Gli autori
L'Osservatorio della Comunicazione Radiotelevisiva di Pavia
è nato nel 1994 all'interno dell'ateneo lombardo. Oggi è
nota la sua autorità come principale rilevatore dell'esposizione
mediatica degli uomini politici.
Per questa inchiesta hanno lavorato sei ricercatori: Andrea Caretta,
Vittorio Cobianchi, Adriano Pagnin e Michele Prandi per la TV; Cristina
Candiracci e Lucia Canino per la stampa.
Supervisore teorico dell'intera indagine è stato il prof. Franco
Rositi.
|
Osservatorio di Pavia
Il caso Di Bella nella televisione e nella stampa
italiana
|
Editore
Rai-Eri, Roma: 1999.
Collana VQPT. Volume n° 163.
|
|
Tra la fine del 1997 e l'inizio del 1998 ha tenuto banco sugli organi
d'informazione italiani uno dei casi più dibattuti ed appassionanti
dello scorso decennio. Il protagonista è stato un medico modenese,
Luigi Di Bella, che nel corso di ricerche farmacologiche decennali aveva
sviluppato un suo metodo di lotta contro il cancro. Tale metodo consisteva
in un cocktail di farmaci, tra cui spiccava come farmaco-guida la somatostatina.
Il principale vantaggio della cura era che non faceva male come la chemioterapia,
che aggrediva il fisico del malato insieme al tumore. La terapia Di Bella
no: era una cura soft. Uno svantaggio su tutti invece era dovuto ai costi,
altissimi: un mese di cura poteva costare fino a 18 milioni di lire (oltre
9mila euro)!
Nella vicenda i mass media sono entrati quando il pretore di Maglie (Lecce)
ha accolto il ricorso di una famiglia che chiedeva di sottoporre il proprio
bambino alla terapia Di Bella a spese dell'Asl locale. Questo fatto è
avvenuto il 17 dicembre 1997. Da quel giorno tutto quello che riguardava
Di Bella ha cominciato a fare notizia e il medico modenese ha cominciato
ad apparire costantemente sulle prime pagine dei giornali e in tv. Parallelamente
cresceva l'interesse presso la popolazione per la terapia del medico e
si formavano le prime code davanti al suo ambulatorio.
La vicenda viene cavalcata dai giornali e dalle reti televisive, che si
contendono esperti, politici e lo stesso dottor Di Bella fino al 17 gennaio
1998, quando il ministro della Sanità Rosy Bindi accetta di apparire
in diretta a fianco di Di Bella al "Maurizio Costanzo Show"
e dichiara davanti alle telecamere che avvierà la sperimentazione
ufficiale dell'ormai famosa terapia.
I giornali hanno spettacolarizzato le notizie ricorrendo a schemi come:
a) Ministro della Sanità contro Di Bella (= la medicina
ufficiale, il 'sistema', contro la medicina che tratta il malato con umanità);
b) Referendum somatostatina sì/somatostatina no; c) Libertà
di cura: ogni cittadino ha diritto a curarsi come meglio crede, anche
a spese del Servizio sanitario nazionale se da solo non se lo può
permettere?
L'analisi è stata condotta sia dal lato quantitativo che dal lato
qualitativo e copre il periodo di massima esposizione mediatica del caso,
cioè dal 17 dicembre 1997 al 17 gennaio 1998. Sono state prese
in considerazione le prime 7 reti televisive e 5 quotidiani nazionali,
oltre a tre periodici.
Analisi quantitativa. TV: sono stati monitorati i telegiornali di prima
serata; Stampa: è stata presa nota dei titoli che comparivano nelle
prime tre pagine e del numero totale degli articoli.
Analisi qualitativa. TV: connotazione e personalizzazione dei protagonisti;
gli stili comunicativi. Stampa: temi e soggetti; come i titoli affrontano
i temi più importanti (p. es. 'somatostatina', 'chemioterapia',
'cartelle cliniche'); la caratterizzazione delle parti in gioco.
La conclusione della ricerca è sorprendente: il dato più
significativo che è emerso dall'indagine è stata la tendenza
dei media ad autocitarsi. Una tendenza autoreferenziale che spiega,
a mio parere, come in un regime di concorrenza le differenze sui contenuti
tendono ad appiattirsi ed ogni operatore ricorre sempre più spesso
a tecniche volte a fidelizzare il proprio pubblico e a farsi unico garante
della veridicità dell'informazione.
|