Revisione storiografica | FEBBRAIO 2004 | Prima edizione, ottobre 2003 |
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Dopo aver raccontato in numerosi libri le atrocità compiute dai
tedeschi e dai fascisti, "mi è sembrato giusto far vedere
l'altra faccia della medaglia". [
] "il mio intento era
di costruire un libro sereno. E di contribuire a spalancare una porta
rimasta sbarrata per quasi sessant'anni." Oltre 200.000 copie vendute
e numerose ristampe in pochi mesi fanno di questo libro un caso letterario
prima ancora che un repertorio fondamentale per gli storici accademici
che vorranno affrontare il tema degli eccidi ad opera dei partigiani nell'Italia
del Nord. Qual è il grande merito dell'opera? E che essa è una testimonianza
di coraggio civile. Pansa, infatti, è un intellettuale di sinistra.
Nel Prologo dice chiaramente (pag. 13) che i protagonisti di questo libro:
"avevano scelto di combattere per una causa che, ancora oggi, giudico
sbagliata". Ma prima o poi, sembra dire, qualcuno doveva decidersi
di raccontare la loro storia. Sapeva di andare nettamente in controtendenza
trattando un argomento "scabroso", quasi intoccabile. |
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Tratto dalle pagg.
261-262 |
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Tratto
da pag. 299 Il 12 luglio 1945, 'Unità democratica', il giornale del CNL di Modena, scrisse: "Continuano ad accadere fatti così mostruosi e barbari che gettano lo sgomento e una grande amarezza nell'animo di chi ha lottato e sofferto, illudendosi di annientare col fascismo ogni male. Ma purtroppo dobbiamo constatare che non soltanto i nazifascisti erano belve umane". |