Via Arenaccia
- La collocazione della via -
C'era una volta via Arenaccia...
Potrebbe cominciare così una bella favola, di quelle che da bambini i nostri
genitori forse qualche volta ci hanno raccontato, vero? Ma le favole sono
raccontate ai bambini dai grandi e non dai grandi ai grandi.
Allora, partiamo da prima ancora. Via Arenaccia è suddiviso fra i quartieri di San Carlo all'Arena, Vicaria e San Lorenzo; dal nome "Arena" e dal suo derivato "Arenaccia" viene fuori un'interessante informazione di
toponomastica, infatti Arenaccia sta per "strada della Lava e
Arenaccia", infatti era originariamente l'alveo ove giungevano le
acque della "lava", le quali persa parte della
capacità di trasporto, depositavano le frazioni più grossolane. Il nome
"arena", infatti, stava ad indicare quelle zone che d'inverno erano
fangose, mentre nella stagione asciutta si presentavano sabbiose e polverose.
E via Arenaccia si estende per un paio di chilometri da piazza Ottocalli fino al
corso Novara giungendo quasi a piazza Garibaldi (sede della stazione ferrovia
principale).
Un po' di anni fa nacque una malsana idea a qualcuno, tanto malsana da
averne visto i risultati fino a questi ultimi mesi del 2000. Beh, sto parlando
di una portentosa speculazione edilizia. Una delle tante, per essere chiari.
Ebbene, un po' di anni fa, circa otto, costruirono una sopraelevata che permetteva di
distribuire "meglio" il traffico che portava da piazza Garibaldi fino
a piazza Carlo III e dintorni e via Don Bosco. L'idea in sé forse era genuina, però non
si tenne conto che questo grosso ammasso di cemento e ferro avrebbe occultato la
vista alle tante persone che affacciavano lungo la suddetta via, ma non fu
questo il vero errore.
La cosa più rilevante è che le persone si ritrovavano i
prodotti della combustione automobilistica direttamente a portata di balcone, di
finestra o addirittura direttamente sui propri panni lavati e stesi al sole per
farli asciugare, inoltre il via vai notturno delle auto impediva il riposo
sereno che c'era prima di realizzare il "mostro". Voci narrano che
addirittura su quella sopraelevata venissero condotte gare di velocità
clandestine durante la notte. Inoltre un simile ammasso di cemento e ferro
rendeva la via simile a quei tanti centri industriali della periferia tipo via
delle Repubbliche Marinare e zone contigue (Barra, San Giovanni a Teduccio e
altre). E poi su questa strada si vedevano sacchetti di immondizia che molto
probabilmente sarebbero stati eliminati da lì a una settimana non essendo un
via pubblica nel senso stretto del termine. La notte di capodanno poi era
terribile, infatti si ritrovavano bottiglie di vetro rotte, sedie vecchie, a
volte piccole poltrone, latrine di porcellana scassate e immondizia a non
finire, sparsa in sacchetti intatti e sacchetti lacerati che avevano sparso il
contenuto dei prodotti di rifiuto degli ultimi giorni delle famiglie affaccianti
sul "mostro". Naturalmente vi si ritrovavano i mozziconi dei fuochi
d'artificio esplosi: minerve, cipolle, tric-trac, fischi, candele romane,
bengala, ... Beh, se vi spaventa vedere sacchetti di immondizia su strade o marciapiedi,
non ve ne fate un cruccio perché in alcune zone di Napoli (sia nobili che meno
nobili) è comune abitudine lanciare i propri rifiuti dal balcone o dalla
finestra pur di liberarsene, soprattutto se si ha il cassonetto proprio sotto
casa.
Ma tanto materiale per realizzare questo progetto per la sopraelevata (ex-sopraelevata, più precisamente) è stato ottenuto gratuitamente? Certo che no! Appena qualcosa come 110 miliardi di lire. Un'idea inutile e fuori luogo dal principio, vi pare? Eppure la speculazione è andata avanti. Ora, ringraziando il cielo, la stanno abbattendo e naturalmente qualche altro miliardo (diciamo 50) è stato buttato realizzando così un danno vicino ai 160 miliardi di lire circa. Beh, perché mai si sarebbe dovuto incentivare questo spreco, perché non si poteva ragionare meglio? Perché così funziona. A Napoli come altrove c'è sempre qualcuno che deve pappare in un certo senso, no?
Inoltre, questi disagi dovuti all'abbattimento della sopraelevata si sono fatti sentire, per quanto la fase di eliminazione è stata di gran lunga più rapida della costruzione, anche se una parte del MOSTRO DI CEMENTO E ACCIAIO ancora sopravvive. Dicevamo dei disagi, sì, infatti tutti gli automobilisti che non potevano ingombrare la via (quand'era ancora chiusa) erano costretti a passare per altre parti tipo corso Garibaldi (altra via che congiunge piazza Carlo III con la stazione ferroviaria di piazza Garibaldi) e qualche altra strada minore che doveva reggere un traffico molto più abbondante del solito. Nonostante i lavori siano terminati il traffico caotico governa Napoli e ogni santo giorno via Foria continua a essere completamente messa in ginocchio per un bel po' di ore al giorno, ma non è solo via Foria che viene messa nel più totale caos, anche piazza Carlo III e il corso Gabibaldi, vengono intasati di automobili, infatti è come se gli affluenti di un unico fiume fossero tutti in piena e poi si concentrassero proprio tutti insieme alla fine del percorso creando una grossa inondazione, anche se non si capisce perché. Pensate che normalmente ci vogliono dai sei ai dieci minuti per percorre via Foria in tutta la sua lunghezza, ma attualmente il tempo non ha più senso, infatti si parte da un minimo di 30 minuti fino a un massimo di 1 ora e mezza, due ore. Automobili ferme, motorini che vengono fuori quasi dal nulla per percorrere ogni possibile direzione in ogni possibile punto della strada, marciapiedi compresi (anche se succede di norma che i motorini usino il marciapiedi come ulteriore sede stradale).
