Applicazioni mediche
Esiste una grossa branca della medicina che si occupa dell'utilizzo di radiazioni e di sostanze radioattive per fini diagnostici e terapeutici.
Le applicazioni
diagnostiche più diffuse sono le radiografie, la Tac, la scintigrafia e la
Pet. Le applicazioni terapeutiche sono utilizzate soprattutto nella cura dei tumori: le più note sono la radioterapia e l'adroterapia. I metodi diagnostici che utilizzano radiazioni sono generalmente utilizzati perché permettono di ricostruire immagini molto buone di parti interne del corpo, senza fare praticamente danni al paziente. |
Rispetto a molti altri tipi di esami
(spesso abbastanza invasivi) danno migliori risultati creando un disagio minimo.
Le terapie che utilizzano radiazioni per la cura
dei tumori sono in generale utilizzate perchè le radiazioni, potendo essere
concentrate in zone abbastanza piccole, permettono di distruggere le
cellule malate con una notevole precisione, permettendo di ridurre le masse
tumorali in modo spesso efficace e riducendo l'impatto degli interventi
chirurgici.
L'impatto di queste pratiche sull'organismo è di
solito molto basso.
Le radiografie comportano per un paziente una dose che, di solito, è
nell'ordine di un millisievert, altri esami
comportano dosi che vanno dai 3-4 millisievert per una Tac, ai circa 10-20 per
una Pet o per una scintigrafia.
Sono dosi che potrebbero essere considerate abbastanza alte, se confrontate con quelle ricevute dai lavoratori in campo nucleare, ma, considerando che vengono spesso date a persone che necessitano di una diagnosi, eventuali danni (circa una probabilità su mille di tumore per una dose di 20 Msv a tutto il corpo nella peggiore delle ipotesi) a seguito di una Pet o di una scintigrafia, sono ampiamente controbilanciati dai benefici. |
In radioterapia si danno dosi di parecchi Sievert (o
decine di sievert) ad alcune zone del corpo.
Queste dosi, che sarebbero mortali se date a tutto il corpo, date in una piccola
zona interessata da un tumore servono ucciderne le cellule.
Mentre un tempo le radioterapie erano molto pesanti per il pazienti, visto che
difficilmente si riusciva a evitare di dare dosi elevate anche alla pelle e agli
organi intorno al tumore da distruggere, al giorno d'oggi si riesce a
sagomare la zona da distruggere molto bene, tanto che l'invasività di queste
terapie è, in pratica, molto bassa.
La probabilità di provocare tumori con l'irraggiamento, in questo caso, è di
qualche punto percentuale, ma bisogna considerare che queste terapie vengono
somministrate e persone che hanno giù un tumore, che non hanno alte
probabilità di sopravvivenza senza radioterapia e che resteranno sempre sotto
controllo, una volta guariti, per diagnosticare sul nascere eventuali altri
tumori.
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