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 Libro del mese   

Anno 2003


Revisione storiografica MAGGIO 2003  

Il PC italiano, caso unico nell'Europa occidentale, ha posseduto una sua struttura militare. Fu costituita durante la Resistenza e poi fu mantenuta anche dopo la fine della guerra, in maniera clandestina. Ramificata capillarmente sul territorio, la Gladio rossa era motivata ideologicamente dal mito della "Resistenza tradita". Scopo della milizia era scatenare un'insurrezione popolare per la conquista armata del potere, in caso di messa al bando del partito oppure di vittoria alle elezioni politiche. Mosca, comunque, non volle mai che l'Italia si scostasse dagli equilibri internazionali fissati a Jalta.
Il volume presenta ben 180 documenti originali (per la maggior parte inediti) che coprono l'arco di tempo che va dalla Liberazione al 1967. Il testo vero e proprio del libro fa solo da supporto alla documentazione. Ci sono rapporti delle varie Prefetture italiane sulle attività di addestramento al sabotaggio, sulle attività clandestine delle "cellule" paramilitari del PCI. Questa struttura armata clandestina era capace di sviluppare un'attività terroristica.
Il libro smentisce la tesi ufficiale del PCI di essere stato costretto in quegli anni a dotarsi di modeste strutture paramilitari, ma solo per scopi difensivi.

 

Gianni Donno

La Gladio Rossa del PCI (1945-1967)



Editore

Rubbettino, Messina: 2001.
Collana: "Le ragioni degli storici".



L'autore

Gianni Donno, è professore ordinario di Storia contemporanea all'Università di Lecce. È consulente della Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo e sulle stragi. Grazie al suo lavoro di ricerca è venuta alla luce l'esistenza di un archivio segreto del PCI.

Comando generale dell'Arma dei Carabinieri, 17 gennaio 1950
In occasione degli scioperi determinati dai recenti avvenimenti di Modena* si è rilevato che:

- la paralisi del movimento ferroviario nei compartimenti di Firenze e Bologna è praticamente riuscita a dividere in due parti l'Italia, creando una vasta zona d'isolamento fra di esse, con ampie possibilità di manovra e di azione;
- la divisione regionale del territorio nazionale [per la creazione delle Regioni a Statuto ordinario bisognerà aspettare invece il 1970], quando attuata, favorirà notevolmente la funzione assegnata alle regioni Emilia-Romagna e Toscana dai piani per un'eventuale insurrezione, poiché in tali regioni predomina il partito comunista, che si prevede otterrà la maggioranza nelle amministrazioni regionali;
- l'esperimento [cioè il blocco dei collegamenti ferroviari] è perfettamente riuscito ed ha dimostrato le ampie possibilità offerte da una situazione del genere per attuare un movimento insurrezionale;
- facilità di ripetere al momento opportuno una situazione analoga da parte del partito comunista, che ha in ogni momento la possibilità di creare stati di disordine dove più gli convenga, costringendo le forze di polizia a far uso delle armi.

*Nel corso di uno sciopero di protesta contro la chiusura di uno stabilimento la polizia aprì il fuoco contro i dimostranti, uccidendo sei operai. Il fatto provocò una forte reazione da parte comunista e sindacale.


Prefettura di Ferrara, 14 marzo 1950
L'attivismo che dimostra il P.C. in tutti i settori; in particolare nel settore militare, attivismo che si esplica particolarmente nella ricerca di notizie aggiornate su depositi, munizioni, ubicazione di reparti, consistenza delle forze, ecc. ha determinato un allarmismo notevole.
Secondo notizie che pervengono da queste fonti esisterebbe un piano preordinato con la seguente successione di fasi:

1) Sciopero generale;
2) Occupazione delle fabbriche;
3) Reazione violenta al probabile tentativo di sgombero delle fabbriche da parte delle forze dell'ordine;
4) Occupazione di edifici pubblici, centrali [della polizia?], ecc. da parte di squadre di attivisti predesignati.


Prefetto di Bologna, 1° ottobre 1954
[…] Corre voce che, qualora il partito comunista venga costretto a scendere in piazza per reagire al tentativo - da parte del governo - di porlo fuori legge, o per il verificarsi di sfavorevoli eventi in campo internazionale, l'attuale organizzazione civile del partito si trasformerebbe in apparato militare, sotto la direzione dell'A.N.P.I.
[…] In caso di conflitto internazionale, poi, è prevista l'immediata disgregazione dell'esercito […] e, per il fatale esodo dei militari che diserteranno allo scopo di raggiungere le proprie famiglie, nella certezza loro inculcata dalla propaganda, la formazione di una nuova "linea gotica" che dividerà in due la penisola.
Si afferma poi con assoluta sicurezza che nella polizia si produrrà, in tutti i casi, un'analoga disgregazione. […] Gli ambienti direttivi estremisti sanno delle condizioni di disagio in cui versano gli appartenenti alle forze dell'ordine, a causa dei gravosi servizi e delle complesse responsabilità, cui corrispondono magri emolumenti. Da ciò le predette organizzazioni sovversive traggono la conclusione che sugli elementi estremisti, animati da sicura fede, non potrà mai prevalere una compagine di polizia, secondo loro, stanca e depressa, nonché male istruita e tecnicamente inefficiente.