Potreste arrivare anche ad essere sul
marciapiedi e sentirvi un clacson alle spalle che vi intima di mettervi da parte
perché deve passare. Nel 90% dei casi è un motorino (prassi comunissima e
frequente), ma in una situazione di
traffico come quella di via Foria potrebbe addirittura essere un'automobile, ma
in questo caso specifico l'auto non la ritrovate proprio sul marciapiede in
senso stretto, piuttosto in quelle zone vietate al traffico alle automobili e ai
vari ciclomotori e che corrono parallele alla sede stradale che sono fatte
proprio per i passanti.
Sì, automobili ovunque, in strada, sui marciapiedi in sosta che si allargano
fino a due, tre file: a ridurre così lo spazio per il circolo delle altre auto
nella normale sede stradale. Clacson impazziti, gente impazzita che cerca ogni
più piccolo angolo e spazio per passare con qualsiasi colore del semaforo: l'olocausto.
Qualche vigile c'è, ma sono pochissimi, credo che ce ne vorrebbe uno per ogni
incrocio, qualche carro attrezzi volante che si porti via le auto ferme in
posizioni tali da ostruire il regolare scorrere del flusso automobilistico e
qualche bomba a mano. Sì, perché a volte questi motorini (nel 90% dei casi) e
queste auto percorrono le strade nel senso opposto a quello regolarmente
consentito.
E la benzina? Dicono che è arrivata a un prezzo che è esageratamente assurdo: più di 2'200 lire al litro. Eppure se c'è traffico tutti i giorni come mai dicono che è troppo elevato il prezzo? Credo che se tale prezzo duplicasse o triplicasse ci sarebbe appena un po' di traffico in meno, tutto qui.
Voglio aggiungere solo un'altra cosa: se qualcuno dovesse mai aver bisogno di
essere trasportato di urgenza all'ospedale per dove mai potrebbe passare oltre
al cielo? Davvero occorre un elicottero per non morire in stato di incidente o
malore grave? E il sindaco, dov'è? Dove sono le autorità competenti? Perché
non cercano una soluzione seria invece di realizzare un semplice blocco totale
del traffico solo per alcune domeniche all'anno? Chissà. Chissà.
Ci sono città europee dove esiste l'uso delle biciclette e si prevede anche la
corsia per i ciclisti che risulta distinta da quella delle auto e dei
ciclomotori. E Napoli? Chissà. Chissà. È chiaro che col termine dei lavori di
abbattimento della sopraelevata il traffico si è molto ridotto e forse non si
vedrà per un bel po' il megatraffico da incubo sopra descritto, ma altri
problemi sono subentrati al seguito.
- Il nuovo e vecchio ingorgo -
Via Arenaccia infatti è tornata alla sua infelice preistoria da pre-sopraelevata e ci si ritrova ancora una volta coinvolti (per chi abita lungo la zona) in un certo caos tipico e quotidiano. Se date un'occhiata all'archivio fotografico relativo a via Arenaccia (archivio Arenaccia) noterete 4 foto in primo piano (o quasi) dei semafori del crocevia trafficato. Questi semafori sono spenti dal giorno in cui hanno finito i lavori e la loro funzione tipicamente di ingombro estetico moderno provoca il famoso incrocio a croce uncinata di cui ci parla Luciano De Crescenzo nei sui film su Napoli. Si sa infatti che il cittadino napoletano non ama le regole, soprattutto quelle del codice della strada, forse molti non ricordano più nemmeno che ad un incrocio si dà la precedenza a chi viene da destra quando il semaforo è fuori uso (anche se vi testimonio che all'autoscuola lo insegnano). Tutto ciò porta a continui colpi di clacson in zona e al solito innegabile caos, in effetti dei vigili ci sono in certe ore del giorno, ma possono mai essere lì in eterno a coordinare tutto? Non credo. Inoltre è tornato il vecchio parcheggio delle auto che prima erano piazzate sotto l'ex-sopraelevata direttamente e che ora (come prima della nascita del MOSTRO) sostano ai lati dello spartitraffico centrale e a lato dei marciapiedi e alcune SOPRA i marciapiedi se qualcuno ha voglia di un giro a piedi lungo l'antica via: la via diventa un po' stretta e più disordinata di com'era prima. Beh, è senz'altro meglio senza quell'ammasso di acciaio e cemento, ma si resta dell'opinione che forse ci vorrebbe un codice stradale esclusivo e atipicissimo, che non sia né nazionale, e mai e poi mai europeo, ti pare navigatore del Web?