Revisione storiografica | MARZO 2010 | Prima edizione, 2009 | ||
L'Autore
|
|
|
||
Il
libro raccoglie gli articoli scritti dall'Autore per una rivista di
didattica, Nuova
Secondaria. I temi trattati riguardano in primo piano l'Italia e il XX secolo: 1. Il mito della vittoria mutilata (Ia Guerra mondiale); 2. La rivoluzione svelata (Russia, 1917); 3. Il silenzio sui crimini del comunismo (1924-1989); 4. Il caso della Biennale del Dissenso (Venezia 1977); 5. La congenita doppiezza del pacifismo (1946-1954); 6. La favola di Moro alleato dei comunisti (1978); 7. La menzogna della Resistenza tradita (1945-48); 8. Berlinguer e l'inganno della «terza via» (1972-84); 9. I tre eserciti che hanno liberato l'Italia dal nazifascismo (1943-45); 10. Il comunismo nella storia del Novecento: il caso sovietico e quello italiano; 11. L'incredibile durata del mito sovietico e della sua diffusione a livello mondiale; 12. La strage di Marzabotto (ottobre 1944). Sono andato subito a leggere quest'ultimo: si apprende che il numero dei morti non è mai stato fissato con certezza. La propaganda di sinistra ha sempre teso ad ingigantirlo, facendolo sfiorare le 2.000 unità. Ma il numero è frutto di congetture. L'unico libro pubblicato da un testimone oculare (più conosciuto agli storici stranieri che a quelli italiani) fissa i morti della strage nazista in 770. Anche il settimo saggio riguarda la Resistenza: in esso si dice che il PCI si autonominò forza antifascista per eccellenza e si arrogò anche il diritto di essere considerato l'erede legittimo dei valori della lotta di Liberazione. Il fatto, invece, che fin dal 1946 e per 50 lunghi anni sia stato messo all'opposizione dagli elettori dimostra inequivocabilmente che la scelta del popolo italiano fu nella direzione della democrazia e che il PCI non avrebbe saputo garantire il rispetto di tutte le opinioni se fosse andato al potere. Il decimo capitolo è una relazione di un convegno che si è tenuto a Milano il 3-4 novembre 2003. Tema dell'assise era «Il comunismo nella storia del Novecento». Furono invitati gli storici di tutte le correnti, sia italiani che stranieri. Con varie motivazioni, nessuno storico di area ex comunista o DS accettò di partecipare. Dal convegno è emerso che in Italia, per vari decenni, le voci critiche, di qualsiasi orientamento, sul comunismo, hanno avuto vita alquanto difficile. Inoltre, il crollo del comunismo in URSS non ha prodotto, a differenza degli altri Paesi europei, una nuova stagione di studi, ma al contrario ha rappresentato uno stop della ricerca, facendo entrare nell'oblio il regime totalitario e bloccando qualsiasi tentativo di revisione degli studi. Ogni capitolo è un articolo, quindi occupa non più di una decina di pagine: la lettura è agile. |