tratto da "Il Sole 24 Ore" del 9 maggio 1999
PER CAPIRE RENÉ GUÉNON
Metafisico e tradizionalista
di Claudia Gualdana
Nel 1886, a Blois, in Francia, nacque un uomo le cui opere, a quasi cinquant' anni dalla sua morte, dividono ancora il pubblico in lettori appassionati e detrattori. Stiamo parlando di René Guénon, imparziale critico dell' Occidente moderno. Dopo un lungo silenzio, da qualche anno i suoi scritti ricompaiono nei cataloghi di alcune raffinate case editrici. Del pari, sono ricomparsi anche equivoci e confusioni che, paradossalmente, da sempre accompagnano l' opera del più olimpico espositore delle dottrine tradizionali.
Di Guénon, si è detto e scritto di tutto, sovente a sproposito. Tuttavia, è possibile dissipare la nebbia che lo circonda, grazie a un libro uscito in questi giorni da Luni. Si tratta di René Guénon e l' Occidente, curato da Pietro Nutrizio, il maggiore esperto dell' opera del metafisico francese; nel volume, sono raccolti alcuni saggi pubblicati negli ultimi anni nella Rivista di Studi Tradizionali. Seguendo la direzione indicata da Nutrizio e Balestrieri, è possibile afferrare lo scopo dell' opera di Guénon e, in modo particolare, sfuggire gli equivoci.
Guénon non era un filosofo. Egli era un metafisico poiché la filosofia, nell' accezione moderna del termine, è il dominio del razionale distaccato dal principio divino, dunque una forma di pensiero legata all' individualità, alla sfera mentale e sentimentale. Dunque, nulla a che vedere con l' intellettualità pura, alias "ciò che gli Indù designano con la parola jnana (...), identica al greco Gnosis attraverso il suo radicale, il quale del resto è anche quello della parola conoscenza (da co-gnoscere), ed esprime un' idea di "produzione" o di "generazione", perché l' essere "diventa" quel che conosce e realizza se stesso attraverso tale conoscenza".
Diremo che non fu uno scrittore, bensì un tramite, attraverso cui trovano equa collocazione le concezioni metafisiche che riposano alla base di ogni tradizione ortodossa. Aggiungeremo anche che non fu certo un occultista, e che è un' assurdità far risalire le sciocchezze diffuse dalla new age alle concezioni da lui esposte. Lo dimostrano tutte le sue opere, ma in modo particolare Errore dello spiritismo (Luni editrice 1998), in cui Guénon mina le incerte fondamenta delle elucubrazioni di occultisti e spiritisti. Egli non scrisse opere "mistiche": i mistici sono degli irregolari, in quanto non ricollegati tramite iniziazione a tradizioni esoteriche ortodosse.
Guénon, pur essendosi convertito all' Islam, non spinse mai gli europei in tale direzione. Lo chiarisce egli stesso in Oriente e Occidente (Luni 1993): "Si tratta non di imporre all' Occidente una tradizione orientale, con forme che non corrispondono alla sua mentalità, ma di restaurare una tradizione occidentale con l' aiuto dell' Oriente". Concluderemo dicendo che il metafisico, considerato un pensatore di destra, non si occupò mai di politica, essendo la scienza sacra svincolata da implicazioni di tale natura.
Nell' ultimo capitolo di Autorità spirituale e potere temporale (Luni 1995), egli ebbe a scrivere: "Gli insegnamenti di tutte le dottrine tradizionali sono unanimi nell' affermare la supremazia dello spirituale nei confronti del temporale, e nel considerare normale e legittima soltanto l' organizzazione sociale in cui tale supremazia sia riconosciuta". Da questa dichiarazione, possiamo capire in quale senso egli fu antimoderno, così come comprendiamo che non avversò il cristianesimo. Guénon, a differenza dei suoi contemporanei, fornì una prospettiva sovrastorica, metafisica, alla decadenza dell' Occidente.
La sua disinteressata preoccupazione, fu quella di far comprendere che la tradizione non si apprende solo dai libri: lo studio è il primo passo su una strada assai lunga. Di chiarire che la metafisica costituisce il vero esoterismo, il quale non ha nulla a che vedere con quella congerie di stramberie cui alcuni alludono. Con Guénon, comprendiamo che l' uomo non ha in sé la sua ragion sufficiente, e che ogni civiltà "normale" si fonda su "principi intellettuali, o "spirituali", superiori al "divenire" e di origine tradizionale". Chi legge le sue opere, intuisce cos' è la tradizione primordiale. Chi ancora non le ha lette, può per lo meno meditare su una sua dolorosa riflessione: "La Somma teologica di San Tommaso d' Aquino era, al suo tempo, un manuale a uso degli studenti; dove sono oggi gli studenti in grado di approfondirla e di assimilarla?".
Pietro Nutrizio e altri, "René Guénon e l' Occidente", Luni Editrice, Milano-Trento 1999, pagg. 446, L. 42.000.
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