Il PC italiano, caso unico nell'Europa occidentale, ha posseduto una
sua struttura militare. Fu costituita durante la Resistenza e poi fu mantenuta
anche dopo la fine della guerra, in maniera clandestina. Ramificata capillarmente
sul territorio, la Gladio rossa era motivata ideologicamente dal
mito della "Resistenza tradita". Scopo della milizia era scatenare un'insurrezione
popolare per la conquista armata del potere, in caso di messa al bando
del partito oppure di vittoria alle elezioni politiche. Mosca, comunque,
non volle mai che l'Italia si scostasse dagli equilibri internazionali
fissati a Jalta.
Il volume presenta ben 180 documenti originali (per la maggior parte inediti)
che coprono l'arco di tempo che va dalla Liberazione al 1967. Il testo
vero e proprio del libro fa solo da supporto alla documentazione. Ci sono
rapporti delle varie Prefetture italiane sulle attività di addestramento
al sabotaggio, sulle attività clandestine delle "cellule"
paramilitari del PCI. Questa struttura armata clandestina era capace di
sviluppare un'attività terroristica.
Il libro smentisce la tesi ufficiale del PCI di essere stato costretto
in quegli anni a dotarsi di modeste strutture paramilitari, ma solo per
scopi difensivi.
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Gianni Donno
La Gladio Rossa del PCI (1945-1967)
Editore
Rubbettino, Messina: 2001.
Collana: "Le ragioni degli storici".
L'autore
Gianni Donno, è professore ordinario di Storia
contemporanea all'Università di Lecce. È consulente della
Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e sulle stragi. Grazie
al suo lavoro di ricerca è venuta alla luce l'esistenza di un archivio
segreto del PCI.
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Comando generale dell'Arma dei Carabinieri,
17 gennaio 1950
In occasione degli scioperi determinati dai recenti avvenimenti di Modena*
si è rilevato che:
- la paralisi del movimento ferroviario nei compartimenti di Firenze
e Bologna è praticamente riuscita a dividere in due parti l'Italia,
creando una vasta zona d'isolamento fra di esse, con ampie possibilità
di manovra e di azione;
- la divisione regionale del territorio nazionale [per la creazione delle
Regioni a Statuto ordinario bisognerà aspettare invece il 1970],
quando attuata, favorirà notevolmente la funzione assegnata alle
regioni Emilia-Romagna e Toscana dai piani per un'eventuale insurrezione,
poiché in tali regioni predomina il partito comunista, che si prevede
otterrà la maggioranza nelle amministrazioni regionali;
- l'esperimento [cioè il blocco dei collegamenti ferroviari] è
perfettamente riuscito ed ha dimostrato le ampie possibilità offerte
da una situazione del genere per attuare un movimento insurrezionale;
- facilità di ripetere al momento opportuno una situazione analoga
da parte del partito comunista, che ha in ogni momento la possibilità
di creare stati di disordine dove più gli convenga, costringendo
le forze di polizia a far uso delle armi.
*Nel corso di uno sciopero di protesta contro la chiusura di uno stabilimento
la polizia aprì il fuoco contro i dimostranti, uccidendo sei operai.
Il fatto provocò una forte reazione da parte comunista e sindacale.
Prefettura di Ferrara, 14 marzo 1950
L'attivismo che dimostra il P.C. in tutti i settori; in particolare nel
settore militare, attivismo che si esplica particolarmente nella ricerca
di notizie aggiornate su depositi, munizioni, ubicazione di reparti, consistenza
delle forze, ecc. ha determinato un allarmismo notevole.
Secondo notizie che pervengono da queste fonti esisterebbe un piano preordinato
con la seguente successione di fasi:
1) Sciopero generale;
2) Occupazione delle fabbriche;
3) Reazione violenta al probabile tentativo di sgombero delle fabbriche
da parte delle forze dell'ordine;
4) Occupazione di edifici pubblici, centrali [della polizia?], ecc. da
parte di squadre di attivisti predesignati.
Prefetto di Bologna, 1° ottobre 1954
[
] Corre voce che, qualora il partito comunista venga costretto
a scendere in piazza per reagire al tentativo - da parte del governo -
di porlo fuori legge, o per il verificarsi di sfavorevoli eventi in campo
internazionale, l'attuale organizzazione civile del partito si trasformerebbe
in apparato militare, sotto la direzione dell'A.N.P.I.
[
] In caso di conflitto internazionale, poi, è prevista l'immediata
disgregazione dell'esercito [
] e, per il fatale esodo dei militari
che diserteranno allo scopo di raggiungere le proprie famiglie, nella
certezza loro inculcata dalla propaganda, la formazione di una nuova "linea
gotica" che dividerà in due la penisola.
Si afferma poi con assoluta sicurezza che nella polizia si produrrà,
in tutti i casi, un'analoga disgregazione. [
] Gli ambienti direttivi
estremisti sanno delle condizioni di disagio in cui versano gli appartenenti
alle forze dell'ordine, a causa dei gravosi servizi e delle complesse
responsabilità, cui corrispondono magri emolumenti. Da ciò
le predette organizzazioni sovversive traggono la conclusione che sugli
elementi estremisti, animati da sicura fede, non potrà mai prevalere
una compagine di polizia, secondo loro, stanca e depressa, nonché
male istruita e tecnicamente inefficiente.
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