Don Raimondo di Sangro
Di Nicoletta Travaglini
Don Raimondo di Sangro, duca di Torremaggiore, principe di Sansevero nacque a Foggia nel 1710. Egli fu uno dei maggiori scienziati che il mondo invidiò al Regno di Napoli, poiché con le sue scoperte scientifiche, che si collocano a cavallo di alchimia, stregoneria ed esperimenti tecnologici, fece importanti scoperte e sperimentazione che a tutt’oggi risultano oscuri.
Don Raimondo fu un nobile rampollo della antica e prestigiosa famiglia dei di Sangro discendenti di Carlo Magno, che annoverano nella loro albero genealogico anche Papi e Santi.
Questa potente ed antichissima casata, come abbiamo detto, discende dai duchi di Borgogna che a loro volta erano di stirpe carolingia, longobarda e, naturalmente, normanna.
Questi nobili, ovviante, furono legati da vincoli strettissi alla Chiesa e in special modo al potente, ricco e stimato ordine Benedettino.
Nel IX secolo essi, vennero in Italia e si stabilirono maggiormente negli Abruzzi, ove riuscirono a conquistare e, quindi, a governare diversi feudi e contee, prendendo il titolo di “Conti dei Marsi”.
All’inizio del 1500 essi ottennero il titolo di marchesi, alla fine dello stesso secolo divennero Duchi e pochi anni dopo questo titolo acquisirono, anche, quello di Principi, governando, il loro vastissimo impero in maniera tirannica, dispotica e violenta!
Nel loro albero genealogico, vi sono presenti anche figure di spicco come Oderisio, San Bernardo di Chiaravalle fondatore dei Templari, Santa Rosalia, Innocenzo III, Gregorio III, ideatore e iniziatore della Santa Inquisizione, Paolo IV Carafa, che contrastò in tutte le maniere l’Ufficio della Santa Inquisizione, Benedetto XIII e naturalmente Raimondo.
Don Raimondo De Sangro fu,come si è detto, un grande studioso e massone, che denunciato come stregone e cospiratore, fu costretto a fornire al Papa un elenco di nobili e non appartenenti alla società segreta!!
La famiglia dei De Sangro fu costretta a bruciare tutto e nascondere il “lavoro” di Don Raimondo, che in quel periodo stava sperimentando con lo scultore Sammartino, la tecnica divenuta famosa con “Il Cristo Velato” della Cappella di San Severo. Questa chiesa, costruita su un tempio dedicato alla dea Iside è fortemente simbolica. In questo luogo, edificato nel cuore di Napoli, vi sono tre sculture “velate” cioè: “La Pudicizia”, il “Cristo Morto”, il “Disinganno”; la più famosa è la statua del “Cristo Morto”, che scolpita dal Sammartino su bozza del Corradini, è molto inquietante, poiché pare che la tecnica usata dal principe e dai suoi artisti sia basata su un velo di stoffa “trasformato”, attraverso procedimenti chimici, in marmo!!
Sembra che le statue siano, in realtà, cadaveri che sottoposti a particolari esperimenti, oggi ancora sconosciuti, abbiano dato questo risultato; in altre parole il nobile trasformò la materia organica in inorganica.
Don Raimondo morì nel 1771 e fu considerato più uno stregone ed alchimista che un serio studioso; per questo motivo molti esperimenti condotti con grande rigore scientifico sono stati eliminati dai suoi stessi famigliari, che hanno occultato quel poco materiale che si è salvato dalla distruzione che ne seguì al suo presunto sospetto di pratica magica.
HOME | Indice Misteri ed Esoterismo |