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Venezia

  Nella notte tra i canali

una lattina, un calcio, un sorriso, le dita di un’enorme mano di pietra

tese allo sforzo di arrestare l'inutile corsa d‘ignoti passanti.

 

Allegra gente intorno tra me ed i canali

ad impedirmi un tuffo, un ritrovarsi da vecchi amici.

 

Ecco che non più voci e luci e motori,

tra le calli passi lenti di antiche puttane,

i remi ed il canto di serve al balcone

e l'odore del buio, nascosto ansimare del cuore del mondo.

 

Tutt'attorno dei di pietra e d’acqua,

corrono i vicoli ed i tetti

per una gatta un topo o gioia.

 

Mi trattengono le vostre voci,

amici cari,

nel non correre in quel vicolo dove esita Luce ad entrare

mi trattengono i vostri cuori

antichi amici,

nel non diventare nera gondola, al mare sposo e figlio.  

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Matrimonio

Soprattutto il chiasso
di cravatte-spilli-tacchi-denti-sorrisi
assorda in noia.

Trascinato,
dove inciampano di liti bambine bianche
rallegro in luce.