Manuali universitari | APRILE 2008 |
Seconda edizione, |
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Stefano
Cristante è Professore associato
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Il libro inizia con una disquisizione sull'antinomia potere/comunicazione in Max Weber. Il sociologo austriaco, indagando l'origine del potere, elaborò una famosa tripartizione:
Nel resto del volume l'Autore analizza i più
importanti
contributi della sociologia nordamericana ed europea sull'argomento.
Negli anni Venti prende le mosse la corrente di studi americana, che
nella seconda metà del XX secolo diverrà
dominante.
L'apripista è Walter Lippman, del quale
nel 1922 (lo stesso anno di Economia e Società
di Weber) esce L'opinione pubblica. La questione
che Lippman pone sul tappeto è "come funziona il potere"? Nel 1950 esce Potere e società
di Harold Lasswell. Per la prima volta non si parla più di
impatto totalizzante dei media, ma di un effetto di rafforzamento delle
opinioni consolidate. Contemporaneo di Lasswell è Paul
Lazarsfeld, che adotta un approccio psico-comunicativo: gli
atteggiamenti ed i comportamenti comunicativi vanno esaminati
all'interno delle dinamiche di gruppo. Il Paese non anglosassone dove, nel dopoguerra, si sviluppano di più gli studi comunicativi è la Francia. All'inizio degli anni '60 Pierre Bourdieu e Edgar Morin pubblicano interessanti pamphlet sul'industria culturale. Nel 1967 esce La società dello spettacolo di Guy Debord, che critica i concetti tradizionali di opinione pubblica. Tornando in ambito anglosassone, un contributo determinante allo studio dell'opinione pubblica nella società dell'informazione fu quello dato dal canadese Marshall McLuhan, teorico della Galassia Gutenberg e autore della classificazione dei medium in caldi e freddi. Nell'ultimo capitolo del libro si riprende la definizione di potere in Weber e si traccia una mappa del potere e della "doxasfera" Ð la sfera dell'opinione pubblica. |