Giornalismo d'inchiesta | LUGLIO 2010 | Prima edizione, giugno 2009 |
||
L'Autore
|
|
|
||
L'Autore
è il primo a
stentare a credere a quello che ha scoperto: i magistrati fanno
carriera solo per anzianità; non vengono quasi mai puniti anche se
commettono errori (la percentuale dei sospesi è minore dell'1%);
lottizzano il CSM, in barba alla legge; lottizzano anche i posti loro
riservati al Ministero della giustizia, in base al numero delle
correnti (MD, Unicost, MI le principali). Il CSM nella Costituzione è definito organo di governo autonomo, e invece si comporta come organo di autogoverno, con tutte le implicazioni che ciò comporta a livello di trasparenza. I magistrati sono una corporazione che si stringe intorno al sindacato unico, l'Anmi, che ne difende strenuamente i privilegi; una vera e propria "casta". L'Autore non ha neanche dovuto fare ricerche particolari negli archivi, o carpire segreti a qualche magistrato promettendogli l'anonimato: la maggior parte di quello che riporta è già stato scritto: relazioni di magistrati, rapporti della Corte dei conti. A lui il merito di aver sistematizzato tutto e di aver organizzato l'ampia materia in quattro macro aree: 1) Il basso livello di efficienza della giustizia in Italia («Malagiustizia»); 2) La lottizzazione all'interno dell'ANM e del CSM («I signori delle tessere»); 3) Gli errori dei magistrati («Gli impuniti»); 4) La scarsa, o nulla, meritocrazia («Una carriera a prova di asino»). Non c'è che dire: la lettura si presenta molto istruttiva. |