L'autore
Giornalista della RAI, ha realizzato inchieste e reportage
in vari paesi europei. Tra i suoi libri si segnalano Il dissenso nel
PCI (1978) e La partitocrazia invisibile (1985).
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Ugo Finetti
La Resistenza cancellata
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Editore
Ares, Milano: 2003.
Collana "Faretra". Riflessioni sui temi fondamentali.
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In principio la storia della Resistenza era unica. Poi sono arrivati
i revisonisti a confutare alcune parti e a mettere sotto una diversa luce
diversi fatti. Contro di essi sono partiti all'attacco gli "antirevisionisti",
che difendono la vulgata e dicono: basta cambiare il racconto del
passato a seconda delle contingenze politiche. Adesso forse siamo arrivati
agli studiosi che prendono posizione contro gli "antirevisionisti"?
Sembra proprio di sì, a giudicare da questo nuovo saggio.
L'immagine di copertina sintetizza efficacemente il motivo per cui il
libro è stato scritto: dimostrare che dal racconto della Resistenza
sono state cancellati alcuni protagonisti, allo scopo di sminuire l'importanza
delle correnti politiche di cui facevano parte. La Resistenza fu un'opera
corale cui parteciparono componenti sia comuniste, che socialiste, azioniste
e cattoliche. Ma una componente su tutte, quella comunista, ha esercitato
un'opera di condizionamento delle fonti storiche, ingigantendo i propri
meriti e distribuendo poi "patenti" di antifascismo pro domo sua.
L'Autore intende inoltre stigmatizzare il comportamento degli estensori
di molti manuali scolastici, che hanno accettato acriticamente la versione
degli storici del PCI, senza corroborarla con altre fonti. Scopo del libro
è anche presentare al lettore i documenti che gli storici schierati
non hanno voluto leggere.
Quale manipolazione avrebbe compiuto la storiografia antirevisionista?
Avrebbe accreditato una funzione apologetica alla componente comunista
della Resistenza, sostenendo che il ruolo del PCI fu decisivo per le sorti
del Paese fin dal 1943. I "capolavori" dell'antirevisionismo
sono due: la cancellazione dei fatti dell'isola di Cefalonia, di cui si
era completamente persa la memoria fino a pochi anni fa, e dei Protocolli
di Roma della fine del 1943 (l'accordo con gli anglo-americani firmato
dalle componenti non comuniste della Resistenza).
Il capitolo finale è dedicato a un "caso" scoppiato nel 1992: il
ritrovamento di una lettera in cui Palmiro Togliatti esponeva il suo rifiuto
ad intervenire in difesa dei soldati italiani incarcerati in Russia nel
gennaio 1943 durante la ritirata dal fronte.
In ultimo, ma non in ordine d'importanza, devo dire che è abbastanza
faticoso sobbarcarsi la lettura di questo volume: l'esposizione dei molti
documenti e le varie citazioni rischiano di far "affondare" il lettore,
al quale è richiesta molta concentrazione per non perdere il filo.
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