Applicazioni
industriali
Le radiazioni nucleari hanno
un'enorme quantità di applicazioni nella produzione industriale.
Vengono usate spesso per rendere sterili prodotti medicali e alimentari, per
uccidere eventuali parassiti dei cereali, per conservare più a lungo i cibi o
per trattare rifiuti che potrebbero essere inquinati da batteri.
In
moltissimi casi si usano radiazioni per sintetizzare prodotti chimici che
richiederebbero altrimenti trattamenti lunghi, costosi ed estremamente
inquinanti. Il trattamento con radiazioni è in generale, molto più "pulito" ed efficiente dei processi chimici che potrebbero ottenere gli stessi risultati. |
Contrariamente a quanto
si ritiene di solito, gli articoli trattati con radiazioni non diventano
radioattivi, (vedi le faq)
Le dosi impiegate
vanno dalle poche migliaia di sievert
per il trattamento dei cibi ai 25-45 mila sievert per la sterilizzazione dei
prodotti medicali ai milioni di sievert per la sintesi chimica.
Ricordando che quattro sievert bastano di solito ad uccidere un uomo si capisce
che le dosi impiegate sono enormi, rispetto a quelle impiegate normalmente per
altri usi.
Il
problema sta nel fatto che, per sterilizzare,
si deve essere sicuri di uccidere tutti i microrganismi, che, essendo molto
semplici, sono molto resistenti alle radiazioni. In media, se bastano 4 sievert per avere il 50 % di probabilità di uccidere un uomo, ne servono circa 1000 per avere la stessa probabilità di uccidere un batterio. Per sterilizzare un oggetto si deve essere sicuri a meno di una probabilità su un milione che non ci sia nessun batterio o virus attivo nel materiale. |
Se ci si accontenta di
uccidere il grosso dei microrganismi (Es. per trattare i rifiuti) bastano dosi
di poche migliaia di sievert.
Se si devono cambiare le caratteristiche del materiale, cosa che capita se si
vuole fare sintesi
chimica con
radiazioni, servono dosi enormi, che danno reazioni che possono essere
impressionanti.
Con qualche centinaio di migliaia
sievert si può curvare il metallo, vulcanizzare la gomma, brunire il vetro,
smontare la struttura della plastica..
Per dare dosi così alte
al materiale servono sorgenti estremamente
attive. Di solito si usano sorgenti di Cobalto 60 o di Cesio 137 (che emettono raggi g ,e che si trovano facilmente dalle scorie nucleari) da milioni di curie. Sorgenti enormi, se confrontate con i millicurie (o microcurie) usati per la diagnostica e per le misure nucleari, e con le decine di curie usate in radioterapia. |
Ovviamente, dovendo dare dosi grosse in
tempi brevi, servono sorgenti molto attive.
Le sorgenti sono di solito costituite da "matite" in cui si mettono il
cobalto e il cesio, sigillati in acciaio inossidabile.
Installazioni di sorgenti come queste richiedono grossi impianti, e notevoli
misure di sicurezza, visto che un uomo che restasse esposto alla sorgente
morirebbe in pochi secondi.
Per ovviare a questi
problemi si installano spesso acceleratori di elettroni, che danno dosi
notevoli quando sono accesi, e che sono del tutto innocui quando sono spenti. La maggioranza degli impianti moderni si sta avviando in questa direzione, visto che richiede meno costi per la sicurezza, e procedure burocratiche più veloci per le autorizzazioni. |