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 Libro del mese   

Anno 2007


Area linguistica e semiotica GENNAIO 2007 Terza edizione, maggio 2003

L'Autore

Umberto Eco è professore ordinario di Semiotica e Presidente della Scuola superiore di Studi umanistici dell'Università di Bologna.

 

Umberto Eco

Dire quasi la stessa cosa
Esperienze di traduzione



Editore

Bompiani, Milano, 2003.
Collana "Studi Bompiani".


Umberto Eco

Il libro comincia con una domanda aperta: «Che cosa vuol dire tradurre?» Tradurre è un'esperienza problematica poiché è difficile trasportare il senso esatto di quello che si vuol dire passando da una lingua ad un'altra. Occorre negoziare il significato ed accontentarsi di dire quasi la stessa cosa.
Il volume raccoglie i diversi contributi che l'Autore ha dedicato al tema, a partire dagli anni '80. I capitoli prendono spunto da esperienze concrete, come nel primo («I sinonimi di Altavista»), in cui si fanno alcuni esempi tratti dal famoso traduttore informatico Altavista.
Eco avvisa fin da subito il lettore che l'opera "non si presenta come un libro di teoria della traduzione, per la semplice ragione che lascia scoperti infiniti problemi traduttologici" (p. 15). Però rimane interessante la definizione di traduzione fornita da Eco: "tradurre vuol dire capire il sistema interno di una lingua e la struttura di un testo dato in quella lingua, e costruire un doppio del sistema testuale che, sotto una certa descrizione, possa produrre effetti [sintattici e di senso] analoghi nel lettore" (p. 16). Tutte le pagine del libro sono la chiosa di questa affermazione.
Vediamo quelli che mi hanno interessato di più. Dopo il primo capitolo, basato su esempi pratici di traduzioni fatte con Altavista, il secondo («Dal sistema al testo») è imperniato su un assunto fondamentale della teoria della traduzione: "La traduzione non avviene tra sistemi, bensì tra testi". I capp. dal 3 al 7 hanno una cosa in comune: il titolo è formato da una coppia di sostantivi (o al massimo una triade). Ho letto il capitolo 6: è interamente fatto di esempi delle traduzioni dei libri di Eco nelle altre lingue. Attraverso i casi concreti l'Autore spiega come, per veicolare il significato, in certi casi si può essere infedeli rispetto alle parole ("riferimenti"), ma fedeli rispetto al "senso profondo".
I successivi capp. 8 e 9 affrontano due tipi di problemi simili: il "far vedere" e il "far sentire [=capire] un rinvio intertestuale" in una lingua straniera.
Nel capitolo 10 Eco discute la definizione di traduzione di Roman Jakobson. Il grande linguista russo usa il termine "traduzione" per definire la nozione di interpretazione, riprendendola da C. Pierce. Eco dimostra, invece, che i due concetti sono diversi e non assimilabili, a meno che non si usi la parola traduzione come metafora, «un quasi come se». L'ipotesi che suggerisce Eco è che l'interpretazione sia una fase ancillare, preparatoria della traduzione di un testo. Ritorna il tema della negoziazione, che attraversa tutto il libro. A pag. 236 Eco pubblica il suo schema di classificazione dei diversi tipi di interpretazione. È diviso in tre punti:

  1. Interpretazione per trascrizione;
  2. Interpretazione intrasistemica (che si divide in: a) intrasemiotica, b) intralinguistica, c) esecuzione);
  3. Interpretazione intersistemica (che può avvenire: a) con sensibili variazioni nella sostanza, b) con mutazione di materia).
I punti 1 e 2 vengono trattati nel resto del capitolo 10. Il punto 3a è trattato nei capp. 11 e 12. L'interpretazione intersistemica coinvolge due sistemi linguistici diversi. Per fare un chiaro esempio di "sostanza", possiamo fare il caso della riproduzione a stampa di un'opera pittorica. Ma anche la traduzione da una lingua naturale ad un'altra appartiene a questo genere.
Il punto 3b è affrontato nel capitolo 13. Questo è il caso che si verifica quando, per rendere un significato, si fa ricorso ad un'interpretante espresso in una diversa materia semiotica. I casi più consueti di questo genere sono i film tratti da un romanzo.
Nell'ultimo capitolo Eco riprende il tema della negoziazione, che è il tema fondamentale del libro. Se prendiamo il francese bois, dobbiamo tradurlo in italiano con bosco o legno? Lingue diverse segmentano diversamente il continuum dell'esperibile e del pensabile. La traduzione è possibile grazie ad una negoziazione con il testo originale.

In conclusione Dire quasi la stessa cosa è un volume ricco di ragionamenti precisi, benissimo argomentati e che si fa leggere con interesse; ma è anche un libro decisamente Eco-centrico.