Gli incidenti industriali non nucleari

A titolo di paragone, per valutare il peso degli incidenti nucleari in rapporto ai maggiori incidenti industriali non nucleari, accludo una breve descrizione di quello che è successo in due enormi incidenti avvenuti negli ultimi 50 anni. 
La frana sulla diga del Vajont, nel 1963, che ha causato la morte di circa 2200 persone, e l'esplosione di un'industria chimica a Bhopal, che si valuta abbia causato la morte di circa 6000 persone.


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Vajont 

Nel 1963 la Sade ultimò la costruzione della diga del Vajont, che avrebbe dovuto sostenere una centrale idroelettrica che avrebbe prodotto 150 Mw di  elettricità.
Le perizie geologiche erano contrastanti:  una parte del bacino che sarebbe stato formato con la diga, sul monte Toc, chiamato così dalle popolazioni locali perché spesso soggetto a frane, sembrava a rischio di una grossa frana.  

Le perizie della Sade, e quelle del ministero, probabilmente fatte da tecnici vicini all'impresa costruttrice, non l'avevano individuata.

Nonostante una lunga battaglia legale tra la popolazione locale e la Sade, alla fine la diga era stata costruita, ma, facendo le prove d'invaso, (e cioè riempiendo e svuotando la diga), si aprì la frana che si vede nella figura sopra. 
Cadendo nel bacino, sollevò un'onda gigantesca che sollevò 50 milioni di metri cubi d'acqua. Metà finirono sull'altra sponda del bacino, spazzando via due paesini sulla montagna.
Il bacino prima e dopo la frana

25 milioni di metri cubi d'acqua caddero sulla valle sotto la diga.

Contrariamente a quanto si crede di solito, le persone morte in queste occasioni non muoiono affogate o per l'urto, ma spesso muoiono scarnificate dallo spostamento dell'aria compressa dal peso dell'acqua che cade.
Si stima che i morti siamo stati circa 2200, in quattro paesi che sono stati letteralmente cancellati dalle carte geografiche.



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Bhopal

La notte del 2 dicembre 1984, da un impianto della Union Carbide a Bhopal, , in India, furono liberate oltre 40 tonnellate di isocianato di metile, un gas estremamente tossico.
La causa fu un guasto a un serbatoio, in un impianto con sistemi di sicurezza sicurezza pesantemente carenti e con personale in maggioranza non qualificato.

La nube di gas si diffuse su un'area di oltre 40 Km quadrati, uccidendo circa 2500 persone nel giro di pochi giorni, e (si stima) almeno altre 5000 nei mesi seguenti.

Oltre 500000 persone accusarono disturbi agli occhi e al sistema respiratorio, e almeno 120000 accusavano, nel 1990, problemi sanitari legati all'esposizione al gas tossico.





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