IL SITO DEL MISTERO



Tratto da "IlSole24Ore" del 2/02/2003

Alchimista da morire


L’ultimo atto della vita di Parmigianino va in scena al Centro Culturale Santa Chiara di Casalmaggiore (Cremona), con la singolare esposizione intitolata "La pratica dell’Alchimia" (9 febbraio-15 maggio). Poco meno di cento oggetti del XVI secolo ricostruiscono il laboratorio e lo studio di un apprendista stregone: alambicchi di vetro, fornelli, mestoli, LIBRI rari e messi all’indice, volumi cabalistici provenienti da prestigiose raccolte pubbliche di mezza Europa, frammenti di affreschi con temi esoterici, incisioni antiche in alfabeto geometrico che illustrano il mito della trasformazione e dell’eterna giovinezza. Ma che cosa c’entra Parmigianino con l’alchimia? Lo spiegano molto bene in catalogo (Silvana Editoriale) sia Elisabetta Fadda che Mino Gabriele.

Dopo l’esperienza del carcere, nel dicembre del 1539, Parmigianino lascia Parma e fugge oltre confine, raggiungendo Casalmaggiore. Qui vivrà solo pochi mesi del 1540, fino al 24 agosto, giorno in cui muore all’età di 37. La mostra racconta del suo ultimo amore, la passione per l’alchimia che, dominandolo come una vera e propria ossessione, lo avrebbe distolto dal dipingere, riducendolo addirittura alla miseria e alla follia. Nell’edizione delle Vite del 1568 Giorgio Vasari lo descrive dall’aspetto stralunato, uno stolto con la barba incolta, i capelli lunghi e scarmigliati: sembra incarnare il modello dell’artista saturnino. Ma non è un tòpos letterario. Dalla biografia di Francesco Mazzola, emergono alcune conferme: la mancanza di un domicilio fisso, il frequentare amici definiti "strani" e soprattutto il fatto di non avere soldi. Tra il 1531 e il 1535 Parmigianino trasloca quattro volte. Tre giorni prima di morire, malato, fa testamento e nomina suoi eredi tre giovani "servitori" ancora minorenni. Non sono però dei domestici: Giuseppe Languidi e Giovan Francesco Strabuchi sono pittori e Giovanni Battista Barbieri è scultore. I tre sembrano gli stessi personaggi ritratti su una barca, in un disegno del Parmigianino oggi al British Museum di Londra: la forte angolazione e il punto di vista di sbieco dell’immagine suggeriscono che anche l’autore sia a bordo della stessa imbarcazione, utilizzata per attraversare il Po con i suoi compagni, verso Casalmaggiore. (M.Moj.)




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