Base di conoscenze
La filosofia è un sapere non empirico. Di contro,
il sapere scientifico trae sempre origine dall'osservazione esterna e
dalla sperimentazione. Le emozioni e le sensazioni umane che non possono
essere misurate in laboratorio non possono essere indagate scientificamente.
Già Edmund Husserl (1859-1938), filosofo e matematico, aveva escluso
che l'osservazione in prima persona (fenomenologia) potesse essere integrata
nell'osservazione in terza persona (propria delle scienze naturali).
Ma oggi gli scienziati cognitivi ammettono che l'apparato cognitivo appare
sempre meno dissociabile dalle strutture materiali nelle quali è incorporato.
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AA. VV.
(a cura di M. Cappuccio)
Neurofenomenologia
Le scienze della mente e la sfida dell'esperienza cosciente
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Editore
Bruno Mondadori, Milano, 2006.
Collana "La vita pensata".
Il Curatore
Massimiliano Cappuccio è ricercatore
nelle Università di Milano, Pavia e Parigi.
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Ristrutturazione
Negli anni Novanta Francisco Varela (1946-2001) introdusse
il concetto di Enazione: tutta la conoscenza è una sorta
di "messa in scena" (enaction) da parte di percezioni-azioni
incarnate. Alla base della mente non è la fisicità, la
pura biologia, ma l'esperienza corporea. Varela auspicò l'integrazione della fenomenologia nel paradigma naturalistico dei saperi
sperimentali.
I contributi di questo volume sono volti a dimostrare che tale proposta
ha concrete possibilità di realizzarsi.
Il volume è aperto da un omaggio a Francisco Varela, "Un
rimedio metodologico al problema difficile" (saggio apparso per
la prima volta nel 1997).
Nella prima parte scrivono i matematici (è stata la più ostica per me)
Jean Petitot e Giuseppe Longo. La seconda riguarda la percezione
spaziale (Jean-Luc Petit, Carmelo Calì, Federico Leoni e A. G. Biuso).
Riporto una frase di Leoni: "Non sarà dunque il tutto a dover essere
spiegato sulla base delle parti. Il tragitto dovrà essere rovesciato"
(pag. 215).
Cito una frase di Biuso: "Si può sperare di risolvere il
problema della causazione mentale degli stati fisici, e quello della
causazione fisica degli stati mentali, solo se si ammette che la natura
complessa, unitaria e insieme plurima, di quella realtà che la
mente è: Coscienza, Intenzionalità, Memoria, Corporeità,
Tempo" (pag. 237).
La Terza sezione ha come oggetto la metodologia di ricerca in prima
persona (Natalie Depraz e Franco Bertossa). Cito dalla Depraz: "Perché
coinvolgere la fenomenologia nella ricerca scientifica? Perché si
constata un deficit esplicativo nell'approccio scientifico in terza
persona, legato all'esistenza riconosciuta di un 'problema difficile',
così chiamato da Nagel a partire dal 1974" (pag. 258). Cito da
Bertossa: "L'idea di fondo di Varela è che i metodi in prima persona
possono aspirare a raggiungere la stessa ricchezza epistemica e
robustezza metodologica della scienza oggettiva, senza eliminarla o
sostituirsi ad essa; per questo il suffisso neuro-fenomenologia
resta come riferimento importante" (pag. 276).
La IV Sezione s'intitola: "Intersoggettività ed empatia" (Vittorio
Gallese e Laura Boella). La V Sezione s'intitola: "Ontologia
fenomenologica e naturalizzazione (Roberta De Monticelli - curatrice
della Collana cui appartiene il volume - e Maurizio Ferraris). La VI e
ultima Sezione s'intitola "Temporalità e coscienza" (Mauro Maldonado e
Domenico Jervolino).
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