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MALI DI STAGIONE

Meno 5, meno 7, meno 10, ma che inverno freddo è questo? Cosa ci spinge a vestirci, tanto da sembrare delle mongolfiere, e ad uscire al freddo, per il lavoro o, tanto più assurdo, a cercare svaghi e divertimenti? E invece no! Eccoci tutti lì, imbacuccati come dei palombari, a farci gelare le ossa. E col freddo si sa calano le difese immunitarie e compaiono le patologie di stagione. L’influenza di quest’anno è però molto particolare perché colpisce individui di una determinata età e neanche tutti. Pare si scateni solo in piccoli gruppi di soggetti molto legati fra loro da relazioni di amicizia ed interessi e sembra che un fattore scatenante possa essere la concomitante presenza di una compagna stabile ed affettuosa (ma non per tutti); ignoti sono ancora l’agente eziologico, le vie d’accesso (alcuni studiosi suppongono la trasmissione diretta per via emotiva), il tempo d’incubazione, la durata e la prognosi. Inutile pensare qualsiasi profilassi. L’unica cosa certa sembra essere la sintomatologia; anche qui la malattia si differenzia molto dalle forme classiche. Sono in genere assenti i dolori diffusi, l’ipertermia, l’aumento delle secrezioni. In qualche caso si verifica emicrania (sembra però da stress) e, più raramente, diarrea. In linea generale invece il soggetto è irrequieto, insoddisfatto e pensieroso. È a questo punto che comincia a sognare, vorrebbe cambiare vita e disegna progetti nella sua mente. Il più comune ed incalzante è quello di avere uno spazio proprio dove prendersi le proprie libertà, i propri godimenti e divertimenti. Ma non da solo. Casa, questo è il desiderio più grande; casa da dividere con una persona cara (taluni sostengono da soli, ipotesi tutta da verificare), casa dove cucinare, lavare, stirare, rassettare (ecco in alcuni la funzione della compagna), dove invitare gli amici che vomitano per terra dopo aver perso la gara di "birra e rutti". A questo punto si vedono gli atteggiamenti più strani ed interessanti dal punto di vista clinico:

1. C’è chi da anni ha già il futuro pianificato e sente che è giunto il momento di concretizzare. Eccolo allora attivo nella ricerca, vede case su case, sembra sempre sul punto di concludere ma qualcosa blocca il tutto; quarto piano senza ascensore, il salotto troppo piccolo, il palazzo non bellissimo da fuori, la posizione ect (se solo si decidesse da soli)

2. C’è chi ha poca disponibilità di denaro contante allora si vede costretto a valutare altre ipotesi oltre l’acquisto, vorrebbe anch’egli una determinata posizione e comunque guarda mille annunci, fissa appuntamenti, fa telefonate ed anch’egli non sblocca mai la situazione (forse anche per carenza di un po’ di coraggio).

3. Caratteristico è il caso di chi già una casa ce l’ha, magari piccola, in centro storico, però similmente agli altri si dice insoddisfatto e vorrebbe ingrandirsi (aggravante, questo caso, potrebbe coincidere con l’arrivo di una nuova e più sentita compagna).

4. Singolare è il caso del soggetto che pur non disponendo di una compagna (i dati in nostro possesso non ne certificano la presenza ma tanti dubbi restano), manifesta tutti i sintomi della patologia e cerca, s’informa, si documenta.

Le conoscenze in nostro possesso non riescono, per ora, a determinare una terapia specifica della malattia ma, da non sottovalutare il fatto che alcuni soggetti non sembrano presentarne i sintomi; comune a questi esiste il presupposto che in tempi meno freddi dell’anno avessero già provveduto a crearsi il proprio habitat ed ecosistema. Secondo molti studiosi potrebbe essere questa la chiave per risolvere questa patologia e, più precisamente, aspettare che il clima migliori, le temperature si rialzino, il nostro corpo riprenda vigore e poi con la massima calma e cautela provare a riaffrontare le problematiche proprie di ogni individuo.....e speriamo che non piova! Paco Veleno

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