Giornalismo d'inchiesta | APRILE 2002 | Prima edizione, novembre 1974 | |
Il libro è scritto
da due giornalisti economici. Narra le vicende dell'industria italiana dall'avvento
del centro-sinistra (1962) al 1974. La classe dominante di questo periodo è la "borghesia di stato", cioè l'élite di manager che negli anni del boom era arrivata ai vertici delle aziende pubbliche e della Pubblica amministrazione. Che utilizzo fece la borghesia di stato del proprio potere? In gran parte non si comportò secondo le leggi dello Stato e del mercato, bensì cercò di trarre i maggiori vantaggi immediati, anche corrompendo senza sosta il potere politico. Gli Autori lo (di)mostrano ottimamente raccontando la storia del comparto elettrico, il cui protagonista fu Eugenio Cefis (il cognome rivela l'origine friulana). Questa analisi insegna che: a) il clima di omertà esiste anche nella finanza italiana, non solo in determinati ambienti siciliani. Infatti, quando il presidente della Montedison nel 1970, Cesare Merzagora informò il Comitato esecutivo dell'esistenza di fondi neri utilizzati per corrompere i politici, gli amministratori manifestarono esplicitamente il loro malcontento per la condotta "imprudente" del presidente; b) il "saccheggio" che si compì al vertice della piramide sociale fu tollerato, se non applaudito, dalla base, la quale nel frattempo aggredì la ricchezza comune con la stessa spregiudicatezza e immoralità; c) il Sessantotto è al centro del periodo in oggetto. Gli Autori sottolineano che, se la contestazione e la "spinta sindacale" del '69 cambiarono profondamente la società italiana, essi non ebbero alcun effetto sulle istituzioni, anzi provocarono una loro maggiore chiusura in se stesse. |
Eugenio Scalfari, Razza padrona. Storia della borghesia di stato
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