più fare a meno. L'Autore si pone questa domanda: accumulare sapere e reperire informazione in modalità digitale porterà a un depotenziamento della nostra capacità di ricordare e di conoscere? La prima parte del libro è dedicata ad un ampio excursus sui contributi degli autori del passato sulla natura e funzione della memoria. L'excursus storico inizia dall'invenzione della scrittura, di cui fornisce una definizione a pag. 54. Dopo aver discusso sull'opposizione tra linguaggio e scrittura (naturale vs. artificiale), l'Autore introduce il tema della scrittura elettronica, per concludere che il processo di digitalizzazione è in grado di influenzare le forme e i contenuti della scrittura (si consideri, ad es., l'ipertesto). Il capitolo seguente è dedicato alla mnemotecnica e alle teorie che i filosofi, dall'antichità al medioevo, hanno prodotto sull'uso e potenziamento della memoria. Oggi, per definire la memoria, si utilizzano i concetti derivanti dalla ricerca sperimentale: "memoria a breve termine", "memoria a lungo termine"; "memoria di lavoro". Maldonado tratta anche della fallacia dell'homunculus. Un capitolo è dedicato alla memoria dei luoghi, o "memoria topografica", un potente strumento di conoscenza e una componente fondamentale della memoria di ciascun individuo. Una delle questioni controverse è quale dev'essere il ruolo della scuola, e dei luoghi di formazione in genere, sulle nuove tecnologie informatiche. L'Autore utilizza la dicotomia "scuola formale" vs. "scuola parallela": il suo punto di vista è che le tecnologie, così attraenti e coinvolgenti, possano rendere più interessante la scuola stessa. Sgombra il campo dalle preoccupazioni sull'età minima alla quale avvicinare i bambini al computer. Secondo alcuni, i bambini sotto i quattro anni sarebbero alla mercé della "macchina". Maldonado ribatte che fino all'età di quattro anni il bambino ha un suo scudo protettivo: l'irrequietezza. Infatti, non sta mai fermo in un luogo e non si ferma a fissare l'attenzione per molto tempo su un oggetto o un'immagine. L'ultimo capitolo è dedicato ai contributi più interessanti da parte degli scienziati-filosofi del Novecento. La prima opera che tratta in un'ottica moderna le discipline differenti che afferiscono al rapporto tra pensiero e tecnica è Histoire des techniques, a cura di B. Gille (1978). Risulta oggi sempre più chiaro che soltanto con gli apporti di filosofi, storici, ingegneri, economisti, psicologi e sociologi «sarà possibile sviluppare una storia della tecnica più vicina ai problemi dei nostri giorni». |