Base di conoscenze
La diversità umana è iscritta nei nostri geni,
oppure siamo sostanzialmente tutti imparentati - alla lontana? Da dove
deriva la nostra biodiversità?
L'aspetto fisico dei membri della nostra specie e la storia ci suggeriscono
due diverse ipotesi: 1) i neri, i bianchi e gli asiatici si sono evoluti
separatamente. 2) Le radici dell'umanità appartengono ad un unico
ceppo africano ma, una volta che i gruppi umani si sono diffusi nel globo,
ogni gruppo ha avuto un'evoluzione separata.
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Guido Barbujani
L'invenzione delle razze
Capire la biodiversità umana
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Editore
Le Lettere, Firenze, 2006.
Collana "Università".
L'Autore
Guido Barbujani è professore
di Genetica all'Università di Ferrara. Si occupa di genetica
umana e di evoluzione.
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Ristrutturazione
Negli anni sessanta si sviluppano le tecniche di laboratorio
che permettono di studiare come variano le proteine nelle diverse popolazioni.
Nel 1966 Luca Cavalli-Sforza pubblica il primo albero evolutivo umano
ricostruito sulla base dei gruppi sanguigni, dedotte dall'analisi del
prodotto proteico di 13 geni.
Nel 1972 il genetista Richard Lewontin decide di analizzare come variano
17 geni in tutte le popolazioni umane. Ne deriva un sorprendente risultato:
la variabilità genetica è massima all'interno di una singola
popolazione, e minima tra due popoli (es. italiani e polacchi) o tra
due continenti (es. europei e africani). Il risultato, inatteso, è
stato confermato da analisi successive effettuate su campioni più
ampi di DNA.
Altre ricerche recenti confermano che il luogo in cui è nata
l'umanità è davvero l'Africa e che ciò è
avvenuto molto di recente: 200.000 anni fa, quando Homo sapiens
si era già diffuso su tutta l'Asia e l'Europa. Quindi
tutta l'umanità discende da un unico piccolo gruppo di individui,
che pian piano hanno soppiantato gli altri gruppi umani.
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