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Tratto da la Padania del 12 maggio 2001.
Il Sacro Graal, un mito dalle infinite letture
Esistono pochi temi che incontrino tanto favore nell'immaginario popolare - al
punto di ispirare romanzi, saggî, film, dipinti, drammi teatrali, opere
musicali, giochi e via lungamente dicendo - quanto quello del Graal. Si tratta
di un emblema stesso della spiritualità, che nelle sue innumerevoli varianti e
interpretazioni riconduce essenzialmente sempre a uno stesso tema, quello cioè
della cerca cavalleresca, del perfezionamento spirituale, della prova
iniziatica. E così chi abbia un minimo di dimistichezza con i testi medievali
fondamentali sul tema (quelli di Robert de Boron, di Wolfram von Eschenbach, di
Chrétien de Troyes per citarne alcuni dei più noti) assiste sempre con un certo
disappunto alle divagazioni e le mistificazioni che di questo tema così ricco e
interessante vengono fatte dalle tante scuole spiritualistiche che purtroppo
infestano il panorama pseudoreligioso caratteristico dei tempi attuali. Così, il
Graal ai giorni nostri riassume variamente l'idea di quella "panacea di tutti i
mali" che un'umanità abbruttita e degradata ricerca nel piccolo misticismo
d'accatto.
È chiaro, però, che a tutti i temi ci si può avvicinare con
animo, predisposizione e capacità differenti. Questo è del resto un fatto tipico
ed essenziale di tutto il linguaggio dei miti, e cioè la comprensione dei
simboli è data a tutti, ma a livelli diversi, secondo le capacità intellettuali
e intuitive di ciascuno. Una guida di tutto valore, per il tema in questione,
costituisce certamente Luce del Graal, testo recentemente ristampato
dalle Edizioni Mediterranee dopo circa cinquant'anni dalla prima edizione
italiana. Si tratta di una raccolta di alcuni degli scritti più significativi e
penetranti sul tema: da Guénon a Vendryes, da Jean Marx a Viscardi a R. Nelli
sono riunite diverse interpretazioni, alternate ad alcuni dei passi più
significativi della letteratura medievale europea sul tema. L'introduzione alla
nuova edizione è di uno dei più noti filologi romanzi, Francesco Zambon, che
definisce giustamente il volume come "un'eccellente iniziazione al mito del
Graal e alla lettura dei testi che lo elaborarono a partire dal Medio
Evo".
Ci sembra importante rilevare un ultimo elemento: questa edizione è
stata pubblicata sulla base della copia del libro che giaceva nella biblioteca
che fu di Julius Evola, la quale recava la dedica di Cristina Campo: giusta ci è
sembrata la decisione del curatore, Gianfranco De Turris, di dedicare a entrambi
questi due studiosi, pur così diversi, la nuova edizione.
Alberto
Lombardo
AA.VV.,
Luce del Graal. Mito - esoterismo - storia - epica cavalleresca,
Edizioni Mediterranee, Roma 2001, pp. 320, £35.000.
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