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 Libro del mese   

Anno 2004


Studi sui mass media MARZO 2004 Prima edizione,
novembre 2003

L'antefatto: la Corte Costituzionale, con la sentenza 826/1988 aveva ribadito il valore del pluralismo nel sistema televisivo italiano e con la sentenza 420/1994 aveva indicato nel 20% il tetto massimo di concentrazione nel settore.
Da allora Retequattro venne ufficialmente definita eccedente (l'etere italiano aveva spazio per undici reti nazionali, di cui tre riservate al servizio pubblico).
Invece da allora Retequattro ha beneficiato di una serie di proroghe che l'hanno mantenuta in vita. Sembra di poter dire: "Niente in Italia è più definitivo del provvisorio"! Fino a quando, con la sentenza del 31/1/2002 n° 466, la Consulta ha stabilito che la fine del regime transitorio doveva essere posta al 31/12/2003. Il libro racconta come si è arrivati a questa decisione e, soprattutto, racconta la battaglia legale dell'editore che dovrebbe sostituire Retequattro, ma che non può trasmettere perché il suo posto è tuttora occupato dall'emittente berlusconiana. Europa 7 è depositaria della concessione a trasmettere sul territorio nazionale essendo arrivata in sesta posizione nella gara indetta nel 1999 dal Ministero delle Comunicazioni.
Il libro è un instant book di poco più di cento pagine e contiene nelle ultime pagine un'intervista con Francesco Di Stefano, 50 anni, abruzzese, il proprietario di Europa 7. Si ferma al mese di ottobre 2003.
Sugli sviluppi della vicenda vi terrò informati.

Alessandro Wagner

Il grande scippo. Europa 7 e Rete 4




Editore

Editori Riuniti, Roma: 2003.
Collana "Primo piano".


L'autore

Alessandro Wagner è un giornalista professionista. Ha lavorato per il Corriere della Sera, Il Giorno, L'Indipendente, Il Messaggero, la Repubblica e La Stampa. Inoltre ha diretto l'ufficio stampa della Borsa di Milano. Attualmente cura l'edizione italiana del Wall Street Journal per il quotidiano Mf-Milano Finanza.

 

 

Sul numero 50 del 2003 di «Sette» (il settimanale del Corriere della Sera) Aldo Grasso ha recensito Il grande scippo. In uno dei numeri successivi della rivista è stata pubblicata la replica di Mauro Crippa, direttore Comunicazione e Informazione di Mediaset. In questa dichiarazione il manager fornisce la sua versione dell'intera vicenda:
1) Non c'è alcun nesso tra le sorti di Europa 7 e quelle di Retequattro;
2) Europa 7 ha ottenuto la concessione ministeriale a trasmettere ma non le frequenze su cui farlo, strumento che nessun operatore tv privato ha mai ottenuto gratuitamente dallo Stato;
3) Retequattro, da parte sua, ha ottenuto l'autorizzazione a trasmettere. E per farlo usa le frequenze proprie (acquistate dal Gruppo Fininvest nel 1984 per 132 miliardi di lire);
4) Anche Europa 7 potrebbe acquistare le frequenze, come hanno fatto tutte le tv commerciali, ma per farlo occorre investire, cosa che agli imprenditori di Europa 7 evidentemente ripugna. Tanto è vero che recentemente erano sul mercato quelle ex di Telepiù: ma Europa 7 le ha ignorate e sono state acquistate da altri.
5) Non si capisce, quindi, perché Europa 7 invochi la consegna gratuita di frequenze da parte dello Stato. E perché reclami proprio quelle di Retequattro che appartengono a Mediaset. Non è vero infatti che la Corte Costituzionale, come erroneamente sostenuto nell'articolo di Aldo Grasso, stabilisca che dal 2004 le frequenze di Retequattro debbano passare "al legittimo vincitore della gara d'appalto". Anche se Mediaset fosse costretta a cedere una rete, non c'è alcuna base giuridica per un automatico trasferimento delle frequenze ad altri operatori.