L'Autore
Umberto
Eco è professore ordinario di Semiotica e Presidente della
Scuola superiore di Studi umanistici dell'Università di Bologna.
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Umberto Eco
Dire quasi
la stessa cosa
Esperienze di traduzione
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Editore
Bompiani,
Milano, 2003.
Collana "Studi Bompiani".
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Il libro comincia con una domanda aperta: «Che cosa vuol
dire
tradurre?» Tradurre è un'esperienza problematica poiché è difficile
trasportare il senso esatto di quello che si vuol dire passando da una
lingua ad un'altra. Occorre negoziare il
significato ed accontentarsi di dire quasi la stessa
cosa.
Il volume raccoglie i diversi contributi che l'Autore ha dedicato al
tema, a partire dagli anni '80. I capitoli prendono spunto da
esperienze concrete, come nel primo («I sinonimi di Altavista»), in cui
si fanno alcuni esempi tratti dal famoso traduttore informatico
Altavista.
Eco avvisa fin da subito il lettore che l'opera "non si presenta come
un libro di teoria della traduzione, per la semplice ragione che lascia
scoperti infiniti problemi traduttologici" (p. 15). Però rimane
interessante la definizione di traduzione fornita da Eco: "tradurre
vuol dire capire il sistema interno di una lingua e la struttura di un
testo dato in quella lingua, e costruire un doppio del sistema testuale
che, sotto una certa
descrizione, possa produrre effetti [sintattici e di
senso] analoghi nel lettore" (p. 16). Tutte le pagine del libro sono la
chiosa di questa affermazione.
Vediamo quelli che mi hanno interessato di più. Dopo il primo capitolo,
basato su esempi pratici di traduzioni fatte con Altavista, il secondo
(«Dal sistema al testo») è imperniato su un assunto fondamentale della
teoria della traduzione: "La traduzione non avviene tra sistemi, bensì
tra testi". I capp. dal 3 al 7 hanno una cosa in comune: il titolo è
formato da una coppia di sostantivi (o al massimo una triade). Ho letto
il capitolo 6: è interamente fatto di esempi delle traduzioni dei libri
di Eco nelle altre lingue. Attraverso i casi concreti l'Autore spiega
come, per veicolare il significato, in certi casi si può essere
infedeli rispetto alle parole ("riferimenti"), ma fedeli rispetto al
"senso profondo".
I successivi capp. 8 e 9 affrontano due tipi di problemi simili: il
"far vedere" e il "far sentire [=capire] un rinvio intertestuale" in
una lingua straniera.
Nel capitolo 10 Eco discute la definizione di traduzione di Roman
Jakobson. Il grande linguista russo usa il termine "traduzione" per
definire la nozione di interpretazione, riprendendola da C. Pierce. Eco
dimostra, invece, che i due concetti sono diversi e non assimilabili, a
meno che non si usi la parola traduzione
come metafora, «un quasi
come se». L'ipotesi che suggerisce Eco è che
l'interpretazione sia una fase ancillare, preparatoria della traduzione
di un testo. Ritorna il tema della negoziazione, che attraversa tutto
il libro. A pag. 236 Eco pubblica il suo schema di classificazione dei
diversi tipi di interpretazione. È diviso in tre punti:
- Interpretazione per trascrizione;
- Interpretazione intrasistemica (che si divide in: a)
intrasemiotica, b) intralinguistica, c) esecuzione);
- Interpretazione intersistemica (che può avvenire: a)
con sensibili variazioni nella sostanza, b) con mutazione di materia).
I punti 1 e 2 vengono trattati nel resto del capitolo 10. Il punto 3a è
trattato nei capp. 11 e 12. L'interpretazione intersistemica coinvolge
due sistemi linguistici diversi. Per fare un chiaro esempio di
"sostanza", possiamo fare il caso della riproduzione a stampa di
un'opera pittorica. Ma anche la traduzione da una lingua
naturale ad un'altra appartiene a questo genere.
Il punto 3b è affrontato nel capitolo 13. Questo è il caso che si
verifica quando, per rendere un significato, si fa ricorso ad
un'interpretante espresso in una diversa materia semiotica. I casi più
consueti di questo genere sono i film tratti da un romanzo.
Nell'ultimo capitolo Eco riprende il tema della negoziazione, che è il
tema fondamentale del libro. Se prendiamo il francese bois, dobbiamo
tradurlo in italiano con bosco
o legno?
Lingue diverse segmentano diversamente il continuum dell'esperibile e
del pensabile. La traduzione è possibile grazie ad una negoziazione con
il testo originale.
In conclusione Dire
quasi
la stessa cosa è un volume ricco di ragionamenti precisi,
benissimo
argomentati e che si fa leggere con interesse; ma è anche un libro
decisamente Eco-centrico. |