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 Libro del mese   

Anno 2008


Mente e cervello LUGLIO 2008 Prima edizione, febbraio 2007

Base di conoscenze

Il celebre matematico Poincaré raccontava come spesso la soluzione a un problema gli fosse emersa improvvisamente nella mente senza che egli fosse consapevole del modo in cui la nuova idea fosse stata concepita.
Ciò fa pensare al fatto che una parte della vita cosciente non sia sotto il nostro controllo.

Benjamin Libet

Mind Time
Il fattore temporale nella coscienza


Editore

Raffaello Cortina, Milano, 2007.
Collana "Scienza e idee".

L'Autore

Benjamin Libet è professore emerito di Fisiologia all'Università della California di San Francisco.

Ristrutturazione

Gli esperimenti condotti dai neuroscienziati si sono prefissi di indagare sperimentalmente questo fenomeno. Sono comparse, fin dagli anni Sessanta, prove che indicano che molti dei nostri processi mentali sono condotti in maniera inconscia.
L'Autore, in questo libro, si è concentrato su un problema specifico della relazione mente-cervello: cosa succede nel passaggio "cruciale" tra il prendere la decisione di agire e l'inizio del processo di azione. Lo scienziato ha scoperto che i due momenti sono separati da un arco temporale insolitamente esteso: 500 millisecondi. Quindi non è la nostra volontà che dà inizio direttamente alle nostre azioni. L'Autore ha osservato l'attività neurale di soggetti consapevoli, cioè prendendo in esame il fattore conscio e quello inconscio insieme, come variabili indipendenti ma collegate. Essendo convinto che i fenomeni mentali non siano riducibili a fenomeni fisici, l'Autore ritiene che l'essere consapevoli è un fenomeno unico in se stesso, indipendentemente dalla natura del contenuto della consapevolezza.
La sua proposta di soluzione, elaborata nel corso degli anni Novanta, ai problemi che entrambi gli aspetti della relazione mente-cervello pongono è la seguente: "Si potrebbe concepire l'esperienza soggettiva cosciente come se fosse un campo, prodotto da appropriate, per quanto molteplici e multiformi, attività neurali del cervello. (…) Un campo mentale cosciente (CMC) potrebbe costituire il mediatore tra le attività fisiche delle cellule nervose e la comparsa dell'esperienza soggettiva (pag. 171).

Comunque, anche uno studio coronato da successo sulle relazioni tra l'esperienza cosciente e le attività neurali, nonostante la sua importanza, non risolverà tuttavia il problema più profondo: come può il fenomeno non fisico dell'esperienza soggettiva derivare da qualcosa di categoricamente diverso, come le attività fisiche delle cellule nervose? (pag. 162)

Siamo praticamente costretti a considerare l'esperienza cosciente soggettiva come un fenomeno che in qualche modo emerge da appropriate attività di sistema delle cellule fisiche nervose del cervello. Tuttavia, a differenza dei fenomeni fisici emergenti, l'esperienza soggettiva che si manifesta non è direttamente osservabile o misurabile da alcun mezzo fisico, dal momento che l'esperienza soggettiva è accessibile solamente all'individuo che la esperisce (pag. 166)